CAPITOLO 16

5 2 0
                                    

Ovviamente neanche quella sera mangiai (ormai è anche inutile specificarlo in questo racconto) e dormii pochissimo. Non avrei potuto dimenticare Caterina da un giorno all'altro, sembrava addirittura impossibile farlo attraverso un procedimento lento e graduale. Però, sì, riconobbi che era in corso un innamoramento. Non la conoscevo ancora benissimo e sono sempre stato una persona molto selettiva. Anche se ero più giovane, prima di dichiararmi a Caterina, con la quale ci fu un colpo di fulmine, preferii prima sapere tutto su di lei e la medesima cosa avrei dovuto fare con Nora, se l'innamoramento si fosse mai tramutato in amore.
Il giorno dopo mi svegliai tardi poiché tardi, la sera prima, mi addormentai. Non ebbi il tempo per fare colazione per entrare in orario a scuola. Arrivai lì appena prima del suono della campanella, tutti gli studenti stavano già entrando nell'edificio, eccetto Angelo. Gli chiesi dove fosse Nora.
<< Stava in disparte come ieri, - cominciò a spiegarmi. - mi è capitato più volte di voltarmi verso di lei e l'ho vista ancora più strana. >>
<< Strana tipo preoccupata o pensierosa? >>
<< Francesco ma mi hai mai visto leggere nelle menti delle persone? Che ne so io. >>
Scoppiammo a ridere ed entrammo in classe. Nora era seduta dietro al solito banco e lo scarabocchiava immersa nei suoi pensieri come il giorno precedente. Tuttavia, quando sentì il rumore provocato dalla sedia che spostai per sedermi, alzò la testa di scatto, mi guardò rapidamente, subito dopo abbassò nuovamente lo sguardo e le scappò un sorriso. Ci rivolgemmo poche volte la parola quella giornata scolastica, soprattutto per un suo volere perché quel giorno era ancora più chiusa dentro di sé rispetto all'antecedente. Durante la ricreazione (quella volta non mangiai perché essendo stato in ritardo dimenticai di portarmi da mangiare), però, si avvicinò a me e senza preavviso mi abbracciò da dietro cogliendomi di sorpresa. Mi riempì di felicità quel gesto, uno di quei piccoli gesti che hanno un valore tutt'altro che piccolo se sincero. Ricordai di quando non avevo ricambiato il saluto la sera precedente e sebbene avessi fatto quel gesto non molto galante, lei mi cercava ancora. Mi resi conto che un bacio sulla guancia era una cosa di poco conto ed effettivamente solo io sapevo cosa provavo, quindi avrei potuto darglielo senza alcun problema, pertanto non meritava questo trattamento e dovevo ripagare l'errore.
<< Ti voglio bene. >> Le dissi.
<< Ieri non mi è sembrato... >>
<< Cosa ti sembrava ieri? >>
Con quella domanda, speravo di scoprire se avesse capito cosa provavo in quegli istanti o se il mancato saluto le avesse fatto capire l'esatto contrario.
<< Altro... >>
<< Sei sempre così vaga nelle tue risposte? >>
<< Te l'ho detto: hai ancora tanto da sapere su di me. >>
Essere stato ancora una volta vicino a Nora mi rallegrò molto e le restanti ore di lezione passarono velocemente, però ad un certo punto cominciai ad avvertire dei dolori lucinanti allo stomaco. In effetti era totalmente vuoto. L'ultimo pasto che avevo consumato, risaliva al pranzo del giorno precedente, successivamente avevo bruciato calorie a causa dell'allenamento e della corsa con Nora, inoltre non avevo cenato e quella mattina non feci colazione e dimenticai di portarmi una merenda a scuola. Chiesi ai miei compagni se avessero qualcosa da mangiare, ma purtroppo ricevetti solo risposte negative. Non avevo soldi in tasca e non ho mai osato chiederli a qualcuno, quindi non potevo comprare qualcosa al bar accanto alla scuola appena terminate lezioni. Dovevo mangiare assolutamente, mi stavo sentendo male. Come ogni giorno, tornai a casa insieme a Nora e le chiesi se per lei non ci fossero problemi se avessimo camminato a passo veloce vista questa mia urgenza. Tornammo in paese in men che non si dica, ma nel frattempo mi ero stancato ancor di più e quando ci trovavamo nei pressi dell'abitazione di Nora, persi i sensi e caddi per terra.

Le pagine più buieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora