Capitolo 7. Puoi stare vicino a me, princesa.

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Luna

Vedere quei due litigare, era la cosa più divertente del mondo. Era assurdo che, nonostante fossimo chilometri e chilometri distanti da casa, Natalia avesse trovato qualcuno con cui litigare.

Mentre lei si asciugava per essersi tuffata per un maledetto cappello, io mio tenevo ad un aggeggio di metallo.

<<Ciao.>>

Mi girai, sussultando. <<Oh, ciao>> dissi, sorridendo ad Ivo.

Dovevo essere sincera e dire la verità? Era un figo spaziale. Aveva la pelle un po' scuretta, gli occhi di un marrone profondo da sembrare nero e i capelli erano un miscuglio tra il riccio e il mosso, non troppo corti, ma neppure troppo lunghi. <<Lei è sempre così?>> Indicò Natalia con il pollice.

Mi venne da sorridere, perché era chiaro che stesse cercando qualcosa per cui parlare. <<Dici Nat? Oh, è anche peggio.>>

<<Tu sembri calma.>>

<<Lo sono, infatti. Ma non sfidare la mia pazienza>> accennai un sorriso.

Lui lo ricambiò. <<Venite da Roma, no? Che liceo avete fatto?>>

<<Linguistico>> risposi, fiera. <<Linguistico Cambridge, se dobbiamo essere precisi.>>

Sgranò gli occhi, sollevando le sopracciglia. <<Però! Ehi, ragazzi...>> urlò, facendo girare gli altri. <<Avete capito? Abbiamo delle linguistiche su questo gommone.>>

Francesco fece un fischio, mentre tornava a guidare; Leo, invece, guardò Eva. <<Come si dice: "mi dai il tuo numero?" In spagnolo?>>

Eva rise: <<¿Me puedes dar tu número?>>

<<Certo. Inizia a segnarlo>> e iniziò a dettare dei numeri.

Eva rise, scuotendo la testa, ma tirò fuori il telefono. Notai Kyros aprire la bocca in direzione di Natalia, ma lei disse <<no>> e lui si zittì, ridacchiando sotto i baffi.

Ivo, accanto a me, mi guardò in silenzio, poi fece per dire qualcosa, ma Francesco urlò: <<TERRA!>>

Così i ragazzi approdarono sulle rive dell'isola vulcanica. Il primo a scendere fu Leo, seguito a ruota da Francesco e Kyros; quest'ultimo porse la mano a tutte noi per scendere, ma ovviamente Natalia lo fece per conto suo.

Mirko, invece, fu uno degli ultimi a scendere, proprio prima di Anita; infatti la aiutò e per poco non dovette prenderla in braccio per farla scendere, tanto era bassa. Non che io fossi chissà quanto più alta; forse ero un metro e sessantacinque. Non mi misuravo da un po'.

Però sapevo che Emma era uno e settantatré, mentre Natalia uno e settanta. Eva doveva essere poco più bassa di me.

<<Signorine e signori, vi presento l'isola di Nea Kameni>> Kyros iniziò a camminare prima di tutti noi, all'indietro, per guardarci tutti. <<Come potete vedere, la sabbia è molto scura. Questo è perché l'ultima eruzione del vulcano è stata nel 1925.>>

<<Ammazza, aho, ma fai anche la guida turistica?>> Domanda Emma, sistemandosi la treccia dietro la schiena.

Kyros sorrise. <<No, ma certe cose si imparano quando lavori in un bar turistico.>>

Bar turistico non molto turistico, pensai senza dire nulla.

<<Qui possiamo stare quanto volete, possiamo anche visitare il cratere del vulcano - cosa che consiglio, tra parentesi - e poi vi porto in un'insenatura dove possiamo farci il bagno>> guardò Natalia. <<Non come ha fatto la signorina, rischiando di morire per l'acqua gelida; ma cosa più importante: rischiando di far morire me!>>

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora