CAPITOLO 20

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Il pranzo era buonissimo e fu reso ancora più piacevole dalla compagnia delle donne più importanti della mia vita di quel periodo. Nora si mostrò poco timida, era seduta accanto a me e molte volte cercava il mio sguardo in segno di sicurezza e parlò tanto con mia madre. Quest'ultima non le faceva molte domande, era Nora che spesso reggeva i discorsi. Io, invece, non parlavo molto. Preferivo studiare le espressioni delle due, per capire cosa pensavano l'una dell'altra. A volte mi capitava di perdermi negli occhioni di Nora, splendenti e sorridenti.
<< Stai gustando il pranzo tu? >> Mi chiese all'improvviso mia madre ironicamente.
<< Ti superi ogni giorno. >>
<< Devo ammetterlo che cucina molto bene, signora. >> Disse Nora, che aveva quasi finito la portata, a mia madre.
<< Mi piace cucinare, soprattutto se do da mangiare a brava gente come te e mio figlio. Mi fa piacere che Francesco si circondi di persone come te. >>
<< Mamma, - dissi - questo è merito tuo e dell'educazione che mi hai dato. >>
Era un chiaro riferimento all'assenza di mio padre uscitomi spontaneamente dalle labbra, a cui, fortunatamente, mia madre colse come un complimento.
<< Che bello il rapporto che avete. >> Disse Nora che ormai aveva finito di mangiare.
Poco dopo finii anch'io e successivamente mia madre.
<< Grazie signora. - Disse Nora a mia madre una volta che tutti terminammo il pranzo. - Potrei usare un attimo il bagno prima di andare? >>
<< Certo. >> Rispose per poi indicarle la direzione del vano.
<< È una brava ragazza per davvero. >> Mi disse una volta che Nora si era allontanata, riferendosi al discorso riportato.
<< Mi fa piacere che lo pensi. Lo sai che da allora faccio molta fatica a relazionarmi con le persone e che il tuo parere è molto importante per me, quindi la tua approvazione mi rende soddisfatto della mia scelta. >>
Nora uscì dal bagno e la accompagnai a casa.
<< È molto simpatica tua mamma. >> Mi disse.
<< Anche lei lo pensa di te. >>
<< Sono contenta. Sai, sono stata davvero bene. >>
<< Le porte di casa mia sono sempre aperte per te. Ti devo quasi la vita. >>
<< Solo per questo? >>
Senza rendercene conto eravamo arrivati al palazzo in cui si trovava la sua casa. Si avvicinò al citofono, ma non bussò. Si poggiò con le spalle al muro e attendeva la mia risposta.
<< Certo che non è solo per questo. - Le dissi finalmente. - Hai cambiato la mia vita. >>
<< In meglio, spero. >>
<< Ovviamente. Te ne sarò sempre riconoscente. >>
Lei sorrise. La guardai intensamente negli occhi ma non dissi nient'altro.
<< Quindi salgo o hai qualcosa da dirmi? >> Domandò sospettosa.
<< Beh... C'è altro. >>
<< Ovvero? >>
Poggiai la mano destra sul muro e con la sinistra stavo per darle una carezza per potermi poi confessare. Ma non ci riuscii e con la mano sinistra le diedi una pacca sulla spalla.
<< Che ti voglio bene. >> Le risposi.
<< Certo che sei poco intraprendente. >> Disse Nora che subito dopo mi avvicinò a lei, tirandomi la maglia, e mi baciò.
Il cuore mi batteva forte e cominciai a baciarla anch'io. Tolsi la mano dal muro e la poggiai sul suo fianco e con l'altra le toccavo la guancia. Le sue braccia invece mi stringevano forte. Preso dall'istinto della passione, la avvicinai ancora di più al muro col mio corpo, che era diventato un tutt'uno col suo. Dopo quegli attimi passionali, seguirono alcuni più dolci. Cominciò a baciarmi sul collo e con una mano mi accarezzava i capelli, mentre l'altra restava avvinghiata a me. Si era allontanata dal muro, lasciandomi lo spazio per far passare le mani che avvolsi intorno a lei. Poi tolsi una mano, la portai sul suo volto e le diedi una serie di delicati baci a stampo.
<< Quindi sei sicuro che dovevi dirmi che mi vuoi bene? >> Sussurrò Nora con un tono leggermente provocante.
<< Ora che ci penso, dovevo dirti che ti amo. >>
Ci baciammo ancora, di nuovo con tanta passione. Eravamo sul centro del marciapiede. Man mano che ci baciavamo, la mia mano scendeva sempre più dal suo fianco, mentre lei aveva le braccia avvolte intorno al mio collo e una gamba che alzava di tanto in tanto.
Fu un momento molto eccitante per entrambi, ma dovremmo interromperlo perché doveva salire a casa.
<< Ti amo. >> Mi disse dopo aver fatto aprire il portone.
<< Anch'io. >>
Aspettai finché non vidi che fosse entrata nell'ascensore e andai via sorridendo.

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