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Inutile dire che dopo quel pomeriggio sua madre aveva iniziato a chiedere non solo di Diego, ma anche di Gian. Come aveva previsto, sua madre lo adorava. Gli chiedeva come stava, cosa stava facendo, se stava andando bene a scuola pure lui. Le mancava conoscere solo Tancredi, ma non crede che con lui vada così. Lui ha un carattere particolare, uno di quelli che a sua madre non andavano molto a genio, ma è sicuro che piano piano l'avrebbe accettato. Ma per ora non è in programma la loro conoscenza.

A scuola va decisamente meglio, per il momento almeno. Quei due non gli davano più fastidio e nemmeno il loro gruppetto, ma continua a ricevere messaggi da quel numero. Non li sta cancellando, quindi ogni volta che accende il telefono ed apre whatsapp quei messaggi sono lì. Ma stranamente non gli dà peso. Per adesso. Non ne ha parlato con nessuno dei tre perchè non vuole dare loro preoccupazioni in più, ma forse dovrebbe. Ma non sa a chi. Tancredi partirebbe in quarta, mentre Diego si incazzerebbe perchè glieli sta nascondendo da una settimana.

Forse dovrebbe dirlo a Gian. E così finisce col chiamarlo al telefono e chiedergli di uscire solo loro due.
"Ehi Gian"
"Oi Le, tutto bene?"
"Più o meno. Senti dovrei parlarti di una cosa, ma non voglio che tu lo dica ne a Die ne a Tanc"
"Le... che stai combinando?"
"Io niente"
"Che sta succedendo?"
"Gian te ne posso parlare di persona? Per favore"
"Si, tra cinque minuti al parco. Muoviti che adesso sto preoccupato" e non fa in tempo a dire che va bene, che Gian ha riattaccato.
Si prepara velocemente ed urla a DIego che sta uscendo per raggiungere Gian e che gli spiega tutto dopo. Arriva al parco e lui è già li, seduto su un panchina.
"Ehi"
"Oi, parla dai"

In realtà non sa nemmeno da dove cominciare. Ma stranamente qualche modo lo trova. Parlare con Gian gli è sempre risultato facile, già dal primo giorno. Perciò non si ferma un minuto e gli spiega dei messaggi.
"Tu cosa? Le tu ricevi sti messaggi da una settimana e non ti è saltato in mente di dirci nulla? Ma perchè devi fare così? Perché ci devi nascondere le cose e soffrire da solo?"
"Gian, come ti ho già spiegato, visualizzo e non rispondo. Non mi toccano, almeno per il momento. Dicono le stesse cose che mi dicono a voce, quindi sto facendo come mi ha consigliato Tanche. Me li sto facendo scivolare e non gli dò retta."
"Ma non mi importa. Tu ce ne devi parlare. Madonna Le, dà qua il telefono e fammeli leggere"
E così gli passa il telefono e Gian apre quella dannata chat.

"Ce la pagherai."
"Sei grasso"
"Nessuno ti vuole"
"Stanno insieme a te per pietà"
"Ti mentono quando ti dicono che ti vogliono bene"

Recitano tutti messaggi del genere. E sono tutti uguali. Hanno lo stesso repertorio, non sanno più che inventarsi.
"Le, tu sai che niente di tutto ciò è reale, vero?"
"Certo, Gian. Certo che lo so."
"Almeno questo. Cristo, ma chi è"
"Non ne ho la più pallida idea Gian. Credo sia uno dei due stronzi in classe nostra, ma non ne sono sicuro"
"Perchè non lo vuoi dire a Tanche? Capisco che Diego si incazzerebbe perchè glielo stai nascondendo e non ti ascolterebbe. Ma perchè a Tanc no?"
"Gian, conoscendolo partirebbe in quarta verso quei due. E noi non abbiamo la certezza che sia uno di loro"
"Giusto. Che famo?"
"Non lo so. Te ne ho parlato perchè a qualcuno dovevo pur dirlo, prima che sarebbe peggiorata la situazione."
"E su questo so d'accordo con te. Capiremo piano piano cosa fare. Ora, vogliamo mangiare? E' l'una ed io ho fame. Chiamiamo anche gli altri due dai."

E così in meno di dieci minuti vedono gli altri due raggiungerli
"Ao, perchè ve siete incontrati solo voi due prima?"
Tancredi è sempre stato quello più curioso tra tutti e non gli piaceva che gli si nascondessero le cose
"Nulla de che, Tanc. Dovevo finire de raccontargli cose su una pischella dato che gliene avevo già parlato"
"Voi due non sapete mentire, ma facciamo finta de credervi"
E scoppiano a ridere. Sapevano benissimo che entrambi facevano pena a mentire, ma in questo caso è necessario
"Daje annamo a mangà che c'ho na fame. Moveteve che già siete lenti"
"Ma nun è vero, siamo arrivati in meno de dieci minuti. Bugiardo."
E Lele tira Diego per un braccio e se lo avvicina. Diego se lo stringe addosso e camminano così, uno accanto all'altro.
"Comunque voi due siete troppo appiccicosi, madonna"
"Tanche se tu non ti fai avvicinare, non giudicare gli altri su"
E deve ammettere che ogni giorno che passa insieme a questi ragazzi diventa sempre più felice. Non sa spiegarlo, ma l'unica cosa che può dire è che gli stanno salvando la vita.
"Comunque Le"
"Dimmi Tanche"
"Oggi sei particolarmente allegro"
"E quindi?"
"No, nulla. Volevo dirtelo. Mi piace quando sei così allegro. Trasmetti allegria."
E Lele lo guarda stranito, ma poi gli sorride. Non vuole farsi abbattere da quei messaggi.
Gli suona di nuovo il telefono, ma neanche il tempo di vedere chi è che Gian gli ruba il telefono da mano.
"Ma che cazzo..."
Gian risponde e "Pronto? Ah ciao Antonella! Nono è che avevo io il telefono di Lele in mano perchè me lo ha prestato. Solo che me ne sono dimenticato e pensando fosse il mio ho risposto. Comunque come stai?"

E così intavola una discussione di una buona mezz'ora con sua madre. Sempre più basito. E alla conversazione si è aggiunto anche Diego, quindi probabilmente pranzeranno tra un'oretta buona.

"Che è preso a Gian prima? Perchè ti ha rubato il telefono così?"
"Non lo so Tanche."
"Non è vero. Te l'ho detto. Nun sai mentì"
"Poi te lo racconto okay? Ve lo racconto a te e a Die. Ora fidati di me e di Gian. Ce la sbrighiamo noi"
"Dio, Le. Odio quando mi nascondi le cose."
"Lo so"
"E allora perchè lo fai?"
"Perchè ti conosco Tanche. Non voglio che tu parta in quarta"
"E' così grave?"
"Non è gravissimo, okay? Puoi fidarti di me?"
Lo vede sospirare e successivamente sbuffare. Alza lo sguardo, che prima era puntato davanti a loro, su di lui e gli accarezza la guancia.
"Me lo dirai vero? Non voglio che ti succeda nulla di grave"
Si appoggia a quel contatto, chiudendo gli occhi e sorridendo. Andiamo, sono poche le dimostrazioni di affetto di Tancredi e si approfitta di quelle che riceve e se le gode in pieno.
"Si Tanche, te lo dirò. Promesso. Non mi succederà nulla."
"Okay" gli risponde sussurrando.
Si sente tirare verso di lui e si rende conto che Tancredi lo sta abbracciando.

Ma che gli succede ultimamente?

Non gli importa.
Ricambia l'abbraccio senza nemmeno pensarci, appoggiando la testa sulla sua spalla. E' decisamente e stranamente tranquillo quando Tancredi lo abbraccia. Si sente al sicuro. Come se fosse protetto.
"Dai piccioncini. Muovetevi."
Si stacca da quell'abbraccio solo alla voce di Diego e sente Tancredi sbuffare.
"Sei na rottura de palle, Die. Fattelo dì. Pe na volta che lo abbraccio devi dì ste cose."
E sorride, mentre ricomincia a camminare. Viene affiancato da Gian mentre quei due discutono come sempre.
"Glielo hai detto?"
"No altrimenti a quest'ora lo stavamo rincorrendo."
"Giusto. Allora che è successo pe farti abbracciare da Tancredi?"
"Ha capito che gli nascondo qualcosa che riguarda me, ma mi ha fatto solo promettere che poi glielo avrei detto. Per ora gli ho chiesto di farcela sbrigare a noi due"
"Okay. Questo non spiega perchè t'ha abbracciato."
"Vabbe, ma veramente fate entrambi? Pe na volta che m'abbraccia de sua spontanea volontà dovete fa tutte ste storie? Ma lasciatelo sta porino"
"Hai ragione"

Arrivano al Mc ed ordinano da mangiare. Si siedono e iniziano a chiacchierare e ridere tutti insieme.
Gli suona il telefono, ma non gliene frega. Non lo controlla. Non ora.
Gian lo guarda e gli mima un "dopo guardiamo", lui annuisce e basta. Poi decide di spegnere il telefono.
Oggi vuole godersi la giornata.

Insieme, nonostante tutto || tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora