Nora visualizzò subito il messaggio ma non mi mandò alcuna risposta. Immaginavo che se la fosse presa per la mia mancata risposta alla foto. Mi sarebbe dispiaciuto, aveva solo me come amico qui e non avrebbe dovuto perdermi per uno stupido messaggio. Mi ero subito abbattuto, ma ritornai immediatamente felice: non mi aveva inviato alcun messaggio perché preferì telefonarmi. Ero solito camminare a passo veloce, ma quella volta camminai lentissimamente, non avrei mai voluto arrivare a casa, volevo stare a parlarle per ore e sentire la sua voce delicata come una poesia d'amore, ma poi giunsi a casa inevitabilmente. Lì trovai mia madre, tornata da poco, che già si dava da fare. Apparecchiava la tavola, per fortuna, per due.
<< Siamo solo noi due oggi? >>
<< Sì, tuo padre viene verso le sei di questa sera. >>
<< Mio padre... Mah, nessuno dei due accetta questa cosa e dopotutto gli è concesso venire qua quando gli pare. >>
<< Mi conviene la sua presenza, ne avevamo già parlato... >>
<< Infatti ed è meglio non riparlarne. Sono le due e mezzo - le lezioni nella mia scuola terminavano alle quattordici - e ho meno di tre ore per studiare, perciò non ho tempo da perdere. >>
<< Come tre ore? Gli allenamenti non riprendono domani? >>
<< Sì, ma non penso di stare qui oggi. Non ho voglia di vederlo. >>
<< Va bene... >>
Mi sembrava strano che non avesse insistito affatto, reputavo impossibile che si fosse rassegnata poiché aveva sempre detto che avrei dovuto stare un po' con lui. Forse aveva qualcosa in mente da fare, ma non m'importava: mi andava bene che mia madre assecondasse le mie scelte per non stare con lui e quindi non vi rimuginai se non per quell'istante.
Terminato il pranzo, cominciai subito a studiare, parlando sempre con Nora tramite chat, anche se non molto frequentemente perché impegnato coi compiti. Quando avevo ormai finito lessi un suo messaggio in cui diceva che era rimasta sola a casa, pertanto mi chiedeva se potesse telefonarmi come fece quella stessa mattina. Le scrissi di aspettare. Mi ero appena reso conto che erano quasi le sei, l'orario in cui sarebbe arrivato a casa l'uomo che anagraficamente rappresentava mio padre. Allora decisi di uscire senza dire nulla a mia madre, ma ella mi vide. La guardai in attesa delle sue parole ma non mi disse nulla e allora andai via. Chiesi a Nora se piuttosto che parlare tramite il cellulare potessimo farlo dal vivo e mi mandò una nota vocale in cui mi diceva che me l'avrebbe permesso con la felicità che usciva fuori dalle sue parole in modo molto evidente...
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Le pagine più buie
General FictionIl viaggio psicologico attraverso la mente di un giovane aspirante calciatore, che, già segnato dagli eventi vissuti durante l'infanzia e l'adolescenza, vivrà diverse importanti svolte nella sua vita. Riuscirà a realizzare il suo sogno e, soprattutt...