ON OUR WAY TO NATIONALS

107 18 28
                                    

«Ragazze, ma ci credete?! Stiamo per andare alle Nazionali a New York!» esclamò Mercedes quel pomeriggio, seduta ad un tavolo del Lima Bean.

Io, lei, Quinn e Tina avevamo deciso di prendere qualcosa insieme, e l'argomento Nazionali era inevitabile. Mancava solo una settimana, e non stavamo nella pelle.

«Non mi sembra vero!» esclamò Tina, a sua volta decisamente agitata.

«Abbiamo lavorato sodo per guadagnarci questo posto alle Nazionali, ce lo meritiamo» dissi io annuendo fiera di noi.

Non vedevamo l'ora di mettere piede nella grande mela, anche perché per molti di noi sarebbe stata la prima volta a New York, ed era decisamente speciale andarci per le Nazionali.

«Non vedo l'ora di camminare per Time Square, e a Central Park, vedere la Statua della Libertà...» iniziò a elencare Mercedes con aria sognante
«E poi, pensate che emozione salire su quel palco e cantare davanti alle persone più prestigiose della città!» disse ancora, scuotendo la testa incredula.

«Pensate che ansia!» la corresse Tina facendoci ridere.

«Beh, l'importante è godersela» dissi io «Vero, Quinnie?» chiesi poi alla mia amica bionda, che era decisamente silenziosa quel giorno.

Purtroppo sapevo il motivo: Finn l'aveva lasciata pochi giorni prima, e lei ci era rimasta davvero male. Le piaceva davvero il Quarterback, ma era evidente che non fosse il ragazzo giusto per lei. Troppo poco sveglio e troppo preso da Rachel.

Eh sì, a Finn piaceva ancora Rachel, e non era un mistero che fossero fatti per stare insieme, solo che la povera Quinn era rimasta con il cuore spezzato per essere stata mollata, e il suo odio verso Rachel era triplicato.

«Sì, vero» disse Quinn annuendo alla mia domanda con aria assente e abbozzando un sorriso.

Io sospirai e la guardai con apprensione.

Dovevo fare qualcosa.

«È chiaro che hai bisogno di distrarti» le dissi appena Tina e Mercedes ci lasciarono sole al tavolo.

Lei mi guardò aggrottando le sopracciglia.

«Da cosa scusa?» mi chiese poi confusa.

«Andiamo, Quinn, si vede che sei ancora sotto la storia con Finn, e mi dispiace. Hai bisogno di una serata tra amiche!» le dissi annuendo con un sorriso.

Lei sospirò.

«No, io non... » iniziò a dire «Va bene, hai ragione, ci sono rimasta davvero male. E sì, ho bisogno di una serata con te» ammise poi rassegnata e guardandomi implorante.

Io feci un sorrisetto fiero, e poi le dissi che quella sera avrebbe dormito da me.

«Pigiama party per dimenticarci di Finn!» esclamai poi, facendo un ballettino entusiasta, che mi uscì un po' come quello di Chandler in Friends.

Sì, sono una brava ballerina, ma quando mi ci metto so fare anche la stupida.

«Ma non è mercoledì oggi?» mi chiese Quinn pensierosa.

Cavolo!

Era sì mercoledì!

Avevo la serata Bloxie!

«Non importa, Blaine può aspettare» le dissi allora, alzando le spalle con noncuranza «Quella che ha bisogno di me sei tu stasera» aggiunsi, prendendole la mano che era sul tavolo e annuendo convinta.

Incrociando gli occhi di Quinn li vidi spenti rispetto al solito, ma alla mia notizia il suo volto si illuminò in un debole sorriso.

«Anzi, sai cosa facciamo? Ora mentre andiamo a casa mia ci fermiamo da Blaine, così capisce che gli dico la verità e che non gli sto dando buca per uscire con Nick» aggiunsi con aria complice.

My Life Would Suck Without YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora