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Quella sera hanno deciso tutti di vedere un film insieme. Si trova a meraviglia con la famiglia di Tancredi, gli sembra un sogno. Sono tutte adorabili persone e Serena, la madre, lo tratta come un figlio nonostante lo conosca da poche ore.
Inoltre, hanno preparato la cena insieme, lui e Serena, e lei era rimasta colpita quando ha visto come si muoveva in vuvina. Gli ha fatto un sacco di complimenti e lui crede di essere diventato come i pomodori che stava tagliando. Aggiungendo poi il commento di Tancredi, voleva sotterrarsi: "Per come cucina, mamma, me lo sposerei anche domani" e sua madre si è ritrovata d'accordo e felice per questo. Lui ne è stato felice, ma ormai era diventato un peperone.
Anche a tavola ha ricevuto tanti complimenti e lui ha cercato di dire che non ha cucinato da solo, ma Serena gli ha praticamente detto di stare zitto e godersi i complimenti.
Poi, di comune accordo, si sono messi sul divano, ma neanche il tempo di mettersi di fianco al suo fidanzato che Berenice e Clarissa lo hanno attirato e fatto sedere in mezzo a loro, sentendo Tancredi sbuffare. Era abituato a ricevere le coccole durante un film e crede che anche Tancredi si sia abituato a questa routine.
Adesso non è nemmeno un minimo concentrato sul film, sta solo osservando Tancredi che si gratta le mani, che cerca di tenerle impegnate in qualsiasi modo.
"Lele" si sente chiamare sottovoce, si gira ed è Clarissa.
"Dimmi"
"Che succede?"
"Nulla perchè?"
"Stai guardando solo Tanc e anche lui sembra abbastanza nervoso" si rigira verso il suo ragazzo e sorride.
"Non so cosa gli prenda, ma credo sia per lo stesso motivo per cui io non riesco a rimanere molto concentrato sul film"
"E quale sarebbe? Se posso saperlo"
"Nah, non te lo dico"
"Ma daiii"
"No, Cla. Non te lo posso dire." e ridacchiano insieme.

"Voi due state andando troppo d'accordo. Cosa avete da ridacchiare adesso?"
Tancredi, ma quanto può essere geloso? Geloso anche di sua sorella.
"Nulla, Tanche. E' colpa mia che l'ho distratto"
"E allora state zitti che mi date fastidio"
"Madonna Tancredi, non rispondere così a tua sorella e non trattare Lele in questo modo"
"Lo tratto come mi pare, pà." e si alza, sbuffando.
Lui lo osserva divertito e poi scuote la testa.
"Non vi preoccupate okay? Non riprendetelo, è solo un po' nervoso"
"Lele non dovresti farti trattare in questo modo però"
"Bere, ma non mi tratta male. E' solo un po' geloso, è okay. Non vi preoccupate" e mentre finisce di parlare, si alza e lo raggiunge in giardino.
Lo osserva da dietro. Ha le spalle contratte, il che significa che è nervoso; continua a picchiettare il piede per terra, sta cercando di trattenere l'agitazione.
"Non stare lì a fissarmi. Tornatene dentro da quelle due"
"Tanche, non puoi essere così geloso delle tue sorelle."
"Si che posso"
"No, Tanche."
"Perchè stai così vicino a loro. Staccati un po'. E' da tutta la sera che stai con loro e a me non mi guardi nemmeno. Le non ci vediamo da tre giorni e sembra che non ti importi nulla"
"Tanche stai dicendo ciò solo perchè sei arrabbiato. Non ho visto nemmeno un secondo del film perchè stavo letteralmente fissando te, per questo Clarissa mi ha chiamato prima. Stava cercando di capire perchè stessi guardando te e perchè anche tu sembravi essere nervoso. Tanche, voglio te e basta. Non guardo nemmeno gli altri. Tanto meno tua sorella: è vero è una bellissima ragazza, ma non la guardo nemmeno perché sono gay e perchè sono felicemente fidanzato con un ragazzo magnifico che amo tantissimo" dice avvicinandosi a lui ed abbracciandolo da dietro mettendogli le braccia attorno al collo.
"Dio, Le. Lo so e scusa per quello che ho detto. So che ti importa di me, ma sono geloso e non ti vedevo da tre giorni. Volevo solo averti accanto. Mi sei mancato e mi sono sentito vuoto e quando ti hanno messo vicino a loro, prima, mi sono innervosito. Avevo finalmente la possibilità di averti accanto e me l'hanno tolta." e mentre dice questo, lui lo stringe ancora di più. Lo capisce, ha provato lo stesso senso di nervosismo, ma non poteva dire nulla.
"Lo so, infatti non sono arrabbiato e non devi nemmeno chiedermi scusa Tanche, non hai fatto assolutamente niente"
Tancredi si gira verso di lui e gli stringe i fianchi, mentre lui tiene le braccia attorno al suo collo quando si sente tirare verso di lui.
Tancredi lo sta abbracciando e lo ringrazia silenziosamente. Dio come gli era mancato il suo profumo, le sue braccia. Sospira e lo stringe forte.
"Le"
"Dimmi"
"Voglio averti. Devi essere mio, adesso"
Arrossisce, ma annuisce. Ne sente il bisogno da quando è arrivato a Roma. E' confuso, però, quando Tancredi, invece che portarlo dentro casa, lo trascina verso il giardino.
"Sicuro non ho intenzione di farlo in camera mia, con la mia famiglia in casa. Va bene tutto, ma è troppo imbarazzante, vieni con me"
Annuisce, totalmente d'accordo con lui. Ma rimane comunque confuso.

Dove lo sta portando?

Rimane senza parole quando vede una mini casetta nel loro giardino.
"Questo è il mio spazio, è di tutti, ma lo utilizzo praticamente solo io. E' il posto in cui vengo per trovare la mia serenità, la mia tranquillità che adesso trovo nelle tue braccia Le."
Si emoziona, non sta facendo altro da quando è arrivato a Roma, ma gli piace questa cosa.
"Dio, Tanche" e sospira, lo vuole. Ora.
"Adesso Le, adesso" gli dice, trascinandolo dentro.
La notte migliore della sua vita.

La mattina dopo viene svegliato dal suo telefono. Si alza, si stiracchia e lo afferra. E dopo essersi messo almeno i boxer ed i pantaloni, risponde alzando gli occhi al cielo.
"Giorno Die" dice sbadigliando
"Le sono le dieci e stavi ancora dormendo?"
"Si e non ho intenzione di mettermi ad urlare, perciò non farmi arrabbiare, perchè Tanche sta ancora dormendo"
"Ma siete dei dormiglioni oh. Che avete fatto per essere così stanchi, eh?"
"Diego, finiscila."
"Scusa scusa. Comunque, hai detto a tua mamma che sei sceso?"
"No, non ho avuto modo per dirglielo. Sai, ieri ero abbastanza impegnato"
"E oggi che farete?"
"Non lo so, molto probabilmente io andrò sicuro a casa, devo andare da mamma. Poi boh, vedremo"
Sobbalza quando sente delle braccia attorno ai fianchi, ma poi subito sorride, godendosi le coccole di Tancredi.
"Buongiorno Le, con chi stai parlando?"
"Co mi madre" e lo vede sbiancare. Scoppia a ridere guardando la sua faccia impanicata.
"Ma che sta succedendo?"
"Die, dovevi vedere la sua faccia" continua a dire ridendo
"Perchè?"
"Era impanicatissimo"
"E ci credo" e lo sente scoppiare a ridere.
"Le, madonna se ti odio"
"Si, Tancredi. Ci crediamo" urla Diego per farsi sentire, così decide di mettere il vivavoce.
"Perchè?"
"Beh, faccio fatica a crederti perchè posso solo immaginare, anche se non voglio, quello che avete fatto ieri sera"
Lele arrossisce e nasconde il viso nell'incavo del collo di Tancredi
"Diego, smettila."
"Madonna se siete entrambi dei rompipalle, come se non sapessimo che succede. Devo ricordavi che la prima volta, tre giorni fa, c'eravamo anche io e Gian in casa?"
"Ma ti stai zitto?" e senza dire niente, Tancredi chiude la chiamata e lancia il telefono per terra, sull'erba.
"Madonna Tanche, se mi hai rotto il telefono ti uccido"
"Scusami, ma non lo sopportavo più"
"Nemmeno io."
Rialza lo sguardo, guardandolo negli occhi e sorride.
"Buongiorno Tanche"
"Buongiorno Lele" e si lasciano un bacio a stampo.
"Ti ho svegliato?"
"No, mi sono svegliato da solo. Sono uscito quando ho sentito la tua voce. Vai a casa tua, oggi?"
"Beh si, devo. Non vedo mia madre da settembre e siamo a febbraio. Mi sembra doveroso andare e poi mi manca"
"Hai ragione Le, devi."
"Vuoi venire? Almeno te la presento e non abbiamo più questo pensiero."
"Se non è un problema si, prima lo facciamo meglio è. Però non posso rimanere a lungo, Le. Massimo a pranzo. Devo andare in ospedale da mia zia, dopo."
"Si, certo Tanche. Nessun problema."

"Ah ma siete qui voi due. Vi stavamo cercando."
Berenice gli sta venendo incontro e lui arrossisce. Deve far passare questo suo imbarazzarsi per tutto. Non ne può più.
"Già, senti c'è qualcosa per colazione? Abbiamo na fame" e lui sa che Tancredi sa che lui ha fame, anche se non glielo dice.
"Sisi, vi stavamo cercando proprio per questo. Ci credo che avete fame dopo le energie che avete usato"
Un peperone non è niente in confronto a lui.
"La potete smettere? Avete rotto tutti quanti, madonna" sbotta rientrando in casa. Lui lo guarda stranito, anche sua sorella.
"Mi dispiace, davvero. Non volevo"
"Non ti preoccupare, okay? E' perchè anche prima uno dei nostri migliori amici ci ha detto più o meno la stessa cosa. E' un po' arrabbiato perché è, giustamente, la nostra privacy. Quindi, per favore, evitiamo di fare commentini." le chiede, ridacchiando.
"Avete ragione, mi dispiace. Chiedigli scusa da parte mia, non volevo."
"Tranquilla, ci penso io" dice, rientrando.
Lo guarda mentre si riveste nervosamente e ridacchia.
"Tanche"
"No, Lele. Stamattina non è giornata"
"Oi, va tutto bene. Certo è imbarazzante ma è okay. Mi ha chiesto di chiederti scusa, ha detto che non voleva farti arrabbiare"
"E allora non doveva dire niente. E' la nostra cazzo di privacy, la nostra fottuta intimità. Io mica le dico ste cose quando la sento farlo. Dio mi vengono i brividi soltanto a pensarci"
"E allora non farlo, perchè non voglio saperne niente pure io."
"Appunto. Vedi? Perchè diavolo non fanno la stessa cosa con noi?"
"Non lo so e infatti le ho chiesto di non fare più commenti, okay? Però stai tranquillo. Altrimenti come diavolo la affronti mia madre dopo?"
"Okay, mi calmo giuro"
"Bravo"
E si avvicina e lo stringe. Sa che ritrova la serenità ed infatti lo sente più rilassato.
"Ti amo Le, tantissimo."
"Ti amo anche io, Tanche. Un sacco"
Sarà una lunga giornata.

Insieme, nonostante tutto || tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora