Capitolo 33. Ciò che è successo a Santorini resta a Santorini!

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Anita

Natalia ci aveva svegliate tutte quante all'alba per riordinare le ultime cose e fare la colazione insieme.

Avevamo chiamato anche Eva e ci aveva spiegato come, più o meno e lentamente, la situazione del padre stesse cambiando.

Facemmo colazione in silenzio, ognuna persa nei propri pensieri, mentre io mi figuravo come sarebbe stata ora la mia vita. Lontana dalle mie amiche e completamente differente dal liceo. Chissà se saremmo restate in contatto come dicevamo dal secondo anno e come sarebbe stata la loro vita finito tutto quanto.

<<Okay>> iniziò Natalia, sparecchiando la tavola. <<È il momento di sistemare tutti i pacchetti e pacchettini e...>> la sua voce si spezzò.

Cercava di essere allegra, però la capivo. Natalia, nonostante in carattere burbero con i ragazzi e gli estranei, era la pazza del gruppo. <<Va bene, aiutiamo a sistemare e poi si monta in macchina>> conclusi io, alzandomi da tavola per lavare gli ultimi piatti.

<<Lasciamo qui il cibo avanzato?>> Domandò Luna, tirando dentro il divano letto, sul quale abbiamo dormito insieme la notte prima.

Emma scosse la testa, restando seduta a stiracchiarsi e sbadigliare. <<Li portiamo nel bagaglio a mano, ovviamente.>>

<<Dite che Eva sarà all'aeroporto ad aspettarci?>> Chiesi io, dirigendomi verso il bagno e lasciare la porta spalancata.

Nessuno rispose alla mia domanda, ma sentii Natalia urlare: <<Sbrigati, An! Ho il ciclo e devo cambiarmi.>>

Sospirando, feci in fretta e le lasciai il bagno, quindi andai nella camera di Nat e Luna per prendere la videocamera e iniziare a fare l'ultimo giorno di riprese in vacanza.

Feci vedere i bagagli impacchettati, la cucina pulita e sistemata e poi spostai tutto sulle ragazze. Emma fece il segno di pace con le dita, mentre Luna la linguaccia e poi si avvicinò. <<Ora vi portiamo in bagno da Natalia.>>

Ridacchiai piano, ma appena abbassai la maniglia e misi dentro la telecamera, Natalia ci lanciò la carta igienica e noi due scoppiammo a ridere.

Chiusi tutto e poi andai a togliermi il pigiama per mettere i panni puliti per uscire.

Per tutte il tempo in cui restai in camera da sola, non smisi di pensare al volto di mia madre e a quanto mi fosse mancata.

***

Quando sentimmo Kyros suonare il clacson, Natalia corse ad aprire e si ritrovò davanti Lyka, seguita dal padrone.

Lo baciò, ma quando fece per spostarsi lui la trattenne un po', quindi noi ragazze facemmo un verso di vomito per farli spostare e Kyros rise. <<Vi voglio bene anche io, sì.>>

Ci aiutò a mettere su i bagagli e in quel momento la porta della casa dei ragazzi si spalancò, mostrando Leo e Mirko che scendevano così come si erano svegliati.
Leo indossava un pantalone nero e la maglietta arancione era al contrario, mentre Mirko neanche si era preso il disturbo di metterne una.

Corsero ad abbracciarsi così forte da farci mancare il fiato.

Voltandomi verso Luna, però, la vidi guardare la porta ancora, come sperando che Ivo scendesse per dirle qualcosa. Magari anche per chiederle scusa, visto che non lo aveva fatto.

Non lo fece.

<<Mi raccomando, scriveteci quando siete arrivate>> disse Leo. <<E ricordavi che c'è ancora il nostro gruppo su WhatsApp.>>

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora