Le pagine più buie

CAPITOLO 33

<< Perché l'hai trattata così? >> Gli chiesi in pena e tentando di temporeggiare.
<< Sono fatto così, quando mi arrabbio non posso essere fermato in nessun modo. Quando eri piccolo non mi hai mai visto così, per fortuna non c'è mai stata un'occasione, ma sono sempre stato così. >>
<< Non hai mai pensato di dover cambiare? >>
<< No. E non lo farò mai. >>
<< Non hai paura delle conseguenze delle tue azioni? >>
<< Assolutamente no. Dopo averle dato il colpo di grazia, toccherà a te. Spero che Nora abbia fatto la brava e sia tornata a casa, altrimenti, mi spiace per lei, ma mi toccherà farlo... >>
<< Non te lo permetterò. Hai già causato troppo male. Non le toccherai neanche un capello. >>
<< Mi stai facendo quasi ridere. Comunque devo dirti che sei stato cresciuto bene, ammiro la tua calma e la tua freddezza, ma penso che hai quest'atteggiamento solo perché sei sicuro di vincere. Dovrò contraddirti. Bene, se non hai altro da dirmi io le spezzerei il collo ormai. >>
Si apprestò a colpirla. La polizia ancora non era arrivata, tantomeno non si udivano le sirene. Dovevo agire, anche a costo di farmi male. Non avevo più nulla da perdere: la vita di mia madre era incerta e avrei dovuto dire addio alla ragazza che amavo.
Così lo spinsi e cercai di placarlo. Era steso per terra e gli tenevo le braccia ferme. Mi colpì con una ginocchiata e si alzò.
<< Mi spiace che tua madre non è più cosciente, - disse. - mi sarebbe piaciuto farle vedere la fine di suo figlio. >>
Le sue parole mi irritarono. Persi il controllo e lo aggredì. Nacque una vera e propria rissa, dalla violenza inimmaginabile, finché non si udì finalmente il suono delle sirene.
<< Nora! - Urlò inferocito. - Come hai osato tradire tuo padre! >>
Poco dopo arrivò la polizia, catturò facilmente mio padre che tacque sconfitto. Successivamente giunsero anche i medici che portarono mia madre in ospedale, mentre io e Nora andammo in caserma per far ascoltare la registrazione alla polizia e fornire la nostra testimonianza oculare.