Capitolo 5. Guardala senza guardarla.

318 22 47
                                    

Anita

<<Non mi faccio più fregare. Oh, no di certo. Natalia ci casca una volta, non due.>>

Noi tutte la guardammo, mentre si toglieva la maglietta e restava in pantaloncini per giocare.
Io mi grattai il collo, poi decisi di restare con il vestito perché, se dovevo essere onesta, un po' mi imbarazzavo a restare in costume davanti a tutti quei ragazzi che avrebbero giocato a beach volley.

Ad un certo punto, Luna lanciò un sospirò e poi un gridolino. <<Non lo sopporto più!>>

Sapevamo tutte di chi stesse parlando, ovviamente. Quando era in America ci aveva fatto una testa così su questo Samuel, ed ora neanche riusciva a sopportare la sua vista. Continuavo a chiedermi per quale dannato motivo stesse ancora con lui, nonostante fosse addirittura partito per Ibiza senza di lei.

Diavolo, Luna, ti serve un altro indizio per capire che ti sta mettendo le corna lì, tenendoti buona per Roma?

Non glielo dissi, comunque: non volevo ci restasse male più di quanto già non ci stesse.

Eva collegò la musica alla cassa di Nat e poi iniziò a canticchiare piano, seguita dalla proprietaria dell'impianto stereo. Ovviamente, Nat sfigurava cantando da sola in doccia, figuriamoci con Eva accanto, che era tipo il dio della musica. No, un attimo... la dea della musica.

Passarono diversi minuti nei quali io, Luna e Emma decidemmo di giocare a carte, a rubamazzo, quando Nat guardò l'orologio e sorrise. <<Be', direi che sono in ritardo e che quindi...>>

Allora roteai gli occhi. <<Ma che diavolo, Nat! Qual è il problema di giocare con loro?>>

Mi guardò. <<Forse che non mi va.>>

<<Allora potevi rifiutarti, senza far vedere che sapevi giocare.>>

Sorrise - come faceva ogni tanto e mi mandava i nervi alle stelle - arrogante. <<Ma io voglio giocare, solo non con loro. Credevo che avrebbero parlato di qualche torneo serio o...>>

Luna rise piano. <<Oh, andiamo Doggie. Tu non vuoi giocare con quel figo pazzesco di Kyros.>>

<<E allora?>>

Eva sorrise, senza alzare gli occhi dal telefono. <<Allora dacci un taglio. Quello vive qui, sei tu che gli hai invaso il territorio, per prima cosa. Poi che ti ha fatto, scusa?>>

Natalia non rispose.

<<Ecco, appunto>> feci io, mentre lei roteava gli occhi.

Emma alzò lo sguardo dalle carte.

<<Eccoli. Sono...>> non aveva parole. <<Cioè, intendo... guarda come scendono quelle cazzo di scale.>>

Quando ci videro, fu Leo a sbracciarsi per farci capire di seguirlo. Natalia, in silenzio, roteò gli occhi e borbottò qualcosa per la quale Luna le diede una gomitata, poi raccogliemmo i nostri teli e li seguimmo.

Fu Eva a seguirli a ruota, mentre Natalia "chiudeva la fila". Mentre scrutavo quei ragazzi in silenzio, mi accorsi che ne mancavano due all'appello, ma che quello più scontroso era presente e conduceva il gruppo verso la rete.

Una volta arrivati, noi stendemmo i teli, mentre Natalia si stiracchiava la schiena. <<Non ne mancano due?>> Domandò, portandosi le mani sui fianchi.

Gli altri annuirono, ma fu quello che non avevo mai visto a rispondere. <<Be', se non arrivano ci prestate un'altra ragazza per giocare.>>

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora