I WAS BORN THIS WAY

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«Attenzione! Sta arrivando Miss Perfezione, allontanatevi se non volete rischiare di diventare dei finocchi!»

Eh già, quella era stata l'accoglienza il giorno dopo la Notte dei Negletti.

E chi aveva potuto pronunciare quella frase se non Karofsky?

Ero appena uscita dall'aula di spagnolo, e quelle parole mi avevano colpita in faccia con violenza, lasciandomi quasi senza fiato. Era stato peggio che ricevere una granita in faccia e peggio di tutti gli insulti mai ricevuti in quei corridoi.

Certk che la mattina dopo lo sapeva già tutta la scuola!

Trasferendomi al McKinley speravo di chiudere il capitolo della mia vita in cui venivo presa in giro. Speravo di aprire quello in cui ero la ragazza popolare, o anche semplicemente una ragazza come tutte le altre. Nessuno al McKinley conosceva la mia storia, nessuno conosceva Blaine e nessuno sapeva cosa ci era successo. Per un periodo ci ero riuscita, avevo realizzato il mio sogno di essere una ragazza normale, senza prese in giro. La Notte dei Negletti però era stata fatale, e ora tutti sapevano della mia storia. Pensavo che cambiare scuola mi avrebbe aiutata a smettere di sentire tutte quelle cattiverie su di me, invece ancora una volta ero stata presa di mira, ancora una volta sentivo lo sguardo penetrante di tutti su di me. Ancora una volta sentivo il disgusto delle ragazze e soprattutto dei ragazzi. Sentivo che quando mi avvicinavo si scansavano e che non volevano avere niente a che fare con me.

Ero bloccata, non riuscivo a fare neanche un passo in avanti. L'idea di attraversare quel corridoio sotto lo sguardo giudizioso di tutti mi paralizzava.

«Ehi, Roxie! C'è un bel sole oggi vero?» esclamò a un tratto una voce al mio fianco.

In un attimo mi ritrovai con Sam accanto, che mi guardava con un sorriso e che mi mise un braccio intorno alle spalle con aria ammiccante.

Io lo guardai stranita.

«Sam, non siamo all'aperto» gli feci notare, quando lo vidi alzare lo sguardo verso l'alto mentre parlava del sole.

«Lo so, ma mi sembrava che avessi bisogno di aiuto» mi sussurrò lui, abbassando lo sguardo per guardarmi e facendomi l'occhiolino.

Io lo guardai sorpresa e poi gli feci un debole sorriso per ringraziarlo.

«Andiamo?» mi chiese allora lui, facendo cenno verso il corridoio.

Improvvisamente mi ricordai del perché le mie gambe erano paralizzate, e i miei occhi si riempirono di terrore.

Non potevo camminare in mezzo a quei ragazzi!

Non potevo, non potevo e non potevo!

«Ci sono io con te, ce la puoi fare» mi sussurrò di nuovo Sam, che evidentemente si era accorto del mio sguardo terrorizzato.

Poi iniziò a camminare senza togliermi il braccio dalle spalle, e io non potei fare a meno di seguirlo.

«Ehi, bocca da trota! Stai rischiando grosso sai?» strillò in quel momento Azimio (amico di Karofsky e giocatore di football come lui).

«Sì, amico, vuoi diventare gay?» gli chiese Karofsky guardandolo stranito e poi scoppiando a ridere.

Sam sembrò ignorarli, e gliene fui molto molto grata. E gli fui molto grata anche per quel braccio intorno alle mie spalle, perché con lui al mio fianco gli sguardi degli altri studenti sembravano essere un po' meno penetranti, anche se comunque dolorosi.

«Avete qualche problema?» chiese in quel momento Sam con aria di sfida, rivolto a tutti gli altri studenti intorno a noi «Sto camminando con la mia amica Roxie! Una delle ragazze più belle e sexy della scuola!» esclamò poi, tirandosela come se stesse camminando al fianco di Jennifer Aniston.

My Life Would Suck Without YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora