12 dicembre 2017
LunaChiusi la porta alle mie spalle, guardandomi intorno nel mio piccolo appartamento condominiale di New York.
Posai le chiavi sul piattino di vetro posizionato sulla mensola e poi, con un sospiro di sollievo, mi tolsi le scarpe, buttando lo zaino a terra.
<<Blue?>> Chiamai piano la mia micetta, cercandola sotto le sedie del tavolo.
Alzando le spalle, sapendo che sicuramente si trovava in camera con Julian, andai verso la cucina, che era un open space, e aprii la mensola per prendere le patatine. Quando lo feci, Blue saltò fuori e per poco non urlai, cadendo a terra.
<<Blue!>> Esclamai piano, rialzandomi e prendendo le patatine, di nuovo, per metterle nella ciotola. <<Non ho parole>> dissi in italiano, nonostante, comunque, fossi abituata ormai a parlare inglese.
Dopo aver messo le patatine nella ciotola, ne presi una manciata e fui prona a stendermi sul divano per guardare la tivù, dopo una estenuante giornata di lavoro e studio.
Girandomi, però, sentii una porta chiudersi e un fischiettio; pensando che fosse Julian, mi girai per dirgli di controllare il gatto quando non ci fossi, ma davanti a me trovai una figura alta un metro e ottantacinque, con due spalle enormi e completamente, totalmente, spudoratamente nudo!
Lui lanciò un urlo.
Io lanciai un urlo.
Le patatine finirono a terra nel tentativo di girarmi per non guardarlo nudo. <<Oh mio dio! Chi diavolo sei?>> Gridai in inglese, disperata per non poter mangiare le mia amate patatine.
La stessa porta si richiuse di nuovo e sentii la voce del mio coinquilino dire: <<Ah, vedo che vi siete già conosciuti.>>
<<Julian! Dagli una coperta!>>
Dopo qualche rumore, disse: <<Fatto.>>
<<E tu sei vestito?>> Chiesi ancora, titubante.
Altro rumore e risate, poi: <<Ora sì.>>
Mi girai tenendo sempre la mano sugli occhi, poi sbirciai tra le dita ed infine sospirai di sollievo. Ora erano entrambi vestiti, ma le mie patatine erano ancora a terra!
E niente, non era il caso che mangiassi quelle patatine, allora. Era destino.
Guardai il mio migliore amico sorridermi come se nulla fosse, mentre poggiava una mano sulla spalla del grande fusto. <<Pensavo tornassi più tardi.>>
<<Be', no...>>
Julian fece spallucce, venendo ad abbracciarmi con solo un asciugamano alla vita. <<Allora, lui è Carl, il mio... amico>> rise piano. <<Carl, lei è Luna, la mia migliore amica.>>
Carl mi porse la mano ed io, riluttante, gliela strinsi. <<È un piacere conoscerti.>>
<<Anche per me, anche se avrei preferito farlo in altre circostanze.>>
Scoppiò a ridere e poi si girò, entrando in bagno.
Guardai il mio migliore amico in cagnesco e lui si limitò a sorridere ampliamente, indicando la porta della stanza in cui Carl si era chiuso e mimando: <<È figo, eh?!>>Roteando gli occhi, gli diedi una botta in testa. <<Sì, comunque.>>
Rise, poi indicò la sua camera. <<Vado a vestirmi, poi arrivo per la cena.>>
<<Carl resta?>>
<<Non credo>> rispose entrando nel corridoio. <<Ha da fare a casa con la sorella.>>
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The Last Wave. Cavalca l'Onda I
Romance⚠️PRIMA STORIA CHE HO SCRITTO⚠️ NON È REVISIONATA E NON CREDO LO FARÒ 5 ragazze, 4 settimane, 3 amici, 2 gruppi e 1 vacanza. Natalia, Luna, Eva, Anita ed Emma sono diventate amiche durante il liceo e con fatica sono riuscite a mettere da parte i so...