BACK TOGETHER

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Non starò a raccontare tutto il mio primo semestre al McKinley, anche perché fu decisamente un bel periodo e posso anche dire uno dei più belli delle mia vita. Insieme al Glee Club avevo partecipato alle Provinciali, a cui trionfammo, e alle Regionali. Purtroppo queste ultime le vinsero i Vocal Adrenaline con grande dispiacere da parte nostra. Ma eravamo felici lo stesso perché avevamo partecipato e mai ci saremmo aspettati di arrivare così in alto.

Comunque, durante queste competizioni avevo stretto le mie amicizie con gli altri ragazzi del Glee Club, e soprattutto ero diventata molto amica di Mercedes e Kurt. Kurt che scoprì essere gay e aver dichiarato la cosa solo dopo che Mercedes si era presa una cotta per lui. Non potei fare a meno di pensare all'altro amico gay che avevo e che non ero sicura di poter chiamare ancora amico.

Chissà cosa stava facendo.

Se aveva conosciuto un ragazzo.

Se si trovava bene nella sua nuova scuola.

Quanto avrei voluto rivedere i suoi occhi, sentirmi stretta tra le sue braccia, sentire le sua labbra posarsi sulla mia guancia o sulla mia fronte, sentire il suo indice toccarmi il naso con delicatezza come faceva spesso e sentire i suoi ricci sotto le mie dita!

Ma nulla di tutto quello era possibile, e dovevo distrarmi in qualche modo.

Per fortuna quei miei primi mesi al McKinley avevo Mike al mio fianco, e avevo anche Quinn, che sapeva qualcosa di Blaine, ma nulla di specifico. Non era importante quello che era successo a me in quel momento, perché dopo le Regionali lei diede alla luce la sua bambina sotto i miei occhi, quelli di Mercedes e quelli di Puck, e niente fu più come prima nella sua vita. Era contenta di aver finalmente fatto nascere quella creatura che le ingrossava il ventre sempre di più, però averla data alla luce significava anche privarsene.

Eh sì, perché Quinn aveva deciso di darla in adozione, perché lei e Puck non potevano permettersi di mantenerla e quindi le avevano dovuto dire addio.

«Non è un addio, è un arrivederci» le avevo detto io per consolarla un po'.

«So che vi rivedrete» mi aveva appoggiato Mercedes annuendo.

Ma Quinn era distrutta. Non fisicamente, perché nonostante avesse appena partorito era bella come non mai, però i suoi occhi erano spenti. Appena le avevano messo la sua bambina in braccio si era illuminata in un sorriso smagliante, e sembrava emanare luce da ogni poro della pelle. Così come Puck, che non avevo mai visto così raggiante e i cui occhi erano così pieni di amore solo quando li puntava su Quinn.

Lei era distrutta mentalmente. In effetti dopo nove mesi a stretto contatto con qualcuno è difficile separarsene, e io non posso nemmeno immaginare quanto debba essere stato doloroso. Personalmente, non credo che io ci sarei mai riuscita.

Comunque, tornando a me e al mio secondo anno al McKinley, non era iniziato nel migliore dei modi. Per prima cosa io e Mike ci eravamo lasciati. Colpa mia, lo ammetto. Quell'estate non avevo resistito al fascino di Puck e ci ero stata a letto (come gran parte delle ragazze del McKinley). Però ero stata onesta con il mio ragazzo e avevo avuto il coraggio di parlargliene in faccia. Cosa che invece lui non fece quando si mise con Tina, l'altra asiatica del gruppo. Scoprii che stavano insieme solo al mio ritorno a scuola, e la cosa non mi piacque molto, anche se non me la presi direttamente con Mike perché non ne avevo voglia e perché ero consapevole di essere stata io la prima a sbagliare.

Anche per il Glee Club ci furono problemi all'inizio dell'anno. Infatti avendo perso alle Regionali era destinato a finire per mancanza di fondi, ma la coach Sylvester aveva deciso di darci una seconda possibilità.

Potevamo lascarcela scappare?

Ovviamente no!

Però la nostra fama a scuola non era cambiata, eravamo sempre gli sfigati di turno, e nessuno voleva entrare a far parte delle Nuove Direzioni. Ci servivano membri dal momento che Matt aveva lasciato la scuola, e l'unico modo per attirare qualcuno era cantare davanti a tutti. Ma la cosa non piacque, e gli altri studenti continuarono a ignorarci, come se non fosse successo nulla, come se non avessimo appena cantato in mezzo al cortile "Empire State Of Mind" di Alicia Keys con delle magliette con la scritta New York City in colori sgargianti.

My Life Would Suck Without YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora