E Lele un po' si sbagliava.
Non era l'inferno che viveva a roma, ma ci si avvicinava.
Sono passate due settimane in quella scuola e alcuni, già dal primo giorno, se la prendono con lui. Ovviamente inutilmente. Diego lo difendeva e insieme a lui anche Gian e Tancredi, che avevano scoperto di essere anche in classe insieme. Per fortuna aveva loro, altrimenti non avrebbe resistito a lungo. Diego gli sta vicino il più possibile e sorprendentemente anche gli altri due.Quello di cui si era più sorpreso, in quelle due settimane, era Tancredi.
Quando avevano iniziato a prendersela con lui, Tancredi è stato il primo ad inveire contro i bulletti. Così li chiamava Tancredi. Bulletti. Certo ci aggiungeva anche "di sto cazzo", ma questo non è necessario saperlo.
Lui lo proteggeva e anche Gian e Diego ne erano rimasti sorpresi. Dopottutto nessuno se lo aspettava da lui, nemmeno il suo migliore amico che lo conosceva da anni. Ma meglio così. Di sicuro Lele non si lamenta.Oggi non ha proprio voglia di andarci a scuola, perciò avvisa Diego che lui se ne sta a casa, anche se ovviamente lui fa storie.
"Dai Die, non ne ho semplicemente voglia. Vacci tu"
"Le, ti prego. Non deprimerti a causa di quei coglioni"
"Die, davvero. Oggi non c'entrano nulla con questo. Semplicemente non voglio alzarmi dal letto. Oggi fa decisamente freddo. Ti prego, lasciami qui oggi. Domani vengo, lo prometto"
"Okay, va bene. Anche se non me la racconti per niente giusta. Avviso papà che tu stai a casa"
"Grazie Die, ti voglio bene. Ricordalo"
"Te ne voglio anche io"Passano le ore e lui si era addormentato, ma si risveglia a causa del telefono
Diego.
"Pronto"
"Non ci credo Le, stavi ancora dormendo? Ma sai che ore sono per lo meno?"
"E come faccio a saperlo. Mi hai svegliato tu"
"Le sono le 11. Noi tra un paio di orette usciamo a mangiare, vuoi venire? Ci raggiungi?"
"Die, cosa non capisci della frase "oggi voglio stare a casa?""
"Ah, ma tu intendevi anche oltre scuola?"
"E certo, Die."
"Madonna che depressione. E se ordinassimo da mangiare e venissimo tutti a casa?"
"Fate come ve pare."
"Le, ma cosa..."
"Ci vediamo dopo, die"E riattacca senza nemmeno aspettare una risposta. Non era in vena di vedere nessuno, nemmeno coloro che in poco tempo sono diventati suoi amici.
Decide di alzarsi, ormai sveglio, e di mangiare qualcosa. Anche se, a dirla tutta, di fame non ne aveva. Da due settimane mangia sempre meno e Diego se ne stava accorgendo, ma aveva deciso di non dire nulla per il momento.
Nonostante si fosse ripromesso che sta volta non doveva importarsene di quello che la gente gli diceva, le loro parole gli erano rimaste impresse. Era ancora troppo grasso per stare tranquillo. Doveva dimagrire ancora. E gli allenamenti e la dieta non bastavano. Inizia a prepararsi la colazione, una semplice ciotola di latte con qualche biscotto. Non voleva esagerare.E mentre mangia lentamente si fanno le 12.30. Tra mezz'ora sarebbero arrivati col pranzo e lui aveva appena finito di fare colazione. Sicuramente non avrebbe mangiato e si sarebbe rintanato in camera sua.
Ed è così che fa.
Diego non sa più cosa fare per convincerlo a mettere almeno un boccone nello stomaco, ma lui sempre più deciso gli risponde che non ha fame.Mentre gli altri tre giocano alla play in taverna, lui decide di andare a farsi una doccia, ovviamente senza guardarsi allo specchio. Si fa la doccia bollente, gli è sempre piaciuta la sensazione del calore che si infrange sulla pelle e la sensazione che il calore arrivi fino alle ossa.
Ci mette la sua bella oretta e quando esce non sente più nessuno urlare o imprecare.Che se ne siano andati?
Certo è che non si sarebbe mai aspettato di vedere, una volta rientrato in camera, Tancredi seduto sul suo letto.
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Insieme, nonostante tutto || tankele
Fanfictionleggete e basta ma avvertimento, se siete omofobi o contro questa ship andatevene perché non siete i benvenuti.