Capitolo 21. Ti va di restare a farmi compagnia?

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Emma

La spiaggia era piena come un uovo, essendo domenica, ma del nostro gruppo, mancavano Kyros, Francesco e Natalia.

Motivo? Semplice.

Francesco era con la figlia.

Kyros era arrabbiato con Natalia e pensava che fosse venuta.

Natalia era arrabbiata con Kyros e pensava che fosse venuto.

Due idioti.

Io, Anita e Mirko ci sentivamo un po' di troppo, dato che, a quando pareva, le uscite fossero andate alla grande. Luna aveva la testa poggiata sulla spalla di Ivo, mentre Eva e Leo se ne stavano in disparte a parlottare e a ridacchiare.

Erano tre giorni che Kyros e Natalia non parlavano e questa cosa stava pesando a tutti quanti. Ricordavo che il giorno prima eravamo andati fuori città tutti insieme e i due idioti non si preferivano parola, quindi c'era stata parecchia tensione:

<<Ehi, Francesco, dici a Natalia di passarmi lo zucchero? Sai, lo chiederei a lei, ma devo starle lontano, quindi...>> Aveva detto Kyros.
<<Senti, Francesco, di' a Kyros che non gli passo un cazzo e che se vuole una cosa, si alza e la prende>> aveva risposto di rimando Natalia.
<<Dici a Natalia che se...>>
Francesco aveva alzato la voce, guardando male entrambi. <<Mi avete rotto le palle! Se dovete parlare, fatelo tra voi!>> E poi si era alzato.
Kyros e Natalia si erano limitati a guardarsi in cagnesco.

<<Non pensate che sia strano?>> Disse Mirko, grattandosi la faccia.

Io mi stiracchiai, allungandomi sul telo da mare, mentre Anita disse: <<Cosa?>>

<<Quei quattro. Dio, quante possibilità c'erano che in un gruppo due persone si sarebbero messe insieme?>>

Mirko ed Anita continuarono per un po' a parlare delle neo-coppie, poi io sentii il telefono suonarmi in tasca e lessi un messaggio da mia zia: "Ehi, amore, come stai? Vi state divertendo? Senti, non mi andava di chiamarti, ma volevo dirti che ho portando tua nonna al Gemelli. Non si sentiva tanto bene e ho preferito farla controllare. Comunque sta bene. Ti amo tanto."

Fissai il telefono, immobile, mentre il mio cuore cominciava a battere forte.

Mi alzai dal telo, ignorata da tutti presi nelle loro conversazioni, e chiamai mia zia con le mani tremanti. Quando a rispondere fu la voce dolce di mia nonna, mi sentii sollevata. <<Nonna, stai bene?>>

<<Oh, Emma, cara! Che bello sentirti.>>

<<Stai bene, vero?>> Ripetei.

La sentii ridere piano, poi tossire. <<Sì, tesoro. Tua zia mi ha portata all'ospedale perché non mi sono sentita bene e sono svenuta>> prima che potessi preoccuparmi, continuò. <<Comunque rilassati, okay? Avevo la pressione bassa e mi hanno dato anche qualcosa per aumentare il ferro.>>

Il nodo che avevo in gola mi si sciolse e sorrisi. <<Grazie a Dio.>>

<<Ti stai divertendo?>>

<<Sì, sì. Senti, ma zia dov'è?>>

<<In bagno. Ti serve? Guarda, se vuoi ti faccio richiamare, perché secondo me ne ha per le lunghe.>>

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora