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Ero distrutta.

Era già passato un mese e mezzo da quando avevo rotto con Nick, un mese e mezzo che non sentivo la sua voce, che non vedevo i suoi occhi e che non baciavo le sue labbra. Un mese e mezzo che non riuscivo a indossare gli stivali (sì, li indosso anche in estate di solito), e che non facevo altro che piangere per ogni cosa e pensare al mio Nick, che più mio non era. Era anche un mese e mezzo che Blaine e Kurt cercavano di tirarmi su di morale con serate Bloxie su serate Bloxie, giornate intere passate con loro a distrarmi, e videochiamate su videochiamate con Quinn, che anche se a distanza mi era sempre stata vicina. Ma non c'era stato nulla da fare, nulla. Sentivo il vuoto dentro, un vuoto che non poteva essere riempito da nulla, neanche dai sorrisi e dalle stupidate di Blaine e dai battibecchi (decisamente divertenti) tra lui e Kurt.

In tutto questo era arrivato il primo giorno di scuola, il primo giorno del mio ultimo anno di liceo, e la voglia di scendere dal letto era pari a zero. Ma non avevo scelta, anche perché il mio migliore amico era sotto la mia finestra e mi stava incitando a scendere.

«Se entro dieci minuti non sei fuori di casa salgo a prenderti!» mi aveva minacciato.

Allora decisi di alzarmi, non perché Blaine mi facesse paura, ma perché dovevo davvero iniziare a prepararmi se volevo arrivare in tempo a scuola. Mi lavai e vestii in fretta, facendo poco conto a quello che indossavo, lanciai uno sguardo all'armadio degli stivali con tristezza, e poi mi infilai le mie sneakers bianche, che ormai erano le uniche calzature che indossavo. Poi uscii di casa, senza fare colazione nonostante i rimproveri di mia madre, perché non avevo fame e non ne avrei avuta nemmeno a scuola.

«Sei andata nel mio armadio a vestirti?» mi chiese Blaine divertito appena mi vide uscire dalla porta.

In effetti avevo uno stile molto da lui: indossavo dei jeans a cui infondo avevo fatto i risvoltini, e poi avevo una polo rossa con le righe bianche e blu, che sarebbe potuta tranquillamente appartenere a Blaine.

Mi mancava solo il farfallino e sarei stata la sua esatta copia!

Però non era male come look infondo, anche se non era proprio da me, ma ho detto che avevo preso le prime cose che avevo trovato nell'armadio, e che in quei giorni non mi interessava di piacere a nessuno. Quindi feci poco caso all'affermazione di Blaine, e invece accettai la mano che mi porgeva prima di cominciare a camminare verso la scuola, dove ci aspettava una sorpresa: eravamo diventati tra i ragazzi più popolari di tutto il McKinley grazie alla nostra vittoria alle Nazionali, e ora tutti volevano far parte del Glee Club. Cosa decisamente interessante visto che ci servivano nuovi membri. Infatti eravamo rimasti in otto: io, Blaine, Tina, Sam, Artie, Sugar, Joe e Brittany.

Sì, Brittany, perché l'anno prima non aveva ottenuto voti abbastanza alti per prendere il diploma, e quindi era rimasta al McKinley per ripetere il suo ultimo anno.

Quando io e Blaine entrammo in aula canto, ancora mano nella mano, la trovai decisamente vuota senza gli altri ragazzi che si erano diplomati, e tutto sembrava più triste senza gli occhi splendenti di Quinn, il sorriso gentile di Mike, l'aria spaesata di Finn, le occhiatacce di Santana, lo sguardo ammiccante di Puck, l'allegria di Mercedes, lo stile di Kurt e la convinzione di Rachel (e anche senza la sua arroganza).

«Ehi, ragazzi!» sentimmo dire a qualcuno alle nostre spalle.

«Ehi, Artie!» esclamò Blaine quando ci voltammo per guardare in faccia il ragazzo sulla sedia a rotelle, che ci stava rivolgendo un enorme sorriso.

Dietro di lui entrò anche Tina, che dapprima rivolse un sorriso a Blaine, e poi cambiò espressione vedendomi al suo fianco.

Lei e Mike quell'estate si erano lasciati perché lui sarebbe andato a New York per studiare alla BAD, e lei era diventata gelosissima del fatto che molto probabilmente io lo avrei raggiunto alla fine di quell'anno. Avevo sempre pensato che Mike la rendesse una persona migliore, ma non pensavo che sarebbe cambiata così tanto dopo aver chiuso con lui. Comunque, aveva preso la rottura decisamente meglio di me, perché sembrava decisa che quello fosse il suo anno, e che avrebbe conquistato finalmente un assolo (o di più) in una competizione.

My Life Would Suck Without YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora