Capitolo 19. Credevo che tu avessi bruciato le tappe.

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Eva

Quando avevo visto Luna salire con Ivo su un veicolo a noleggio, mi aspettavo che anche Leo ne avesse preso uno, invece aveva con sé solo un sacchetto di plastica.

Indossava una camicia bianca e un pantalone di jeans chiaro ed io improvvisamente fui grata a me stessa per non aver portato nulla di troppo elegante.

Leo mi accennò un sorriso dolcissimo e poi, inaspettatamente, mi mise un braccio intorno alle spalle, facendo dondolare il sacchetto di plastica, il quale emanava un buon odore.

<<Secondo me non sei pronta>> mi disse, sorridendo ancora di più.

<<A cosa, scusa?>>

<<A quello che ho preparato.>>

Risi, divertita, spingendolo dal fianco e allontanandolo. <<Guarda, ci scommetto quello che te pare, che hai chiesto qualcosa a Kyros.>>

Lui si portò una mano al petto, fingendosi offeso. <<Così mi ferisci. Credi davvero che non avrei saputo dove portarti?>>

Feci una faccia pensierosa, poi arricciai le labbra. <<Se dicessi di sì, sarei stronza?>>

Leo rise, di gusto, poi scosse la testa. <<Okay, va bene. Avevo chiesto a Kyros, è vero, ma...>>

<<Ecco, vedi!>>

<<Ma, se mi fai finire, ho deciso di voler fare qualcosa di originale. Qualcosa di... be'>> ridacchiò, in imbarazzo, prendendosi la nuca con la mano, <<prendi questa parola come... uhm, come vuoi, ma... qualcosa che fosse nostro. Che tu avresti ricordato.>>

A quelle parole non riuscii a proferirne altre. Non me lo aspettavo. No. No, non me lo aspettavo proprio per nulla. Infatti, mi girai a guardarlo, arrossendo un po', e lui accennò un sorriso. <<Patetico? Puoi dirmelo, eh?! Dico davvero, non devi...>>

E poi lo feci. Lo feci senza pensarci troppo, perché sapevo che poi non lo avrei più fatto.

Sei in vacanza, con ogni probabilità non lo rivedrai più, è bello e tu gli piaci: buttati. Questo è quello che mi ero detta.

Quindi decisi di baciarlo.

Mi fermai in mezzo strada, quindi così fece lui, poi feci un passo avanti, mi misi in punta di piedi, essendo lui più alto di me, e le nostre labbra si sfiorarono.

Nei film, nei libri e in qualsiasi altra parte in cui succedevano cose così inaspettate, era sempre il ragazzo a baciare la ragazza; perché lei era timida, perché lei era insicura, perché lei era, semplicemente, una lei.

Io ero una lei, ma avevo preso l'iniziativa. Non ero certa che lui lo avrebbe fatto prima, così mi ero buttata io.

Leo, all'inizio, era sorpreso, poi, in pochi secondi, come se lo avesse sempre fatto, prese il controllo del bacio. Le sue labbra erano dolci e sapevano di caffè, come se ne avesse preso davvero tanto prima.

Le sue mani si posarono sui miei fianchi e mi costrinse, delicatamente, a schiudere le labbra.

E io lo feci.

Quando mi staccai per prima, ero rossa come un peperone, mentre lui mi guardava sorridendo. <<Wow. Okay>> rise piano, leccandosi il labbro inferiore.

Risi anche io, in imbarazzo, poi lui mi porse la mano, con il palmo all'insù ed io gliel'afferrai.

***

Ancora con il cuore a mille, Leo mi aveva detto di tapparmi gli occhi e di non sbirciare per nessunissima ragione. Così io lo avevo fatto, ma solo per i primi quindici secondi.

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora