CAPITOLO 19

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La mattina seguente, mentre stavo andando a scuola, incontrai Nora per strada. Eravamo soliti a percorrere insieme il tragitto scuola-casa il pomeriggio, ma di mattina non ci vedevamo se non fuori scuola. Mi vide da lontano e mi corse incontro. Mi saltò letteralmente addosso per abbracciarmi e mi riempì di affettuosi baci sulla guancia.
<< Mi ero troppo spaventata ieri. >> Mi disse mentre ritornava coi piedi per terra.
Le sorrisi, mentre lei era presa dal fiatone, e le sistemai una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
<< Cerca di avere più cura di te stesso. Questa è stata una scemenza, ma se fosse stato qualcosa di più serio? >>
Aveva paura di perdermi. Sentirmi dire quelle cose mi riempiva il cuore e mi rendeva sempre più certo del suo amore, ma è vero che è spiacevole far soffrire o semplicemente fare preoccupare gli altri.
<< Non preoccuparti: è stato un caso più unico che raro. - Le rassicurai. - Ora andiamo a scuola. >>
Anche Angelo volle sapere cosa era successo quando mi vide fuori scuola, così dovetti trascurare Nora nel tempo in cui gli raccontai l'episodio. Lei era lì, vicino a noi, ma non interagì affatto, anche quando diventava lei la protagonista del racconto. Era incredibile come cambiava da un momento all'altro: con me era una ragazza sveglia, piena di voglia di vivere e di felicità, invece quando si trova insieme a qualcun altro si chiudeva e perdeva tutta la voglia di vivere e la felicità che sprigionava, non riuscendo mai a sentirsi a proprio agio.
Le ore di lezione passavano lentamente, non venni mai interpellato poiché le interrogazioni durante le ultime settimane di scuola erano dedicate maggiormente a chi doveva raggiungere la sufficienza che io ho sempre ottenuto facilmente. Le ultime ore invece furono segnate dall'ansia, perché presto Nora sarebbe andata a casa mia e avrebbe conosciuto mia madre.
Uscii da scuola e come sempre camminavo insieme a Nora.
<< Poso prima lo zaino a casa. - Disse lei quando giungemmo nei pressi della sua abitazione. - Aspettami qui, c'è mio padre e già ti ho spiegato... >>
<< Sì, sì. Tranquilla. >>
Mi sarebbe piaciuto dirle "Non posare un bel niente, studia con me, così stiamo ancora un po' insieme perché è insieme a te che voglio stare. Ora e sempre." ma non sapevo se mio padre tornasse a casa dopo pranzo. Così, mentre Nora saliva a casa sua, telefonai mia madre.
<< Mamma, lui non c'è, giusto? >> Le chiesi.
<< Non ti sbagli. Ho chiesto alla signora di tornare prima a casa e quindi ho preparato io tutto. >>
<< Sì, avevo capito la tua intenzione quando ieri hai deciso di invitare la mia amica. A proposito, lei non conosce i particolari della mia vita, perciò se dice qualcosa sulla famiglia, cerca di tergiversare. >>
<< Come vuoi. Ma la prossima volta non darò corda a te e alle tue bugie. >>
<< Ma mamma, dobbiamo solo ringraziarla, non dobbiamo farle la testa piena delle tragedie che vivo. >>
Poi, per evitare di litigare, la salutai subito dopo e riagganciai.
Arrivammo a casa e trovammo già tutto pronto, come solo mia mamma sapeva fare.

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