CAPITOLO 31

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Risposi al telefono, ma la voce di mia madre non era chiara. Urlai "pronto" ripetutamente, finché non sentii un rumore e la linea si interruppe. Provai a telefonarla ancora inutilmente: il telefono risultava spento o non raggiungibile. Così decisi di lasciare immediatamente la casa di Nora, che mi seguì, dopo aver raccolto il suo cellulare, appena vi uscii. Arrivammo in un batter d'occhio, ma al citofono non rispose nessuno. Per fortuna pochi minuti dopo entrò un signore nel palazzo e approfittammo per entrarvi. Tuttavia nessuno mi rispose anche quando bussai alla porta, dalla quale però si udivano chiaramente rumori di schiaffi e urla (adesso vi sarà chiaro perché avevo definito "mio padre" un <<essere burbero e violento>>).
<< Questa voce... >> Sussurrò Nora.
<< Che intendi dire? - Domandai. - Registrala, me lo dici dopo. I vicini non hanno chiamato la polizia, andremo direttamente noi con prove inconfutabili. >>
<< Sì, ma... >>
<< Appena entriamo in casa fallo. Adesso non sono abbastanza chiare per noi, figurati per il registratore di un cellulare. In ogni caso, non ci apriranno mai la porta, ciò significa che devo farlo io con la forza. >>
Cominciai a spingere con tutte le mie capacità, ma chiaramente la porta non cedeva con così facilità. Passarono diversi minuti. Continuavo a sentire le urla, i rumori di schiaffi e di oggetti che volavano ed io ero ancora ero fuori casa. Impotente, non potevo intervenire, mentre i vicini probabilmente origliavano senza intervenire e Nora era stranamente sovrappensiero. Indietreggiai e mi scaraventai contro la porta con la mia spalla sinistra, non aprendola, ma facendo un rumore non indifferente. Finalmente il silenzio. Cominciai ad udire dei passi che si avvicinavano all'ingresso e poi il suono della chiave che apre la serratura della porta.
Vidi quell'essere ripugnante con un'esperienza demoniaca, da folle, mai vista prima di quel momento.
<< Cosa stai facendo? Fammi entrare! >> Gli urlai.
<< Se ci tieni a vedere la fine della tua adorata mamma, entra pure. >> Disse con un'arroganza tale da istigare alla violenza anche l'essere umano più innocente che sia mai esistito. Successivamente si voltò e guardò Nora che aveva già avviato la registrazione.
Cambiò immediatamente tono ed espressione: << Che ci fai tu qui? >>
<< Papà... >> Disse lei balbettando e col volto incredulo.

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