Capitolo 30. Credo di averlo castrato con la ginocchiata.

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Natalia

Due giorni mancavano prima che tutte noi prendessimo la proprio strada verso quella che era la vita.

Ora eravamo tutti quanti seduti ai tavoli del locale di Kyros, alcuni a fissare un punto nel vuoto.

Francesco stava lavorando con Kyros, mentre Emma e Anita stavano chiacchierando piano con Mirko; Luna era seduta accanto a me e non diceva una parola.

Dalla partenza di Eva e l'arrivo di Samuel, Luna ed Ivo non parlavano più molto, ma non per il volere della ragazza. Era quest'ultimo che faceva il restio il cretino, a mio parere.

Si stava dimostrando proprio come lo avevo creduto: uno stronzo.

Sembrava che Doggie avesse una sorta ci calamita per questi decerebrati.

<<Nat?>> Fece Anita. <<Puoi andare a prendere un'altra birra?>> Mi chiese, evidentemente troppo impegnata nella conversazione con Mirko.

Comunque a me stava bene; mi ero stancata di stare lì in silenzio a guardare Luna deprimersi, Ivo a contorcersi la mente e le due ragazze a parlare con Mirko. Tutto quello che volevo in quel momento, era tornare a casa e chiamare Eva.
Ci aveva scritto due ore prima dicendoci che dovevano andare in tribunale e che ci avrebbe aggiornati.

Una volta al bancone, aspettai pazientemente che Kyros finisse di servire una rossa sui tacchi a spillo e un copri costume, mentre le amiche al tavolo ridacchiavano.
Non ero nota per la mia calma e serenità, ma mi sedetti sullo sgabello e aspettai.

Kyros, mentre versava da bere alla ragazza, si girò verso di me e mi fece l'occhiolino, quindi aggiunse un cappellino alla bibita e liquidò la la dolce donzella.

Il mio cuore prese a battere forte, poi si avvicinò a me e poggiò gli avambracci al bancone. <<È qui da sola, signorina?>>

<<No, sono venuta con il mio ragazzo>> dissi, iniziando a girare sullo sgabello.

<<Che peccato. Volevo chiederle il numero>> poggiò il mento al palmo della mano.

Feci spallucce, copiando la sua posizione. <<Forse, però, potrei lasciarlo, il mio ragazzo.>>

<<Questa sì che è una buona notizia>> si sporse un po' ed io lo raggiunsi a metà strada, quindi mi diede un leggero bacio che si tramutò presto in qualcosa di più intenso.

<<Il locale è pieno, Kyros>> gli ricordai ad un soffio dalle labbra.

Sorrise, poi si allontanò un po'. <<Altra birra?>>

Annuii, girandomi rossa in volto per guardare Francesco portare un piatto ad una giovane coppia in viaggio di nozze. Mentre tornavo con lo sguardo a Kyros, sorpresi Ivo a guardare nella nostra direzione e restai a fissarlo in cagnesco, quindi lui sorrise e si girò verso il tavolo.

<<Non lo sopporto>> Kyros mi porse la birra, poggiandosi sui gomiti.

<<Siamo in due>> risposi, afferrando la birra. <<Quant'è?>>

<<Due baci.>>

<<Dai, sono seria.>>

<<Anche io. Mai stato più serio>> sorrise, sornione.

Gli diedi una botta sulla fronte per farlo tornare indietro. <<Comincio a credere che mandino me a prendere la birra per un motivo solo.>>

<<Credi bene, agapi.>> mi spostò una ciocca di capelli da dietro l'orecchio. <<A dopo.>>

<<A dopo.>>

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora