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Riesce a calmarsi grazie ai suoi amici, è ora di pranzo e deve decidere che fare da mangiare. Sono seduti sul divano e sta guardando dritto davanti a se, fuori alla finestra. Nonostante si novembre si sta bene, non fa troppo freddo; c'è il sole, nonostante faccia freddo. Insomma, c'è un bel tempo. Si alza improvvisamente e controlla gli altri. Diego e Gian stanno dormendo sul divano mentre Tancredi per terra con la testa sulle gambe di Gian. E' contento che almeno loro stiano riposando, sono stati due giorni difficili per tutti quanti.
Nota che in casa non c'è niente e quindi decide di uscire per prendere da mangiare. Cerca di svegliarli, ma stanno dormendo tutti quanti così profondamente che non si svegliano.
Alla fine, dopo inutili cinque tentativi a testa, si arrende e lascia un messaggio. Scrive che torna il più in fretta possibile e di non preoccuparsi. Scrive anche un ps affermando di aver provato a svegliarli, ma che non ci è riuscito e che ha deciso di uscire lo stesso perchè ha fame.
Una volta finito di scrivere, si prepara ed esce. E' un po' preoccupato in realtà, ma passa sopra a quei sentimenti. Non può entrare in panico ogni volta che deve uscire, perciò con tranquillità attraversa la strada. Beh.

Non poteva fare cosa peggiore.

*** (raga questa è una novità! Si cambia più o meno punto di vista. Mi spiego: è sempre raccontato dall'esterno, ma secondo Tancredi. Ogni volta che ci saranno gli asterischi si cambia, quindi occhio)

Si risveglia a causa del cellulare di Diego che squilla. Gli picchia la gamba facendolo svegliare mentre si alza e la prima cosa che nota è la mancanza di Lele.

Dov'è andato?

Lo cerca in tutta casa ma non lo trova e si sta preoccupando. Arriva in cucina e trova il suo biglietto. Essendo dislessico e che la scrittura di Lele non è delle migliori, decide di portarlo di là.
"Raga, lo..." ma non fa in tempo a finire di parlare che la prima cosa che nota è Diego in lacrime, seguito da Gian con le mani nei capelli "Cosa diavolo succede qui?"
"Tanche... siediti" gli dice Gian, ma inizia a negare con la testa.
"Non voglio sedermi, non finchè non mi dite che ve prende"
"Lele..."
Ed inizia a tremare. Non sa perchè, non sa da dove è cominciato il tremolio. L'unica cosa che sa è che il suo cuore ha iniziato a battere incessantemente.
"C-cosa... Gian che è successo a Lele?"
"Tanche... l'hanno investito mentre attraversava la strada."
Ed ecco la notizia che non avrebbe mai voluto sentire in vita sua. Cede, gli cedono persino le ginocchia. Non riesce a stare in piedi sapendo che il suo Lele adesso è in ospedale.
"Si... si sa qualcosa su chi l'ha investito?"
"Ne parliamo in ospedale, Tanche. Andiamo. Una volta lì dobbiamo chiamare anche il padre di Diego"
Diego nel frattempo si è alzato, ma non ha aperto bocca fino ad ora.
Raggiungono la macchina e corrono, più veloce che possono. Chissene importa di possibili multe. Quello che conta adesso è solamente Lele.
Arrivano e la prima cosa che fanno è chiedere di lui. La ragazza dice loro di sedersi perchè è in sala operatoria e non sa inche condizioni è, quindi per ora è meglio che si siedino.
Appena si siedono, Diego chiama suo padre. Non ha smesso di lacrimare un secondo, uguale lui. Per lui Lele è la persona più importante che conosce, nulla a togliere a Gian e Diego. Ma Lele è Lele. E' la persona più buona che conosca, è la persona che lo tranquillizza anche solo attraverso una carezza. E' la persona che lo aiuta a trovare la pace. E' la persona che gli piace. E anche tanto.
Gian è quello che tra i tre mantiene la calma. E' sempre stato il più forte caratterialmente e sa quando mostrare le emozioni e sa benissimo che adesso non è il momento e che deve essere quello più forte.
Dopo un'oretta vede il padre di Diego arrivare correndo verso di loro e quello lo fa piangere ancora di più: lo considera come un figlio, è come se ci fosse Diego lì.

***

Si risveglia in una macchina. Ed è stranito.
Come ci è finito lì se era a piedi?
"Ah finalmente ti sei svegliato, genio"
Si gira e... Diego? Ma non era a casa che dormiva?
"Non sono Diego"
"Non è divertente Die. Come fai a non essere tu?"
"Sono te, sono la parte più testarda di te. E mi hai personificato con Diego, dato che lui è la persona più testarda che conosci"
"Mh, certo. E dimmi perchè ti avrei personificato?"
"Perchè sei stato investito e sei in coma e l'hai fatto per non rimanere solo"

Cosa?

Quella è l'ultima cosa che ricorda. Una macchina che gli viene addosso.
"I-n coma?"
"Si, e la mia domanda è: perchè minchia sei uscito, coglione?"
"Mi insulto anche da solo?"
"Si perchè sai di aver sbagliato"
Sbuffa e si gira verso il finestrino. Che diavolo gli è girato per la testa? Si sente anche in colpa perchè adesso i suoi migliori amici saranno distrutti a causa sua.

"O guardalo adesso come si sente in colpa, che carino il coglione"
si gira verso quella terza voce.
Tancredi?
"No, non sono Tancredi. Sono la parte più stronza di te e blablabla."
"Ottimo"
"Sei un coglione"
"Si, vuoi dirmelo un'altra volta?"
"Si. Sei un coglione totale"
"Che du palle. Tancredi è più simpatico, non rovinarmi l'immagine che ho di lui"
"Te la stai rovinando da solo, coglione"

"Ma lascialo in pace. E' distrutto"
Gian? Ma che diavolo? Ma l'hanno drogato in ospedale?
"Oh, ma che palle. Ma fammici divertire. Posso torturarlo dal vivo per una volta, daje"
"Scusate se mi intrometto, ma... COME CAZZO FACCIO AD USCIRE DA QUA?" urla, non potendone più.
"A zi, se non lo sai te, manco noi lo sappiamo. Siamo parte della tua testa te ricordo"
Alza gli occhi al cielo e si mette le mani nei capelli.
Come minchia esce?

***

Sono da ore lì seduti, ormai sono le 5 del pomeriggio e non hanno notizie. Hanno parlato con la polizia e sono stati costretti a raccontare tutto dei messaggi e a dare il telefono di Lele, che non si sa come mai Diego si era portato dietro.
"In verità dopo volevo andare a pestare Valerio, ma senza quello non ha senso per ora" ha detto quando glielo hanno chiesto.
"Mi spiegate perchè diavolo non mi avete mai detto niente? Ne voi tre ne quell'altro disgraziato?" ha chiesto il padre.
"Pà, in realtà... io volevo anche parlartene, ma è stato Le ha chiedermi di non farlo. Sai com'è fatto. Evita di addossare le sue cosa agli altri. Anche noi l'abbiamo scoperto un sacco dopo. Poi se si tratta di te è peggio. Perchè già hai accettato de portarlo qui a farlo vivere co noi, figurati poi se ti addossava altro."
"Lo so, ma è importante e avrei dovuto saperlo. E' come se fosse mio figlio, Die. Gli ho fatto da padre da quando..." e si blocca
"Pà, lo sanno"
"Cosa? Lo sanno? Lele non ha mai voluto raccontarlo a nessuno"
"La sera del temporale, quello brutto, pà. Glielo ho raccontato io perchè giustamente chiedevano spiegazioni. A Lele è andato bene"
"Oh... beh, si. Gli ho fatto da padre fin da quel momento. Dovevo saperlo e non doveva farsi problemi a dirmelo. Alla fine avete scoperto chi glieli manda?"
"Proprio ieri per puro caso. Per uno sbaglio del mittente, abbiamo capito chi è"
"E chi diavolo è il bastardo?"
"Valerio"
"Ma... non è il ragazzo che avete conosciuto?"
"Proprio lui."
"Lo menerei."

Si alzano in piedi quando vedono il medico avvicinarsi a loro
"La famiglia?"
"I parenti sono a Roma, ma il ragazzo vive con noi, perciò dica pure a noi"
"Okay. Allora, il ragazzo è in grave condizioni. E' in coma in questo momento, ha subito una botta abbastanza grave alla testa dovuta allo sbalzo che ha creato l'impatto con la macchina. Non sappiamo quando si risveglierà, ma se volete potete andare da lui" dice indicandogli il numero della stanza.
Non regge, non ce la può fare.
Lele non merita tutto questo.
Si deve risvegliare.

Insieme, nonostante tutto || tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora