Stavamo tornando tutti nel nostro paese, sprizzavamo felicità da tutti i pori e non lo nascondevamo affatto, come si notava dagli occhi di chi ci guardava male in treno. Uscito dalla stazione, presi il bus che mi portava ad una quarantina di metri da casa mia. Quando arrivai alla fermata, mi apprestai ad entrare nel solito bar dove compravo una bottiglia d'acqua poiché quella che mi portavo per la partita non era mai sufficiente. Mentre attraversavo la strada, vidi un uomo dalla corporatura nota, non vedevo il suo volto perché stava comprando delle sigarette dal distributore accanto all'ingresso del bar. Appena questi si voltò, ebbi un flash nella mente: ero certo che quell'uomo fosse mio padre.
L'ultima volta che lo vidi era tre anni fa, aveva eseguito gli ordini del giudice per appena un anno, anche se, dovendo fare i pignoli, erano dieci mesi. Da quel momento nessuno seppe più nulla di lui. Io e mia madre non lo vedemmo più anche quando andavamo fuori paese, neanche i suoi amici più stretti non ne sapevano nulla, così come colleghi e datore di lavoro. Ci voleva coraggio per presentarsi qui, in un paese dove si è comportato male con tutti, partendo dalla famiglia. Il rapporto tra lui e mia madre, prima del divorzio, andava liscio come l'olio. Non litigavano affatto, se non per delle cose superflue. Tutto cambiò però quando un giorno i due si recarono alla banca per richiedere un prestito, poiché, a causa della crisi finanziara, riuscivamo, sì, a pagare il mutuo, ma tralasciavamo le spese extra, ad esempio pagavamo sempre in ritardo le spese di gas, luce e telefono. Ma il prestito fu negato e mia madre non capiva il motivo, all'epoca mia sorella non aveva ancora compiuto diciotto anni e solo mio padre percepiva uno stipendio. Così il banchiere spiegò che mio padre doveva ancora finire di pagare un debito richiesto in passato del quale nessuno in famiglia ne sapeva nulla. A quel punto era chiaro perché insisteva che mia madre dovesse restare a badare a noi, nonostante, almeno mia sorella, non aveva di certo l'età per permetterglielo: necessitava di trovare una scusa valida secondo la quale la banca non avrebbe concesso il prestito. Dopo una serata di litigi tra i miei genitori, si seppe che, prima del matrimonio, mio padre ebbe un rapporto con una donna che portò alla nascita di una bambina e alla scomparsa nella vita della donna di mio padre, trasferitosi poi in questo paese insieme a mia madre dopo il matrimonio avvenuto appena sei mesi dopo quell'episodio. La donna e sua figlia si trasferirono poi casualmente qui, circa sette mesi prima della sera dei litigi e quando la prima seppe che il suo vecchio amante viveva a qualche metri da lei non esitò a chiedergli un supporto economico enorme, che doveva comprendere quelli mancati nei quattordici anni della figlia. Ritornando alla confessione di mio durante "sera dei litigi", questi tentò di farsi perdonare da mia madre poiché lei non è mai stata tradita e i dati anagrafici parlano chiaro. Riuscì nel suo intento, ma mia madre non sopportava più la sua presenza che gli ricordava il segreto a lei sempre celato e richiedette il divorzio.
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Le pagine più buie
General FictionIl viaggio psicologico attraverso la mente di un giovane aspirante calciatore, che, già segnato dagli eventi vissuti durante l'infanzia e l'adolescenza, vivrà diverse importanti svolte nella sua vita. Riuscirà a realizzare il suo sogno e, soprattutt...