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Dopo aver mangiato si sono riaddormentati sul divano guardando un film, ma vengono svegliati da Giorgia che urla perchè non vuole andare a scuola.
Si risveglia per primo abbassando subito lo sguardo al braccio che gli stringe la vita. E' contento di aver affrontato il discorso, ma davvero non avrebbe potuto lasciarlo. Tancredi è letteralmente la sua vita. Si gira verso di lui e gli lascia un bacio in fronte, alzandosi e poi coprirlo per bene con la coperta che aveva preso ieri sera.
"Buongiorno" dice a sua sorella, mentre è intenta a bruciare i pancake.
"Oddio che spavento Lele. Perchè avete dormito sul divano?"
"Ci siamo addormentati lì mentre guardavamo un film alla tele. Che stai combinando?"
"Beh, cucino i pancake per tutti"
"E quei cosi li chiami pancake? Ma per favore, spostati che faccio io" e così si mette all'opera. Sono le sette del mattino e lui è già sveglio, è un miracolo. Infatti è la prima cosa che dice sua madre appena lo vede
"Ma che miracolo è questo?"
"Mà, il miracolo si chiama Giorgia che urla perchè non vuole andare a scuola. Già è tanto se non si è svegliato pure Tanche"
"Perchè?"
"Perchè se si alza col piede sbagliato siamo tutti morti"

"Ma non farmi passare come un mostro, stronzo" ed eccolo qui. Sveglio e che lo guarda male.
"Buongiorno Antonella"
"Buongiorno tesoro"
"Non dare retta allo stronzo di tuo figlio, giuro che sono un angelo"
"Si, Tanche. Un angelo dell'inferno" e scoppiano a ridere, tutti. Quell'atmosfera lo rallegra.
"Ma a proposito di scuola, signorino." e si blocca. Non ci aveva pensato.
"Okay, hai ragione. Non ci ho pensato quando sono partito."
"Immaginavo. Guai a te se salti ancora giorni questo mese"
"Si, okay." e sbuffa
"Anto non ti arrabbiare con lui. E' anche colpa mia che gli ho chiesto di raggiungermi"
"Tanche non ti preoccupare, è okay" cerca di non fargli addossare la colpa di una cosa abbastanza inutile.
"No, è anche colpa mia Le. Ti ho chiesto di raggiungermi senza pensare ad altro"
"Ed io quando ho accettato di venire non ci ho pensato, è okay"
"Ragazzi, vi state dando la colpa e state cercando di tranquillizzarvi su una cosa che non ha avuto importanza in quel momento. Tranquilli, la colpa non è di nessuno dei due."
Si guardano e si sorridono. Odiano quando uno dei due si dà totalmente la colpa, quindi lo fanno sempre.
"Ora sedetevi che la colazione è pronta"
Fanno colazione tutti insieme, ma mentre parlano il citofono suona. Si alza, bloccando sua madre, e va a rispondere.
"Chi è?"
"Lele? Ho suonato all'appartamento giusto?"
"Serena?" è un po' scioccato e Tancredi con lui.

Perchè la madre del suo ragazzo è qui?

"Si, scusate il disturbo, ma possiamo salire per una cosa velocissima? Fa un po' freddo"
"Si certo, al quarto piano" e gli apre.
"E' mia madre?"
"Si, Tanche. Ha detto che è una cosa velocissima, ma come fanno a sapere dove abito?"
"Beh, ieri per venire qui, ho guardato su maps del telefono di mamma il tuo indirizzo, ho fatto lo screen e me lo sono mandato. Forse ho dimenticato di toglierlo."
"Ah, okay."
E apre la porta, ritrovandoli lì fuori pronti a suonare al campanello.
"Ma siete proprio tutti eh"
"Eh già."
"Entrate su" e li fa accomodare.
"Ci dispiace essere venuti qui di prima mattina, ma appena avuta la notizia siamo corsi qui per parlare con Tancredi."
"Non vi preoccupate. Noi andiamo di là, così vi lasciamo da soli."
Spegne velocemente i fornelli e poi insieme alla sua famiglia si dirige nella sua stanza, non prima di aver lasciato una carezza e un bacio sulla tempia a Tancredi.
E' un po' in ansia, spera solo che vada tutto bene. E si preoccupa ancora di più quando sente Tancredi urlare, ma non capisce se urla per la gioia o per il dolore.
Va avanti ed indietro, non sa che fare. Non gli piace l'idea che il suo fidanzato stia soffrendo e lui non è accanto a lui.
"Zio, perchè Tanche sta urlando?"
"Non lo so, Gio. Non lo so"
"Tesoro calmati, ti viene un attacco così"
"Quello è il problema minore mamma"
"Ma..."
"Non mi importa. Non posso andare di là perchè sono cose loro, ma mi ci vorrei fiondare per capire se Tancredi sta bene. Non me ne frega se mi viene un attacco. Posso reprimerlo quello" ed, in realtà, è quello che già sta facendo. Non sapere come sta il suo ragazzo lo sta mandando in crisi.

Si rilassa un po' quando lo vede entrare in camera sua, ma non del tutto perchè sta piangendo.
"Le..."
"Dio, Tanche. Che c'è? Che succede?"
"E' guarita Le. Ce la farà, Lele. Uscirà dall'ospedale e continuerà la sua vita"
Non sa cosa abbia avuto sua zia, non glielo ha mai chiesto ed è meglio così. Ma al pensiero che ce la farà si rilassa, sedendosi sul letto.
"Le?"
"Nulla, Tanche. Nulla. Vieni qui."
E appena si avvicina lo stringe forte "Sono davvero contento, Tanche. Sono felice di vederti così sollevato. Dio, Tanche hai un sorriso meraviglioso"
"Ah Lele, Lele. Io sono felice che tu mi abbia raggiunto" e si stringono. E all'abbraccio si aggiunge prima Giorgia, poi Angelica e poi sua mamma.
"Qui c'è un abbraccio di gruppo? Perchè noi non siamo le benvenute?"
Si staccano tutti e si girano verso la porta. Berenice e Clarissa ferme sulla soglia di camera sua, che li guardano ridendo.
"Anto, Ange loro sono Berenice e Clarissa, le mie sorelle. Ragazze loro sono Antonella e Angelica, la mamma e la sorella di Lele"
"Piacere di conoscervi, davvero" dicono tutte e quattro contemporaneamente.
"Ehi!"
"Ah, si scusate. Talmente bassa che me l'ero dimenticata" aggiunge il suo ragazzo facendo la linguaccia a Giorgia "Lei è Giorgia ed è la nipote di Lele. Cioè la figlia di Angelica"
"Ciao Giorgia, piacere"
"Okay, ma andiamo a mangiare che ho fame?"
E scoppiano tutti a ridere.
"Andate, io vi raggiungo subito. Vado un attimo in bagno"
"Va bene" e tutti, tranne il suo fidanzato ovviamente, escono dalla sua stanza.
"Tanche?"
"Che hai?"
"Niente, Tanche. Perchè?"
"Sei strano"
"Ma no, mi sono solo preoccupato, tutto qui"
"Perchè?"
"Non so se te ne sei reso conto, ma hai praticamente urlato prima. Mi sono preoccupato da morire"
"Davvero? Credo di non essermene nemmeno reso conto. Scusami"
"Ma che chiedi scusa, coglione. Ci sta dopo una notizia così, però non riuscivo a capire se fosse un bene o un male, non sapevo che fare"
"E sei entrato in panico"
"Letteralmente"
"Hai avuto un attacco?"
"No, l'ho represso."
"Dio, Lele..."
"Non provarci, non provare nemmeno a chiedere scusa. Non è colpa tua. Non sentirti in colpa per questo perchè non ne hai. Fammi riprendere un attimo e arrivo."
"Io sto qui finchè non ti riprendi" e si siede accanto a lui, appoggiando la testa sulla sua spalla. Lui prende una sua mano e la stringe e poi lascia un bacio sulla fronte.
"Sono davvero felice di questa notizia, Tanche. Sono contento che tua zia si sia ripresa e che stia bene adesso"
"Ne sono felice anche io, Le. Tantissimo. Sono contento anche che tu mi sia stato accanto, Le."
"Tanche, ma non ho fatto nulla"
"Ma non è vero, Le. Hai fatto tanto e manco te ne sei reso conto" gli dice alzando lo sguardo e guardandolo negli occhi, sorridendogli. "Madonna Le, sono le sette e mezza del mattino ma vorrei averti proprio adesso"
"Tancheee" urla mentre arrossisce.
"Dai, Le. Sono felice e voglio essere felicissimo"
"Ma non possiamo"
"Non hai detto che non vuoi però" e ridacchia.
"Ma cosa te ridi, coglione. Posso sempre decidere di non farlo se non stai zitto"
"Okay, okay. Sto zitto"
"Non ora, adesso dobbiamo fare colazione, Tanche. Dio, ma perchè devi dirmi ste robe. Sai che divento un pomodoro"
"Sei bellissimo lo stesso, quindi non vedo dove stia il problema"
"Tanche, dai smettila" e ridacchia, mentre si alza trascinando il suo fidanzato, portandolo in cucina. Si bloccano entrambi e si sorridono quando vedono che le loro famiglie stanno seduti al tavolo e ridono.
"Oh, finalmente sono arrivati i piccioncini. Dai Le che ho fame"
"Sisi, ora preparo. Ancora mi chiedo come sopravvivete quando non ci sono"
"Non lo vuoi sapere, fidati zio" e ridono.
La sua famiglia e la famiglia del suo fidanzato seduti a tavola e il suo fidanzato che lo abbraccia da dietro. Questo per Lele é meraviglioso. Ha sempre sognato un rapporto così con un probabile fidanzato e la sua famiglia. E' felice che sia Tancredi e la sua meravigliosa famiglia.
Sente Tancredi avvicinarsi al suo orecchio e sussurrargli "Già ci vedo con una famiglia, Le. Tutta nostra"
Arrossisce, ma sorride al sol pensiero di una famiglia tutta loro "Anche io, Tanche."
"Sei il mio uomo, Le."
"Solo tuo"
"Madonna, Le. Stasera non mi scappi"
La sua vita sta diventanto perfetta.

Insieme, nonostante tutto || tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora