Quando riaprii gli occhi, vidi un viso celestiale - un po' come succede nei cartoni animati - che mi osservava.
<< Finalmente ti sei svegliato! >> Disse questa ragazza. Ella aveva poggiato la mia testa sulle sue gambe a mo' di cuscino, mentre il resto del mio corpo era sdraiato su un divano, dove appunto era seduta anche lei.
<< Chi sei? >> Chiesi.
<< La tua salvatrice. >>
<< In che senso? >>
<< Ti ho trovato per terra e ho chiesto ad un uomo di aiutarmi a portarti qui. >>
<< Ah beh... Grazie. >>
Lei sorrise.
<< Piacere, Nora. >>
<< Francesco. >> Le risposti un po' stranito.
<< Cosa c'è che non va? >>
<< Stavo metabolizzando il momento in cui ho perso i sensi... >>
A tal proposito mi alzai di scatto, dimenticandomi del dolore alla caviglia, per cui feci una smorfia sul volto.
<< Che succede? >> Mi chiese Nora preoccupata.
<< Nulla, solo un po' di fastidio alla caviglia... Ho bisogno solo di riposarmi, ho ripreso a giocare a calcio dopo un po' e sabato devo ritornare in campo. >>
<< Vuoi un massaggio? Dicono che li so fare molto bene. >>
<< Mh, può solo farmi del bene, però devo subito tornare. >>
Allora lei cominciò a massaggiarmi la caviglia sinistra e aveva proprio ragione: le sue sottili mani erano delicatissime, sembravano quasi miracolose. Nel mentre cominciammo a conoscerci, da lei seppi che aveva compiuto da poco 17 anni. Dall'aspetto sembrava una quindicenne, una bella ragazza sì, ben costruita, ma molto più bassa di me sebbene avessi circa mezzo anno in meno a lei. Era arrivata in paese da poco, ma ha vissuto qui anche anni fa, quando era piccola.
<< Penso che sia arrivato il momento di andarmene, - dissi dispiaciuto, era innegabile che quel massaggio fu soddisfacente, ma dovevo ritornare a casa per scoprire la verità - però non posso intrattenermi ancora. Grazie per il massaggio. >>
<< Sì, è passato il fastidio? >>
<< Certo. >>
Lei mi sorrise, mentre io aspettavo che mi accompagnasse alla porta o quantomeno mi indicasse come arrivarci.
<< Ehm... - fece Nora imbarazzata - Quindi sabato hai una partita? >>
<< Sì, la finale. >>
<< Sa' qui non è che abbia molti amici, potrei venire a vederti giocare? >>
<< Assolutamente sì. Scambiamoci i numeri di telefono e ti mando la posizione, ma ora non posso intrattenermi ancora. >>
<< Ah giusto... >>
Subito dopo corsi a casa ed una volta entratovi vidi mio padre seduto allegramente a tavola.
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Le pagine più buie
General FictionIl viaggio psicologico attraverso la mente di un giovane aspirante calciatore, che, già segnato dagli eventi vissuti durante l'infanzia e l'adolescenza, vivrà diverse importanti svolte nella sua vita. Riuscirà a realizzare il suo sogno e, soprattutt...