Epilogo ⁵

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10 Dicembre 2018

Emma

<<Credi che questo possa piacergli?>> 

La vocina di Stella proveniva dal reparto intimo maschile i Tezenis e aveva in mano dei calzini con disegnate delle renne e con in punta il naso roso e peloso che dondolava. Scoppiai a ridere, poi annuii. <<Secondo me sì. Quindi tu gli prendi quello per il compleanno?>> 

Stella annuì e saltellò verso di me. <<Tu che gli prendi?>>

<<Mmh>> mugugnai, guardando con attenzione le camice. <<Non lo so, Stella.>>

La bambina mi prese la mano e mi portò in un reparto con dei peluche. <<A papà piacciono molto i koala.>>

Strofinai i capelli a Stella, poi decisi di prendere il koala per farla contenta e andammo alla cassa per pagare.

Onestamente, non avevo molte idee su cosa fargli. Conoscendolo da più di un anno, ormai, avevo capito che aveva davvero dei gusti particolari sul vestire e che se gli avessi preso qualcosa che non gli sarebbe andata bene, non avrebbe esitato a dirmelo.

Quindi ero completamente e totalmente fuori dalle idee. Finché io e Stella non passammo accanto ad un negozio che somigliava molto a Tiger, ma completamente diverso.

<<Ti va se entriamo?>> Le chiesi, tirandola per la piccola manina.

Stella si illuminò e mi sorrise, quindi varcammo la soglia di quel negozio e iniziammo a girare per gli scaffali. Le feci provare un sacco di occhiali e cappelli buffi, facendole poi la foto da mandare a Francesco. Fu in quel momento che notai sullo scaffale un album fotografico completamente nero, da decorare.

Lo afferrai e osservai il prezzo, quindi sorrisi e lo mostrai a Stella. <<Che dici?>>

<<Dico è un colore triste.>>

Risi, poi lo misi nel carrello e le porsi la mano. <<Mi dai una mano a cercare qualcosa per renderlo allegro?>>

<<Claro. L'ho detto bene?>> Mi domandò poi, facendo dondolare la mia mano.

Annuendo con un sorriso, lei saltellò felice. Ci eravamo trasferiti insieme da nove mesi, ma io mi trovavo a Barcellona da più tempo, essendo occupata con l'università. Ero stata così felice quando Francesco mi aveva telefonata per dirmi che aveva trovato lavoro come cameriere in una pizzeria italiana.

Però non si arrendeva. Mi aveva confidato che avesse intenzione di iscriversi all'università per poter trovare un lavoro migliore e garantire a Stella un futuro ottimo e stabilito. La bambina, dal canto suo, era così dolce ed educata, che mi sorprendevo davvero di come fosse cresciuta così bene. Ogni tanto mi diceva che Francesco le raccontava storie della madre, Victoria, e le diceva che sembrava una donna fantastica.

Io non ce la facevo ad affrontare quel discorso con Francesco; come già gli dissi in precedenza, non sarò mai gelosa di lei o arrabbiata, però preferivo non intromettermi: se Francesco avesse voluto parlarne, lo avrebbe fatto senza esitazioni. 

<<Sai che un bambino mi ha detto che gli piaccio?>> Fece Stella, dopo che ebbi pagato.

Sorpresa e super contenta, allargai la bocca per formare la O e lei rise. <<Come si chiama?>>

<<Joel. Dice che i miei capelli sembrano fatti di fuoco e che i miei occhi sono bellissimi.>>

Mi si scioglieva il cuore. <<Ma che dolce!>>

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora