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La mattina seguente si risveglia, come nuovo. Letteralmente come se fosse una persona nuova. Sapere che lui piace a Tancredi, l'ha reso stranamente felice, ma ovviamente non può dire nulla.
Si è svegliato ancora nelle sue braccia che sono il suo paradiso personale. Trova una tranquillità che non ha mai provato prima, come se tutto il resto del mondo scomparisse. L'ha osservato molto profondamente: le sue lunghe ciglia che si appoggiano delicatamente sulle sue guance, il septum perennemente storto nonostante lui glielo sistemi sempre, i capelli arruffati e tutti in disordine con le quale Tancredi litiga tutti i giorni. Poi le sue labbra, quelle che ogni tanto guarda e sente la strana voglia di baciarle. Quelle labbra che sembrano così morbide anche solo alla vista.
Lele non può essere più felice di così. Adesso si ritrova da solo alle 8 di domenica mattina che prepara i pancake. Fosse per lui metterebbe anche un po' di musica, ma gli altri sono andati a letto parecchio tardi e vuole farli dormire. Ma sente due braccia circondargli la vita. Tancredi.
"Le che ci fai già sveglio?" gli chiede con voce assonnata, appoggiandosi alla sua schiena
"Mi sono svegliato e non riuscivo più a dormire, quindi sono sceso a preparare la colazione. Ho dormito abbastanza"
Dopo stanno in silenzio, ma non uno di quelli imbarazzanti. Uno di quelli che ti rilassano l'animo.
"Tanche"
"Dimmi"
"Ma dopo che sei arrivato che è successo?" gli chiede, anche se, beh, lui lo sa già.
"Oh... mh. Quando sono arrivato ti eri appena tranquillizzato dall'attacco e poi sei svenuto"
"Si, questo lo ricordo... cioè ricordo di averti visto entrare e poi di aver solo chiuso gli occhi perchè troppo stanco"
"Non ero sicuro te lo ricordassi perchè è accaduto così in fretta risponde continuando a stringerlo "poi Die ti ha portato in camera tua. Io e gli altri siamo rimasti svegli nella speranza ti risvegliassi prima di stamattina, ma così non è stato"
E invece...
"Ma..."
"Dimmi"
"Ve lo ha raccontato?"
"Cosa?"
"Il motivo dell'attacco"
"Ah, si. Ci ha detto che hai paura dei temporali. E... forse dovrei fartelo dire da lui, ma voglio essere sincero con te. E spero che non ti incazzerai con Diego, ma lo ha fatto perchè abbiamo insistito noi..."
"Cosa Tanche?" anche se lo sapeva già, sa dove vuole arrivare.
"Ci ha anche spiegato il motivo del tuo terrore per i temporali. Davvero Le, non ti incazzare con lui. Ho insistito io, se devi prendertela con qualcuno fallo con me."
"Oi, ma che stai dicendo? Non me la prendo con nessuno. Certo forse avrei preferito esserci, ma non fa nulla. Probabilmente anche se ci fossi stato avrei fatto parlare lui. Tranquillo, okay? Va bene, va bene." gli dice, girandosi verso di lui ancora nelle sue braccia. Gli accarezza la guancia cercando di tranquillizzarlo. Sorride quando Tancredi chiude gli occhi rilassandosi. Non ci pensa due secondi e lo abbraccia, stretto.
"Le, che ti prende?" gli chiede ricambiando l'abbraccio.
"Niente Tanche, volevo solo un abbraccio. Se non vuoi mi stacco."
"Nono, ti abbraccio quanto vuoi Lele."
E stanno abbracciati tanto, quando Lele si ricorda dei pancake "Tanche i pancake" e si stacca girandosi, sentendo le risate di Tancredi.
"Ma che te ridiiii. E' la tua colazione, cretino" e ride con lui.
"Eri così impanicato, Le. E' stato divertente. Ero così tranquillo e poi ti sei staccato all'improvviso. Stavo già iniziando ad urlarti contro, ma poi ho visto la tua faccia. Uno spasso"
"Ma uno spasso in realtà sono i tuoi capelli, Tanche. So tutti sparati in aria"
"Serio?" e corre in bagno a sistemarseli. Ride mentre Tancredi corre fuori dalla cucina, scuotendo la testa. Non cambiarà mai, ma gli piace così.

Cosa?
Cosa ha appena pensato?

Scuote la testa e sorride, continuando a cucinare.
"Buongiorno, bro"
"Giorno Die"
"Senti..."
"No Die, me lo ha già detto Tanche, non preoccuparti. Va bene, va tutto bene" gli sorride e ricambia velocemente l'abbraccio.
"A proposito di Tancredi, perchè è corso in bagno?"
E scoppia a ridere di nuovo all'immagine dei capelli in aria di Tancredi e della sua corsa di fuori
"Doveva sistemarsi i capelli. Sai com'è, lo conosci"
"Oddio, si. Erano conciati male?"
"Erano tutti in aria, bro. Faceva un sacco ridere"

"Ma fai ridere tu, stronzo"
"So di essere simpatico, grazie Tanche"
"Ma... eh vabbè, non ti rispondo nemmeno coglione"
"Uh, la coppietta sta litigando?"
Entrambi si girano verso Diego, fulminandolo con lo sguardo. Se uno sguardo potesse uccidere, adesso Diego sarebbe doppiamente morto.
"Scusate, madonna. Come siete irascibili"
Scuote la testa e "vai a svegliare Gian, dai. E' pronta la colazione".
Quando Gian arriva è già tutto a tavola, si siedono e mangiano. Felici, sono tutti quanti felici. C'è la serenità che c'era all'inizio, quando non riceveva i messaggi. E sono proprio questi a distrarlo. Sente il suo cellulare squillare alla notifica di un messaggio. Si gira verso di esso e si blocca. Non ha voglia di rovinarsi la giornata in questo modo. Erano giorni che non gli arrivava nulla, perchè riprendono ora?
"Le, tranquillo. Ci siamo noi, non sei solo. Guardalo."
Si alza, si avvicina e lo sblocca.

"La tua felicità finirà oggi, Lellino"

Si blocca.
Non riesce a trattenere le lacrime e si sente talmente debole che le gambe non lo reggono. Cade in ginocchio.

Perché?
Perché quando è felice per una volta devono rovinarlo così?

"Le" urla Tancredi, raggiungendolo immediatamente. Si inginocchia davanti a lui e lo abbraccia stretto e lui non fa altro che piangere ancora più forte stringendosi a lui. Stringe la felpa nelle sue mani e gli passa il telefono. Sa che vuole leggerlo insieme agli altri ed infatti lo legge ad alta voce.
"Cosa... No Le, oggi non ti lasciamo solo nemmeno un minuto. Non ti abbandoniamo, okay?" Diego gli si avvicina e lo stringe.
"Ha ragione Die, Le. Non ce ne andremo mai"
"Le, tesoro. Guardami"

Come lo ha chiamato Tancredi?

Alza lo sguardo e lo guarda negli occhi "Non ci separeremo, Le. Ne oggi ne mai. Staremo sempre insieme a te. Non permetteremo a nessuno di avvicinarsi a te" lo guarda negli occhi, ma poi ha un flash. Si stacca da Tancredi subito, lasciandolo confuso. Lo guarda e inclina la testa.
"Le, che c'è?"
"C'è solo una persona che mi chiama Lellino."
E tutti hanno un blocco.

Valerio.
Solo lui lo chiama in quel modo. Lo chiama così quando si scrivono. Non ci crede. Non può essere vero.

"QUEL PEZZO DI MERDA" urla all'improvviso Diego. Gian lo segue, iniziando a lanciare qualsiasi cosa avesse per le mani.
Tancredi è incazzato e lo nota dalle mani strette in un pugno e se non rallenta la presa rischia di farsi uscire il sangue.
Gli stringe le mani nelle sue e nonostante stia versando ininterrottamente lacrime, gli sorride.
"Come fai?"
"A fare cosa?"
"Ad essere così. A sorridere anche in una situazione così. A calmare me prima di pensare a te."
"Perchè sei importante per me, Tanche. E non voglio che tu ti faccia male. Guarda come ti stavi conciando le mani" dice, non riuscendo a bloccare i singhiozzi. Abbassa lo sguardo alle sue mani e le apre, ci sono i segni delle unghie sui palmi e menomale che l'ha fermato.
Alza di nuovo lo sguardo e vede Tancredi alternare lo sguardo tra i suoi occhi e le sue labbra. Vorrebbe baciarlo, adesso. Ma non è il momento. Gli sorride e gli lascia un bacio in guancia, lasciando Tancredi stupito.
Si alza, aiutando anche Tancredi farlo. Continua a stringergli la mano terrorizzato dal messaggio, ma prende coraggio ed inizia a parlare.
"Adesso che probabilmente abbiamo capito chi è... che facciamo?" dice con tutta la calma, verso i ragazzi.
"Le, dovresti essere tu quello più incazzato di tutti"
"Ma non credi che lo sia? Non credi che mi sta sul cazzo tutta sta storia? Sono incazzato nero, Die. Come mai prima d'ora. Con Valerio e con me stesso. Si, anche con me stesso. Mi sono fidato senza nemmeno avere un minimo dubbio, dovevo fidarmi più di Gian e Tancredi che hanno avuto dubbi fin da subito." finisce, girandosi poi verso i due "mi dispiace" dice abbassando lo sguardo
"No, Le. Non hai nulla di cui scusarti. Non è colpa tua. Anche io alla fine ho ceduto e mi sono fidato. Non ne hai colpe tu."
Gian gli sorride e lo abbraccia. Lele ricambia, ma non stacca la mano da quella di Tancredi: è l'unico contatto che ha per rendersi conto che sia la realtà e non un incubo.
"Ha ragione Gian. Le sai che io faccio fatica a fidarmi, anche con voi era così all'inizio. Poteva anche essere una persona buona, ma avrei fatto fatica a fidarmi comunque." gli risponde stringendogli ancora di più la mano.

E' fortunato.

Questo pensa nonostante tutto quello che gli sta succedendo. E' fortunato perchè ha delle persone meravigliose al suo fianco.
Li ringrazierà a vita.

Insieme, nonostante tutto || tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora