CAPITOLO 38

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Tutto quello che avrei potuto avere ora non c'è più, quella notte è svanito tutto... Per l'ennesima volta mia madre si è portato via tutto, l'unica consolazione che mi rimane è che adesso non potrà più farlo perché io stessa o meglio il mio alter ego l'ha uccisa.
Ormai piango da una settimana di fila, da sola nella mia stanza e senza mangiare... Bevo per sopravvivere e ogni tanto mangio una mela, oggi ci saranno i funerali di Kane, non riesco neanche a sentire pronunciare il suo nome dalle altre persone.
Da una settimana penso che è tutta colpa mia, perché sarei dovuta andare a cercarlo molto prima, avrei dovuto salvarlo prima.
Oggi verranno anche Lea e Aelor con i loro gemellini, spero che almeno loro mi possano perdonare.

Non so come riesco a trovare la forza di alzarmi dal letto, il pavimento freddo a contrasto con i miei piedi caldi mi ricorda le mani di Kane... Tutto mi ricorda lui.
Mi guardo allo specchio e noto che sono magrissima, le profonde occhiaie sotto gli occhi sono il segno indelebile di tante notti insonne, gli occhi arrossati e gonfi mi ricordano tutte le lacrime che ho versato da quella notte a oggi.

Mi rigiro tra le dita l'unica ciocca scura dei miei capelli...è come il sangue sulla neve candida, come il piccolo angolo buio in una stanza piena di luce, come una macchia nera su una maglia bianca, è come un demone in mezzo a gli angeli.
Quella ciocca mi ricorda chi sono davvero... Un' ibrida!

Sento bussare alla porta e sobbalzo distogliendo lo sguardo dall'immagine riflessa nello specchio.
Apro la porta lentamente e vedo Lea e Aelor con una grande carrozzina nera. Lea si porta un mano alla bocca e una sul petto iniziando a piangere, vedo anche Aelor con le lacrime a gli occhi. Sono vestiti di nero, sono vestiti a lutto.
Cerco di richiudere la porta ma il piede di Aelor me lo impedisce.

AELOR: "Non azzardarti a farlo, non ci pensare nemmeno" Mi volto di spalle e inizio a piangere silenziosamente.
IO: "Cosa volete?" Chiedo con voce roca e rotta dal pianto.

AELOR: "Devi prepararti, devi venire al suo funerale, K...." Alzo la testa di scatto e lo vedo sobbalzare.
IO: "Non azzardarti a dire quel nome... Non farlo! Non farlo mai più!" Urlo come una forsennata.
Sento i bambini piangere e mi si scioglie il cuore, vado verso la carrozzina e sono più che felice nel costatare che nessuno dei loro due genitori cerca di fermarmi. Vedo che è il maschietto che sta piangendo. Lo prendo in braccio e si calma all'istante.

IO: "Ciao piccolo!" Lo coccolo un pò e poi lo rimetto accanto alla sorellina.
Lea corre ad abbracciarmi e io non la respingo, la stringo forte... Ci stringiamo come forse non abbiamo mai fatto. Poi mi sorride e annuisce, apro l'armadio e scelgo un vestito tra quelli neri.

Quello che scelgo è lungo fino al ginocchio, più stetto in vita e più largo sulla gonna... Ha le maniche a tre quarti di pizzo. Metto dei collant neri e delle décolleté nere. Guardo l'anello che mi ha lasciato e una lacrima scende sul mio viso. Non mi trucco metto solo del mascara. Lascio i capelli sciolti e li arriccio, metto un cappotto nero e lungo fin sotto le ginocchia, mi faccio piccola piccola dentro di esso sperando di sparire.

Tu il mio demone, io la tua stregaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora