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Sono passati tre giorni e finalmente è tornato a scuola. Non avrebbe mai immaginato di dire una cosa del genere e se sua madre lo sentisse si metterebbe a piangere. Valerio non si è più fatto ne sentire ne vedere e da una parte ne è felice. Dall'altra, invece, vorrebbe solo menarlo nonostante lui sia stato sempre contrario alla violenza. Non sanno chi l'ha investito, ma la polizia sta cercando di rintracciare la targa della macchina che al momento risulta rubata.
Sta prendendo appunti e sente lo sguardo di Diego addosso ed è normale. Lui non ha mai preso appunti, ma insomma stanno facendo scienze e Lele ama questa materia.
"Oi Le, ma da quando prendi appunti?"
"Non so se te ne se mai reso conto, ma in scienze prendo sempre appunti e prendo i miei 8"
"Cosa? Serio?"
"Già" ridacchia a causa del suo stupore. Diego è sempre stato più bravo di lui a scuola, è uno di quelli che anche se non studia ma dà solo una veloce occhiata le cose se le ricorda. L'ha sempre invidiato in questo. Lui ha una memoria che fa schifo.
Alza lo sguardo quando sente bussare alla porta ed è la bidella.
"Mi scusi l'interruzione, ma c'è la polizia che vorrebbe parlare con Giaccari"
E' confuso.

Che avranno trovato chi l'ha investito?

Si alza lentamente, mantenendosi per un attimo al banco, ancora non sono finiti i giramenti.
"Emanuele tutto bene?" la professoressa. La adora perchè è l'unica che si è sempre preoccupata per lui.
"Sisi, prof. Giramenti normali"
Appena si riprende, con l'aiuto di Diego, si allontana dal banco ed esce dalla classe. Arriva in segreteria e si sente un po' in soggezione. Non gli sono mai piaciuti i poliziotti. Non ha avuto belle esperienze.
"Emanuele Giaccari?"
"Si"
"Andiamo fuori, okay? Magari abbiamo più privacy. Non preoccuparti. Abbiamo delle novità e delle domande per te."
"Okay" ma è costretto a fermarsi un minuto. L'ansia sta facendo aumentare i giramenti.
"Va tutto bene?"
"Sisi, il medico dice che sono normali, ma credo che l'ansia li stia facendo aumentare"
"Stia tranquillo, okay? Sono domande di routine."
Annuisce e si recano fuori. Si siede su una delle panchine mentre i poliziotti stanno davanti a lui. Uno di loro si inginocchia e lo tranquillizza. Di questo Lele lo ringrazia mentalmente, sono gentili e riescono a metterlo a suo agio.
"Allora, cominciamo con le domande, okay? Perchè eri uscito e come è successo? Ovviamente noi lo sappiamo dalle telecamere, ma dobbiamo verificare cosa tu ricordi di quella mattina"
E quindi si ritrova a dover raccontare il perchè ed il come e ricordarlo non gli fa benissimo. E' preoccupato per la sua vita e per quella dei suoi amici. Se l'hanno investito una volta, niente vieta che possano investirlo un'altra volta.
"okay, quindi ricordi più o meno tutto, ottimo. Sai chi potrebbe volerti fare del male?"
E si ritrova a raccontargli dei messaggi che riceveva da due mesi, a raccontargli del bullismo che riceve a scuola anche se non crede che possa essere uno dei coglioni. Ovviamente non ha utilizzato queste parole.
"Ne hai parlato con qualcuno di questi messaggi?"
"Con i miei migliori amici, che hanno cercato di aiutarmi a capire chi fosse. Poi ad una certa si è aggiunto anche un ragazzo che abbiamo conosciuto qui a scuola."
"E quando è successo?"
Tenta di fare mente locale. Non si ricorda da quanto conoscono Valerio.
"Mi dispiace, non riesco proprio a ricordare quanto tempo sia passato."
"E' okay, non preoccuaprti. Senti i tuoi amici ci hanno raccontato che sia un certo Valerio Mazzei che ti mandava questi messaggi. Come l'avete scoperto?"
"Il giorno prima dell'incidente. Valerio aveva l'abitudine di chiamarmi Lellino ogni tanto, sia per messaggi che a voce. L'ultimo messaggio che ho ricevuto da quel numero mi chiamava Lellino. Da lì abbiamo intuito fosse lui. Ma da quel giorno non abbiamo più sentito Valerio, come se fosse scomparso."
"Okay, infatti non lo troviamo da nessuna parte. Ora veniamo a noi. Ti abbiamo detto che abbiamo delle novità. Partiamo dalla macchina: risultava rubata ed abbiamo trovato il proprietario che però afferma di non conoscerti e di non averti mai visto e che quindi non ha nulla a che fare con te, anzi ci ha anche lasciato un bigliettino per te se vuoi leggerlo"
Annuisce e afferra il biglietto che il poliziotto gli stava porgendo.

"Ehilà ragazzo. Mi hanno riferito quello che è successo e che è stata la mia macchina ad investirti. Voglio solo dirti che me l'hanno rubata circa una settimana fa e che io non c'entro nulla. Mi dispiace per te, ma mi hanno detto che stai meglio e sono felice di questo. Ti chiedo scusa per quello che ha fatto la mia macchina e spero che tu ti riprenda presto!"

Sorride, perchè parla della macchina come fosse una persona? E' strano.
"Si è un po' strano, ma era un signore particolare. La macchina ancora non gliela possimao restituire, ma la riavrà presto. Ora passiamo a quella più importante: la persona che ti ha investito. Siamo riusciti a riconoscere ed identificare chi c'era alla guida. Era una ragazza, ma non sappiamo che collegamento possa avere con te."

Una ragazza?
Chi diavolo è?

"Sappiamo che ti stava inseguendo con la macchina e che ha aspettato il momento giusto per investirti e poi scappare. Lo abbiamo visto dalle telecamere. Ti ha inseguito da quando sei uscito di casa, quindi probabilmente ti stava aspettando."
"Potete dirmi chi è?"
"Una certa Giulia Paglianiti."

E' ancora scioccato dalla notizia quando rientra in classe un'ora dopo. Fortunatamente avevano due ore di scienze, quindi c'era ancora la professoressa che adora.
Diego lo guarda e sente lo sguardo anche degli altri due addosso. Non sa perchè ma è tipo mezzo incazzato con Tancredi anche se lui non c'entra niente. Ma che collegamento avevano Giulia e Valerio? Non se lo sa spiegare.

Perché diavolo ce l'avevano con lui quei due?
Che ha fatto per portarseli contro?

E' sempre più confuso e scioccato tant'è che gli viene da vomitare ed è quello che fa. SI alza e corre. Ha un flashback di sta cosa.
Ma stavolta a seguirlo non è Diego, ma è lui. Il suo preferito.
"Le, oi" e lo sente che gli tira indietro i capelli e gli accarezza la schiena.
Una volta che si calma si siede per terra vicino al water, anche se sente tutti i germi addosso.
"Dai Le, andiamo a prendere un po' d'aria che ne dici? Così magari ci sediamo dove non ci sono i germi che danzano felici perché hanno trovato un posto pulito dove appoggiarsi, che schifo"
E non riesce a trattenere le risate, ma che ha detto? Ma che significa. E mentre ride, annuisce e si sente tirare su, con calma.
Arrivano sul tetto e si siedono: Tancredi dietro di lui che lo abbraccia e lui con la schiena appoggiata al suo petto.
"Che succede? Mh?"
Si appoggia completamente a lui e appoggia le mani su quelle piccole di Tancredi, mentre questi gli lascia un bacio a stampo.
"Mi hanno fatto delle domande veloci, per sapere quanto io ricordi dell'incidente e mi hanno dato un paio di novità" si ferma un minuto, guardando avanti.
"Che novità?"
"Hanno trovato la macchina, ma risulta rubata, ed il suo proprietario a cui l'hanno rubata una settimana fa. Pensa che mi ha anche lasciato un bigliettino" e glielo fa leggere, sentendolo poi ridacchiare
"Ma questo è fuori"
"Si abbastanza direi"
"E l'altra?"
"Questa è quella più dura. Sanno chi è che mi ha investito."
"Cosa? E chi è? E' Valerio vero?"
"No, Tanche, Non è lui"
"Come no? Allora chi è?" lo guarda negli occhi e cerca di capire se in qualche modo possa ferirlo. Alla fine sospira e lo dice guardando davanti a se.
"Giulia"
"Eh?"
"Giulia, Tanche. La tua ex"
"Non è possibile"
"E invece..."
Sente che si stacca da lui e lui si gira a guardarlo. E' in piedi con le mani nei capelli che va avanti ed indietro, scioccato dalle sue parole. Poi, all'improvviso, si ferma e lo guarda negli occhi. Si avvicina a lui mettendogli le mani sulle guance e lo bacia. Si baciano per minuti, senza staccarsi. Con le sue mani nei capelli di Tancredi mentre le mani di questi sulla sua faccia.
Quando si staccano, Tancredi poggia la sua fronte sulla sua e sussurra un sacco di "mi dispiace" senza fermarsi.
"Oi, Tanche. Ma che ti dispiace?"
"E' colpa mia Le. Se non mi fossi mai messo con lei, forse..."
"Tanche i messaggi sono iniziati prima, okay? Non avrebbe cambiato nulla. Non è colpa tua"
"Lele..."
"No Tanche. Non hai nulla di cui scusarti. Vie qua"
E lo stringe forte sentendolo, per la prima volta da quando lo conosce, piangere.
"Tanche..."
"N-No... Le, nessuno mi ha mai visto piangere. Non voglio che tu mi veda così."
"Tanche, oi. Con me puoi farlo, sono io. Okay? Non ti vedrà nessuno apparte me."
Ed è così che lo vede alzare gli occhi e guardarlo. Non smette di chiedere scusa, continua a dire che è colpa sua. E lui non riesce a farlo finire di parlare. Così lo bacia, l'unico modo che ha trovato e di certo non gli dispiace.
"Smettila, Tanche. Non hai nulla di cui scusarti. Non è colpa tua. Non c'entri assolutamente niente in questo. Solo... tu che hai passato più tempo di noi con lei, sai che diavolo di collegamento c'è tra loro due? Tra Valerio e Giulia?"
Lo vede pensare, ma alla fine non arriva a nessuna conclusione. Sospirano e tornano giù. Prima di rientrare Tancredi gli stringe di nuovo la mano, si ferma e lo guarda.
"Io..." e non finisce di parlare che lo bacia in modo più passionale. E' il suo modo per chiedergli scusa un'altra volta. Si staccano e si sorridono.
Il suo è il sorriso più bello che abbia mai visto.

Insieme, nonostante tutto || tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora