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Sono passati tre mesi da quel giorno e Lele non è mai stato così felice come ora. Alla fine si è scoperto che Valerio e Giulia erano migliori amici e che il primo stava facendo quello che lei gli diceva di fare perchè voleva che lui si allontanasse da Tancredi. Valerio, inoltre, obbidiva perchè innamorato di lei.
Con Tancredi le cose vanno una meraviglia, non pensava potesse andare così sinceramente ma è più felice che mai con lui al suo fianco. Stanno insieme da tre mesi, ma non sembrano nemmeno passati. Come ci stanno i momenti spensierati, ci sono anche le litigate. Come avevano appena finito di fare. Tancredi non gli parla quasi di niente, non si apre con lui e a lui un po' da fastidio. E' un po' come se non conoscesse il suo fidanzato. Si fida ciecamente di Tancredi, ma quando fa così è insopportabile.
Hanno appena finito di litigare perchè ha appena scoperto che Tancredi se ne va a Roma il giorno dopo e lui non ne sapeva niente. L'ha scoperto solo grazie a Gian. Non ne può più di venire a scoprire le cose dagli altri e glielo ha riferito. Tancredi ovviamente gli ha urlato dietro che non sono affari suoi e se ne è andato dalla sua stanza, sbattendo la porta. Ovviamente pensa che dopo basti uno scusa e risolto tutto, ma stavolta no. Stavolta non sarà così.
Decide di uscire, senza dire niente a nessuno, e farsi una passeggiata. Quindi si prepara ed esce. E' febbraio e fa abbastanza freddo. Lui ha sempre amato quel tempo: il freddo l'ha sempre portato a riflettere sulla sua vita, su ciò che lo circonda e sulle persone che ama. Poi ama stare in casa sotto al piumone, con un bel tè caldo e Netflix a palla.
Come a suo solito lascia il telefono a casa, perchè quando esce per riflettere non vuole che nessuno lo disturba.
Raggiunge, involontariamente, il parco in cui ha conosciuto Tancredi e Gian. Quel momento è stato fantastico quanto imbarazzante.
Non è da lui avere un attacco di panico davanti ad altre persone, ma quel giorno non ha saputo controlllarlo. E sotto ad un certo punto di vista, menomale che non ci è riuscito. Ripensa anche ai mesi successivi a quell'incontro e a come la sua vita è cambiata decisamente in meglio. Si sdraia sulla panchina cercando di calmare anche quei pensieri che lo portano a cercare il motivo per il quale Tancredi non gli abbia detto niente sulla sua partenza. Pensa e ripensa, ma ovviamente non gli viene in mente nemmeno il più assurdo dei motivi.

Che sia stufo?
Che sia stanco della loro relazione?
Che voglio prendersi una pausa?
O addirittura lasciarlo?

Pensa a tutto questo accarezzando e giocando con l'anello che porta al medio della mano sinistra. Sull'anulare si mette un altro tipo di anello.
Quell'anello glielo ha regalato Tancredi tre mesi prima, quando gli ha chiesto ufficialmente di essere il suo fidanzato. Quel giorno è stato il più bello di tutta la sua vita.

Erano appena usciti da scuola e loro due andavano fuori a pranzo. Lui sapeva che era un appuntamento, ma non era per niente in ansia. Dopottutto era Tancredi. Gli piace così com'è e non deve sicuro stare in ansia, anche perchè Tancredi stesso sapeva come metterlo a suo agio. Andarono al Mcdonalds e poi, una volta usciti, fecero un giro per Milano. Tancredi, una volta davanti al Duomo, si ferma e si gira verso di lui. Si guardano ed ovviamente lui è confuso. Lo vede mentre cerca qualcosa nella tasca e quando lo trova, lo guarda e gli sorride. "Lele, sai che non sono per niente bravo in queste cose. Mi fanno schifo le cose romantiche quindi non ti aspettare chissà che discorso" iniziò a dire, guardandolo negli occhi "l'altro giorno quando eravamo in cucina ti ho promesso che te lo avrei chiesto per bene e che sia ufficiale. Non pensare che ti stia chiedendo di sposarmi perchè non ne ho intenzione. Anche perchè potresti mettermi le corna anche domani" dice ridendo, mentre lui ride ma lo spintona come per dirgli che non è vero. "Ti dico solo che sei importante per me, senza ombra di dubbio Le. Ci metterei la mano sul fuoco se solo non tenessi alle mie bellssime mani. Non mi volgio divulgare troppo. Perciò... Lele vuoi essere il mio fidanzato?"

Ovviamente gli ha detto di si. Come poteva anche solo pensare di dire di no? Tancredi gli piace da impazzire. Si sente bene al cento per cento solo quando sta con lui. Ma non capisce ancora perchè Tancredi non si apra con lui. Ma continua a ripetersi che quando vorrà parlarne, lo farà da se. Ma non dirgli che parte per Roma e sta lì una settimana gli sembra esagerato.
Non sa quanto tempo passa, non ha un'orologio. E' uscito di casa verso le quattro e adesso è sera. E' stato via parecchio. Più delle altre volte. Per questo decide di tornare a casa, per vedere che cosa cucinare.
Appena apre la porta si ritrova sommerso dai suoi amici.
"Ma dove minchia sei stato tutto sto tempo?" Diego
"Ti ricordi cosa è successo quando sei uscito da solo?" Gian. Ah e come dimenticare il fatto che da quella volta è uscito raramente da solo. Solo quando voleva riflettere dopo una litigata con Tancredi gli era permesso.
Ovviamente sa che gli altri due sanno che lui e Tancredi hanno litigato, ma sono preoccupati per l'eccessivo tempo che ci ha impiegato.
Non trova Tancredi, ma al momento non gli importa. E' ancora incazzato con lui.
"Tranquilli, okay? Ero al parco nostro. Mi sono solo perso a pensare e a guardare il vuoto" si allontana da loro quando nota che sono le otto di sera. Ha veramente pensato e passato quattro ore in quel parco?
Si mette a preparare gli hamburger, i loro preferiti. Almeno sa che mangiano.
"Oi"
"Oi Die"
"Ma che diavolo è successo con Tanc?"
"Mi nasconde le cose, Die. Come al solito. Sono venuto a sapere da Gian che Tancredi domani parte per Roma e sta giù una settimana. L'ho scoperto da Gian, Die. Ti rendi conto? E quando gli ho fatto notare che doveva dirmelo lui, si è messo ad urlarmi contro che non sono affari miei. Ma io manco lo volevo sapere il motivo. Volevo solo sapere che parte e perchè non me lo ha detto. Stavolta sono veramente incazzato, Die."
"Lo sarei anche io, Le. Senza ombra di dubbio. E adesso?"
"Ma che ne so. Quello domani mattina parte e torna tra una settimana. Io sicuro non vado a chiedergli scusa per una cosa che manco ho fatto. Tra l'altro non volevo nemmeno litigare, solo parlare. Ha fatto tutto lui." sbuffa.
Mentre cuoce la carne sente la sua voce.
"Ma Lele è tornato?"
Come sempre, soprattutto dopo le litigate, anche il solo sentire la sua voce gli dà i brividi. GLi è mancato un sacco in queste ore.

Come farà appena parte e non lo vede per una settimana?

"Ah sei qui, Le"
Non gli risponde. Nonostante gli sia mancato, sottolinea a se stesso che è ancora incazzato.
"Dai Le. Sai che mi dà fastidio quando mi ignori. Piuttosto parliamone"
"Ma di che vuoi parlare adesso? Non ti sembra un po' tardi per volerne parlare?" non ce la fa a non rispondergli, soprattutto quando è così incoerente.
"Dai Le. Te lo avrei detto..."
"Si e quando? Me lo avresti detto per telefono mentre eri sul treno? Probabilmente, conoscendoti, quello era il tuo piano o sbaglio?"
"Io..."
"Vedi? Manco sai cosa dire. Dato che non ha più niente di cui parlare, chiama gli altri che è pronta la cena. Muoviti".
Non gli ha mai parlato così freddamente da quando lo conosce, nemmeno quando all'inizio litigava con Diego. E' stufo di questo suo atteggiamento da bambino.
A tavola c'è un'aria pesante e sa benissimo che è creata da loro due. Sente lo sguardo di Tancredi addosso tutto il tempo, mentre lui non lo guarda nemmeno per sbaglio.
E' stanco, ha bisogno di allontanarsi da quegli occhi che lo stanno studiando a fondo. Decide quindi di alzarsi, senza nemmeno finire.
"Die, finisci tu qui? Io sono stanco, scusatemi. Buonanotte ragazzi, ciao Gian ci vediamo domani." se ne esce, senza nemmeno salutarlo. E' ferito.
Si ritrova come sempre davanti alla sua finestra mentre osserva la luna, ben visibile anche se sono le nove. Si rilassa, ascoltando il silenzio rilassante che c'è qui, che è totalmente diverso da quello che c'era a tavola.
Sa benissimo che quando si apre la sua porta è Tancredi che lo guarda.
"Cosa vuoi?"
"Chiarire prima di partire, Le."
"Non mi interessa Tanche. Stavolta hai un po' esagerato. E già dire un po' è un eufenismo."
"Lo so. So che avrei dovuto dirtelo prima. Ma significava per me crollare e sai che non mi piace farlo. Mia zia non sta bene. Da un po' di tempo sta male e mia mamma mi ha chiesto di scendere tre giorni fa. Mia zia è importante per me Lele, devo scendere"
Si è girato nel momento in cui ha iniziato a spiegarglielo. Lo guarda e sospira.
"Tanche io non volevo sapere il motivo per cui scendi. Certo, mi fa piacere che tu me l'abbia detto e mi dispiace un sacco per tua zia Tanche. Non ti avrei vietato per nessuna ragione di andarci. Avrei voluto saperlo prima, per prepararmi psicologicamente. Mi fido di te, ecco perchè non avevo bisogno di sapere il motivo della partenza. Volevo solo saperlo da te. Sai quanto cazzo sarà dura non averti al mio fianco, dopo praticamente tre mesi passati insieme?"
Si volta di nuovo verso la finestra e sbuffa.

Perchè cazzo adesso sta piangendo?

Si sente stringere da dietro.
"Hai ragione, Le. Hai ragione. Scusami, perdonami. Non volevo farti stare così. So benissimo che sarà dura, lo so. Sarà dura anche per me, Le. Sei diventato parte essenziale della mia vita, non riesco a fare a meno di te. Perdonami, davvero. Mi dispiace. Ma non piangere per favore. Non merito le tue lacrime."
Tancredi lo stringe ancora più forte. Sa che sta trattenendo le lacrime anche lui, lo fa ogni volta che fanno pace dopo ogni litigata
Entrambi crollano davanti all'altro, chiedendosi scusa silenziosamente.
"Come farò, mh? Sei diventato il mio punto di riferimento Tanche. E so che è solo una settimana, ma abbiamo letteralmente passato tutti i giorni degli ultimi tre mesi insieme."
"E tu il mio, piccolo. Te lo giuro, passerà senza nemmeno accorgertene Lele."
Si gira verso di lui e lo guarda negli occhi. I suoi occhi verdi che adesso sono lucidi ed è solo osservandoli che trova il coraggio per dirglielo.
"Ti amo"
Guarda come gli occhi di Tancredi si spalancano dallo stupore, ma come subito dopo sorride tantissimo.
"Ti amo anche io, Le. Tantissimo"
E lo bacia. Dio, non stava aspettando altro da dopo la litigata. Si baciano per minuti, sorridendo in quel bacio che per la prima volta sa di amore. Amore con la A maiuscola. Perchè lui ne è certo: la storia con Tancredi durerà per sempre.
Si stacca e lo guarda. Ne ha bisogno ed è la prima volta in quei tre mesi che sente la necessità di essere suo.
"Tanche..."
"Dimmi Le"
"Io..." ma non riesce a dirlo per l'imbarazzo. ALlora decide di fare il primo passo, altrimenti non succederà mai. Lo guarda e sorridendogli dolcemente ed imbarazzato porta le mani ai bordi della felpa di Tancredi.
Sente le sue mani poggiarsi sulle sue, come a fermarlo. Lo guarda negli occhi confuso.
"Ne sei sicuro, Le? Non voglio che ti senta obbligato perchè ci siamo detti di amarci"
"Tanche, ne ho bisogno. Ho bisogno di sentirmi tuo, adesso più che mai. Tanche non ti vedrò per una settimana. Voglio essere tuo al cento per cento."
Allora Tancredi lo guarda sorridendo e gli permette di togliergli la felpa.
Non c'è nemmeno bisogno di dire che si è sentito in paradiso.

Insieme, nonostante tutto || tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora