Capitolo 3. Deve essere la terra dei fighi, questa!

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Eva

Non avevo mai pensato di poter dare ragione a Natalia, ma era proprio quello che era appena accaduto.

Erano le otto e un quarto di sera e stavamo seguendo Emma per andare in una pizzeria proprio qualche scalinata sotto di noi. Diceva di averla vista e che moriva di fame, ma Natalia le aveva fatto notare che quella era solo un negozietto che venda gadget. Emma, però, era irremovibile, perciò l'avevamo assecondata.

Ora ci trovavamo davanti alla "pizzeria" e la ragazza aveva constato che non c'era proprio niente da mangiare lì. Avrei voluto darle una botta in testa, ma mi trattenni.

<<Vogliamo andare in spiaggia?>> Chiese Anita, portandosi le mani sui fianchi e voltandosi verso il mare. <<Forse c'è qualcosa lì.>>

Luna batté le mani, eccitata, poi annuimmo tutte e scendemmo altre scale. Una cosa era certa: dopo questa vacanza, tornata a Roma sarei scesa di almeno cinque chili e mezzo.

<<Te lo sei portata dietro l'ukulele, Eva?>> Mi domandò Luna, avvicinandomi a me.

<<No. L'ho scordato.>>

<<Vabbè, fa niente. Però, se domani sera torniamo in spiaggia, portalo>> mi mise un braccio intorno le spalle.

Io stavo per dire una cosa, ma mi morsi la lingua. Mi ricordai che quando eravamo sul taxi, Luna aveva fatto una faccia strana mentre rispondeva ad un messaggio. Ci scommettevo tutto quello a cui tenevo di più, che si trattava di Samuel. Ovviamente mi aveva parlato di lui sin dal primo giorno in America e dovevo dire che per i primi tempi aveva ammaliato anche me, con quei capelli biondi e il sorriso sempre sul volto, però poi si era rivelato davvero un pessimo soggetto. Un anno fa, infatti, lo avevo visto parecchio sballato quando eravamo usciti tutti insieme e avevo pensato "vabbè, una volta..." però poi l'aveva rifatto un altro giorno, e poi un altro ancora. E ancora. Io l'avevo detto a Luna, per farla rendere un po' conto di tutto, ma lei aveva evitato il discorso.

Ero certa che lei non lo amasse e avevo paura che fosse costretta a stare con lui, anche se lei non voleva. <<Senti, Luna... va tutto bene con Samuel?>>

Lei, sorpresa, si girò a guardarmi. <<Perché me lo chiedi?>>

<<Forse perché al viaggio di maturità non ti ha chiesto di andare con lui e i suoi amici?>> Alzai un sopracciglio. <<State insieme da quanto? Tre anni, quasi? Io, se fossi fidanzata da così tanto tempo e il mio ragazzo con mi portasse con lui, sarei incazzata.>>

Luna deglutì e guardò verso il mare. Sentii le altre ridere davanti a noi e mi domandai di cosa stessero parlando. <<Non ha importanza. È voluto andar con gli amici e va bene così.>>

<<Luna...>>

<<Eva, davvero>> sorrise. <<Sto bene, va tutto bene. Ve lo direi, se fosse il contrario.>>

Non ne ero troppo convinta, ma comunque decisi di crederle e di passare oltre. Una volta in spiaggia, restammo letteralmente a bocca aperta. Non c'era tanta sabbia, più che altro scogli, però c'erano anche dei falò con delle postazioni e non erano tutti occupati.

<<Oh, me sa che lì vendono panini>> ci fece notare Natalia.

Mi girai verso dove lei stava indicando e annuii. <<C'hai ragione. Facciamo che io vado a prenderli e voi occupate un falò?>>

Natalia ed Emma avevano già preso posto, mentre Luna le raggiunse con calma, fissando un punto dietro le spalle delle amiche. <<Ti accompagno>> disse Anita, raggiungendomi quasi a metà strada.

The Last Wave. Cavalca l'Onda IDove le storie prendono vita. Scoprilo ora