Capitolo 26. (parte uno)

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Natalia

<<Non puoi fare così, doggie>> la voce di Luna mi raggiunse dalle spalle, mentre stavo spolverando per togliere l'accumulo della polvere.

<<Perché non dovrei?>>

<<Perché dovresti usare l'altro detersivo>> mi porse quello giusto e la ringraziai. <<Comunque, vuoi dirmi che è successo ieri notte?>>

Deglutii, pulendo una mensola sopra al televisore in salotto. <<Te l'ho detto: ho litigato con Kyros.>>

<<Sì, okay, ma non è una novità. Stavolta sembrava diverso>> si sedette sul divano, spostando il telecomando e osservandomi con uno sguardo strano negli occhi. <<Quindi? Che è successo?>>

Sospirando, posai lo spruzzino e mi girai verso di lei. <<Mi ha detto che si è stancato.>>

<<In che senso, scusa?>>

Mi sedetti sul mobile della televisione ed incrociai le braccia. <<Nel senso che si è stufato di come io lo tratto e dice che io gli piaccio, ma non riesce a mandare giù il mio comportamento.>>

Luna mi guardò negli occhi, seria, per poi piegare la testa di lato. <<E tu come hai risposto?>>

<<Sono stata molto gentile.>>

<<Nat!>>

<<Gli ho detto che non mi importava un fico secco e che questo è il mio carattere>> mi grattai la guancia, tornando ad incrociare le braccia.

<<Non ci credo>> si alzò, guardandomi male. <<Ma che problemi hai, Natalia?>>

Sorpresa da quel tono, aggrottai la fronte e la guardai da ancora seduta. <<Non capisco.>>

<<Un ragazzo a cui piaci tanto, forse anche troppo, ti sta dicendo che ti vuole e tu fai la stronza?>> Stava praticamente alzando la voce e ringraziai Dio che le altre fossero uscite. <<Perché fai così, Nat?>>

Mi passai una mano sul viso, quindi la guardai da dietro le dita. <<Perché non mi piace.>>

<<Nat!>>

<<È vero. Non mi piace.>>

<<Andiamo, doggie! Non ci credo neanche per un secondo.>>

Mi alzai dalla piattaforma e ripresi lo spruzzino per andare a metterlo a posto, poi uscii in balcone per tirare fuori i panni dalla lavatrice. <<Senti, Luna, non so cosa tu voglia sentirti dire.>>

<<La verità.>>

<<Questa è la verità!>>

Luna si poggiò alla doppia portafinestra e mi guardò male. <<Sono la tua migliore amica, Natalia, credi davvero che ti creda?>>

Una volta tirati fuori i panni, decisi di non volerli stendere e salii in terrazzo. <<Pensa quello che vuoi, Luna.>>

Ovviamente, restò appiccicata al mio culo come una cozza allo scoglio. <<Sai cosa penso?>> Non aspettò una mia risposta. <<Penso che a te piaccia Kyros ma non ti sei fermata neppure un secondo a pensare a lui in quel modo.>>

Feci per ribattere, sedendomi a bordo piscina e immergendo le gambe in acqua, ma lei continuò: <<Penso e credo che tu sia spaventata. Spaventata dal fatto che magari lui possa piacerti davvero; spaventata dal fatto che magari, un giorno forse, potresti innamorarti.>>

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora