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C'è veramente bisogno di dire che non si accorgono che è mattina?

Se ne accorgono solo quando Gian scende, credendo di dover svegliare Lele.
"Ma che ci fai pure tu qui? Ma siete stati veramente svegli tutta la notte a giocare?"
Sobbalzano entrambi quando sentono la sua voce e "si! Ti sta bene Le, ho vinto io sta volta".
Lele si è distratto ed ha perso. Non c'è nemmeno bisogno di dire che se fosse rimasto concentrato avrebbe vinto lui, per l'ennesima volta in quella notte di gioco.
"Solo perchè Gian mi ha distratto. Comunque bro... che ce fai sveglio?" dice girandosi verso Gian dopo aver guardato storto Diego.
"Ma siete scemi? Ma sapete che ore sono?"
"No, perchè? Che ore sono?"
"Sono le 7 e tra n'ora dobbiamo andà a scuola. Quindi alzate il culo ed andate a prepararvi. Tanc è già in bagno. Le riesci a fà la colazione pe tutti?"

E sbuffa. Non perchè non ha voglia di andare a scuola. Cioè oddio si, un po' è per quello ma lo ha promesso a Diego e a Tancredi quindi ormai deve andare. Solo che non ha voglia di preparare la colazione, ma vabbè.
"Non ne avrei la voglia, ma per voi lo faccio"
"Anche per te ao"
"Sisi, anche per me" dice alzandosi dal divano, prendendo i vestiti e dirigendosi in bagno. Si fa una doccia veloce e si prepara. In meno di un quarto d'ora è pronto.

Sale in cucina e si aspettava di vedere qualcuno, ma a quanto pare si sbagliava.
Ma adesso c'è un problema.
Cosa diavolo deve fare per colazione?

Pancake.

Suo zio li ama, a lui piacciono e Diego li adora. Spera solo che anche agli altri due piacciano. In caso contrario si arrangiano.
Inizia a preparare l'impasto ed una volta completo lo versa sulla padella. Lele ha sempre amato cucinare e se non fosse stato così timido e terrorizzato dal fare amicizie avrebbe fatto sicuramente l'alberghiero. Ma è troppo timido, perciò ha preferito non allontanarsi da Diego. Anche perchè era terrorizzato dal pensiero che se si fossero separati, Diego si sarebbe dimenticato di lui. Perciò eccolo qui a fare una scuola che non gli piace, ma con degli amici fantastici.

"Ehi Le" si gira e si ritrova Diego appoggiato allo stipite della porta.
"Ehi Die"
"No bro... non ci credo. Li stai a fà veramente? E' da un sacco che ne avevo voglia. Bro ti amo" e Lele scoppia a ridere. Se l'aspettava una reazione del genere da lui. Glieli chiedeva sempre quando avevano abbastanza tempo per prepararsi.
"Perchè non me li hai chiesti?"
"Perchè in quest'ultimo periodo volevo lasciarti lo spazio che ti serviva. Non volevo chiederti una cosa in più. Poi chiederti di cucinare non se ne parlava"
E abbassa lo sguardo, colpevolmente. In qeusto periodo ha pensato solo a se stesso e mai a Diego.
"Scusa, bro. Da oggi chiedimeli quando vuoi eh?"
"Non fa nulla, Le. L'importante è che tu stia meglio adesso. E contaci, come minimo da oggi in poi ti sveglierò sempre un'ora prima solo per cucinarmeli. Poi li amo fatti da te"

Arrossisce.
E' sempre imbarazzato quando qualcuno gli fa dei complimenti, anche se è il suo migliore amico.

"Di che state a parlà?" suo zio. Eccolo che arriva in cucina pronto a farsi una bella tazza di latte e caffè, ma si blocca appena lo vede ai fornelli. Gli sorride complice e "Madonna era ora Lele. So due settimane che ne ho voglia. Quest'altro non sa fare nulla e tanto meno io. Menomale che esisti. Dovrò ringraziare tua madre per aver deciso di fare un secondo figlio"
"Ma papà" e scoppiano tutti e tre a ridere, senza parole. E si sentiva veramente bene adesso. Era ritornata la stessa atmosfera di allegria che c'era all'inizio e Lele amava questa cosa.

"Ma che sta a succede qui?"

Tancredi. Quasi si dimentica che ci sono anche loro. Lo guarda, gli sorride e si rigira di nuovo verso i fornelli, prestando attenzione ai pancake.
"Fortunatamente per voi stamattina avrete una colazione divina"
"Addirittura?"
"Bro, sono i pancake de Lele. Sono divini. Te lo posso assicurare."
"Le, da quando cucini?"
"Da sempre Gian. Me so sempre cucinato le cose io in realtà. Mamma all'ora de pranzo stava a lavoro ed io tornavo a casa da scuola che non c'avevo niente. Perciò me preparavo io da mangiare. Poi credo di aver preso un po' anche da mio padre. Mio padre è un cuoco, perciò la mia passione è nata quando da piccolo lo guardavo muoversi vicino al bancone della cucina tra frigo, fornelli e forno."
"Ah e n'vedi quante cose se scoprono de Lele al giorno"
"E più passerete tempo con lui e più lo conoscerete sempre di più" e lo zio gli dà una pacca sulla spalla. Gli sorride, finalmente felice e finisce di prepararli mentre gli altri si preparano il latte o il caffè od entrambi.
Una volta finiti li appoggia a tavola, un piatto con due pancake a testa
"Solo due bro?"
"Die non ho tempo per prepararne de più. Dobbiamo annà a scuola, te ricordo" gli risponde, guardandolo storto "domani me alzo prima così te ne faccio almeno 5"
"E come posso rifiutare un'offerta del genere? Beh, buon appetito"
Con fatica riesce a mangiare i suoi, ma un po' deve ringraziare Tancredi perché come il giorno prima lo esortava a mangiare boccone dopo boccone, rubandone uno ogni tanto avendo finito i suoi.

"Madonna Lele, quasi quasi vengo qui ogni mattina pur io" Gian, si stava complimentando con lui da quando ha cominciato a mangiare.
"Erano buoni, si" e questo era già tanto da Tancredi. Di certo non si aspettava che si mettesse a fare come Gian o Diego. Già che gli aveva detto che erano buoni è tanto.
"Se, solo buoni. Tra n'po' te magnavi pure il piatto" gli risponde, girandosi verdo di lui
"Le, mo non esagerare. Erano buoni, puoi sempre migliorare"
Non lo sopporta quando fa così.

Erano per strada per andare a scuola e, una volta arrivati di fronte scuola, si blocca.
Non ce la può fare. Non si è preparato psicologicamente ad un'altra giornata come le solite.

"Le, ricorda che ci siamo detti." gli dice Tancredi, per poi superarlo e cominciare a camminare verso l'entrata. Gian lo guarda confuso ma, com un'alzata di spalle, segue Tancredi.
"Quand'è che vi siete parlati voi due?"
"Ieri. Quando è uscito dal bagno si è fermato da me un attimo e abbiamo fatto due chiacchiere. In realtà lui parlava ed io ascoltavo e basta. Dopo ti racconto" gli dice, mentendogli un pochino, ma per adesso va bene così. Si avvia, seguito da Diego, verso la sua classe e sedendosi al suo posto vicino alla finestra.
Se ne sta buono per tutte le tre ore successive, fino all'intervallo. In realtà manco si è accorto che sono passate tre ore. Ne è felice, almeno può sgranchirsi le gambe. Si alza insieme a Diego e raggiunge gli altri due che sono dall'altra parte della classe.

Ed è adesso che cominciano i guai.

"Pff. Guarda come lo sfigato cerca di partecipare alla conversazione, ma come gli altri tre lo stanno ignorando"
Thomas, uno dei bulletti che lo tartassano. E' abbastanza alto, capelli tinti ed occhi chiari. Non sa di che colore siano perché non ha mai avuto il coraggio di guardarlo in faccia.
Si sta rivolgendo a Lorenzo, un altro dei bulletti. Capelli abbastanza lunghi e ricci, alto pure lui ed occhi castani. Sono entrambi dei prepotenti e Lele non li sopporta, come nemmeno il resto della classe in realtà.
"Ma chi se lo caga uno così? Hai visto quanto è?"

Boom.
Colpito e affondato.

Se prima poteva almeno trovare il coraggio per rispondere, adesso voleva solo alzarsi e andarsene. Ed era quello che stava per fare ma Tancredi gli appoggia una mano sulla spalla e lo blocca.

"E ora basta. Come diavolo vi azzardate? Ma che ci trovate di divertente? E' davvero così divertente prendersela con i più deboli? Cosa provate nel farlo? Godimento? Divertimento? Entusiasmo? Cosa? Aiutatemi a capirlo perchè, davvero, faccio fatica" inizia mentre gli stringe la mano forte, come se avesse paura che scappasse. "Mi avete veramente rotto i coglioni ed in pochi sono stati fortunati a vedermi così incazzato. Non vi azzardate più a rivolgere la parola a Lele. Lui, come nessun altro, non se lo merita. E' un ragazzo d'oro. Sempre gentile con tutti, affidabile, premuroso. Sono sicuro che lui manco vi odia per quello che gli dite, sarebbe disposto a perdonarvi talmente è buono. E questo è uno dei suoi difetti. Essere troppo buono. Gli avevo detto di rispondervi, ma per quanto lo è non lo ha fatto. Come fate a prendervela con una persona come lui? Come si fa? Anche io appena l'ho conosciuto ci ho provato. Ci ho provato ad arrabbiarmi con lui, ma non ho potuto. Quindi semplicemente mi comporto da stronzo, ma lui mi risponde perchè sa che in realtà gli voglio bene. Dovreste volergli bene anche solo guardandolo in faccia. Ha degli occhi così puri e sinceri che è impossibile avercela con lui. Ora allontanatevi dalla mia vista, perchè mi viene il voltastomaco soltanto a guardarvi in faccia."

Sono tutti senza parole. Soprattutto Lele. Lo guarda stupito e fa una cosa che non avrebbe mai immaginato. Lo abbraccia, di slancio e Tancredi ricambia subito. Senza pensarci un secondo. Gli altri due sono semplicemente ancora fermi immobili, soprattutto alla vista di Tancredi che abbraccia qualcuno. Ma dopo pochi secondi si guardano e sorridono. Si aggiungono all'abbraccio cercando di consolare Lele, che nel frattempo era scoppiato a piangere.
Ci aveva provato eh, a trattenersi. Ma era tutto inutile. Una volta sciolto l'abbraccio sorrise a Tancredi e passano così l'intervallo.

Tra risate e sguardi d'intesa.

Insieme, nonostante tutto || tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora