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Sono passati tre giorni da quando Tancredi è partito e si sente vuoto. Sente come se gli mancasse qualcosa ed ovviamente quello che gli manca è lui. Si sentono tutti i giorni con chiamate, messaggi, videochiamate. Con qualsiasi cosa sia possibile. Ovviamente Tancredi non può rispondere sempre perchè deve stare accanto alla sua famiglia. E' davvero contento di essersi innamorato di una persona come lui.
In questi tre giorni Tancredi si è aperto di più rispetto a prima, gli racconta quello che deve fare e quello che ha fatto. Una cosa che lo ha lasciato stupito è che gli ha presentato subito le sue sorelle, ha detto che sua madre vuoi che la conosca di persona. Anche lui è d'accordo, l'incontro con i genitori è più importante e deve per forza essere fatto di persona.
Diego e Gian si rendono conto di quanto sia difficile per entrambi stare lontani, hanno entrambi sviluppato un senso di appartenenza all'altro che stare lontani risulta essere veramente la cosa più complicata che possano fare.
Si sente un po' in colpa perchè sente di star trascurando i suoi due migliori amici, ma entrambi lo consolano dicendogli che non è assolutamente vero e che lo sta immaginando.
Adesso è in cucina, ovviamente a cucinare e si sta davvero sbizzarrendo. Sente di dover farsi perdonare in qualche modo e il modo migliore che conosce è quello della cucina.
Sente parlare Gian al telefono, mentre Diego è insieme a lui che gli tiene compagnia.
"Come procede, Le?"
"Die che te devo dì? Mi manca incredibilmente tanto. Ma so che è lì per la sua famiglia e questo mi rende fiero di lui. Ma non toglie che senza di lui io mi senta vuoto"
"Perchè non lo raggiungi? Così magari fai un salto anche da tua madre."
Certo, quest'idea gli è saltata in mente, ma l'ha subito eliminata perchè ha paura di risultare poi un fidanzato opprimente.
"No, Die. Non voglio che si senta oppresso. E' giusto che al momento stia da solo. E' la sua famiglia, Die. Hanno bisogno di lui più di me adesso. Se scendo sono sicuro che non si staccherà più da me. Non che non ne sia contento perchè sono sicuro che farei la stessa cosa, ma adesso deve stare con loro"
"Hai ragione, ma non risulteresti opprimente. Per niente. Ma per il resto hai ragione. Tanc è fortunato ad avere un fidanzato come te al suo fianco. Ed io sono felice che tu abbia uno come lui al tuo. Non l'avrei mai detto, ma siete bellissimi insieme e vi completate. Sono così felice per te, Le."
Si è emozionato alle sue parole, ma cerca di non farglielo capire ma un singhiozzo lo tradisce.
"Perchè adesso piangi, Le?"
"Mi hai fatto felice, Die. Le tue parole. Spero tu sappia che ti voglio bene Die. Non sarei nemmeno qui se non fosse per te. Non devi mai dimenticarti che per te ci sarò sempre e per sempre, Die. Madonna se ti voglio un bene dell'anima"
"Te ne voglio anche io, Le. Tantissimo. Ci sarò anche io per te, qualsiasi cosa accada, per sempre"
E si abbracciano. Era da un po' che non succedeva e ne è felice.
Gian, ancora al telefono con non sa chi, entra in cucina e lo vede piangere e fa l'errore di dire "Perchè piangi, Le?" che subito capisce con chi stava parlando.

"PERCHE' LELE PIANGE?"

Tancredi, il suo Tancredi. Si preoccupa sempre per lui, anche se è molto lontano.
"Non è niente, Gian. Stavo solo parlando con Die."
"Ah, okay. No, nulla Tanche... sai, emozioni tra fratelli"
E ridono, mentre Lele si rigira verso la cucina per finire quello che stava preparando.
"Oi, Le. Ti vuole parlare"
Afferra il telefono di Gian e, appena sente la sua voce, un sorriso che va da un orecchio all'altro spunta sul suo viso.
"Oi, Le"
"Oi, Tanche"
"Perchè piangi? Tutto bene?"
"Si, Tanche. Non preoccuparti, stavo solo parlando con Die e mi sono emozionato. Tutto qui"
"Okay, poi voglio sapere che vi siete detti però"
"No, segreti tra fratelli. Non si dicono"
"Che du coglioni, Le. Tanto lo scoprirò"
"Sisi, speraci. Comunque... come va lì?"
"Mh, bene. Stanno cucinando per un esercito e non so come diavolo farò a mangiare tutto ciò, ma è apposto. Lì come va?"
"Bene, dai. Sto cucinando e mi sono sbizzarrito per bene"
"Che ti devi far perdonare?"
Eccolo che c'entra il punto. Lui lo sa che quando si sbizzarrisce in cucina deve farsi perdonare, anche perchè a volte l'ha fatto anche con lui.
"Mh, gli altri dicono che non ho nulla di cui farmi perfonare, ma io sento di si. Sento di averli trascurati un pochino ultimamente. Perciò per farmi perdonare, diciamo che anche io ho cucinato per un esercito."
"Come mai senti di averli trascurati se loro dicono che non è vero?"
"Non lo so, Tanche. Lo sento e basta."
"Okay... senti Le..."
"Oi, dimmi. Che succede?"
"Non sono uno che dice queste cose di solito ed in questi tre giorni infatti non te l'ho detto neanche una volta, ma..."
"Ma?" e lo sente sbuffare. E' sempre più confuso.
"Mi manchi Le. Okay? Mi manchi troppo e mi sento decisamente vuoto senza di te."
Spalanca gli occhi. E' vero, non glielo ha mai detto e non si aspettava che glielo dicesse. E adesso si sente ancora più vuoto perché vorrebbe baciarlo.
"Anche tu, anche tu mi manchi Tanche. Mi sento vuoto anche io, troppo. Dio Tanche, vorrei baciarti adesso"
"Non dirmelo nemmeno che mi viene ancora più voglia di farlo. Dio, raggiungimi"
"Cosa?"
"Raggiungimi, Le. Ti prego. Vieni qui"
"Tanche..."
"Perchè non vuoi?"
"Non ho mai detto una cosa del genere. Correrei anche adesso senza prendere nulla, senza nemmeno farmi una valigia."
"Fallo. Ti presto io qualcosa, avrai ancora qualcosa a casa tua no? Andiamo a comprarli i vestiti. Ti prego, Le. Non posso stare ancora senza di te."
"Nemmeno io, Tanche."
"E allora fallo, esci adesso e prendi il primo treno. Senza nemmeno un vestito o qualcosa di ricambio."
"Ma Tanche"
"Lele"
"Okay, okay. Fammi finire di preparare il pranzo per loro e corro da te."
"Fai in fretta Lele. Fai in fretta."
"Ti amo, Tanche. Tanto"
"Ti amo anche io, Lele. Più della mia vita."
E mette giù. Sente il cuore iniziare a battere in una maniera tremendamente forte. E' emozionato ed agitato per quello che sta per fare. Una pazzia.

Ma per amore le pazzie si fanno no?

Finisce in fretta di cucinare, li chiama e quando arrivano li avverte che non mangerà con loro.
"Perchè no?"
"Devo andare"
"Dove?"
"Da lui, Die. Devo andare da lui."
Si guardano tutti e tre sorridendo e loro due lo abbracciano. Si abbracciano e mentre va almeno in bagno, si compra un biglietto per il treno, almeno arrivato lì non perde tempo.
Mentre esce urla un "mi dispiace", poi corre fuori. Non ha mai corso così in fretta. Ringrazia di abitare a 40 minuti a piedi dalla stazione. Si è dimenticato di chiamare un taxi, ma correndo è riuscito a salire sul treno.
Si siede al suo posto e gli manda un semplice messaggio.

"Sto arrivando, Tanche. Sarò da te tra qualche ora."

Si appoggia al finestrino, con l'affanno della corsa e sorride. Non ha smesso un secondo di sorridere. Nemmeno una volta.
Sente il telefono squillare ed è Diego.
"Non farmi illudere sia lui che mi chiama"
"Scusa Le." e lo sente ridere "Senti ma... qualcosa l'hai preso?"
"No"
"Ma come no, Le. Tu stai partendo senza niente di ricambio? Ma poi come minchia ci sei arrivato alla stazione?"
"Beh, si. Qualcosina ce l'ho ancora a casa a Roma e ci sono arrivato correndo."
"Non ti ho mai visto correre, Lele."
"Infatti dovevi vedermi"
"Già, non dovevo perdermi la scena. Ma... perchè hai urlato che ti dispiace?"
"Perchè mi ero promesso che questi giorni li avrei passati con voi anche per farmi perdonare di avervi un po' trascurati. Ed invece guarda com'è finita. Io su un treno, senza nemmeno una valigia, che vado da lui."
"Ma Le. Noi ti abbiamo già detto che te lo sei immaginato. Non ci hai trascurati per niente. E' il tuo fidanzato e ci sta che abbiate bisogno l'uno dell'altro. Vai, corri da lui. Non ti preoccupare per noi. Passeremo del tempo insieme quando tornerete entrambi"
Sorride anche se Diego non lo può vedere.
"Die, ti voglio bene e anche a Gian. Diego diglielo da parte mia. Non so dove sarei e cosa farei se voi non ci foste"
"Ti voglio bene anche io, Le. Sei in vivavoce. Vai e baciatelo"
"Ma ragazziiiii"
"Come se faranno solo quello, Gian... Hai ragione, Die."
"MA OI. VI SENTO EH"
E poi abbassa lo sguardo arrossendo per la figura di merda appena fatta.
"Non si urla in treno, birbantello. E non fatevi sentire dalla sua famiglia, già sentirvi noi è stato imbarazzante. Non fare brutte figure con la sua famiglia la prima volta che li vedi."
Gli chiude in faccia la chiamata senza nemmeno rispondere ma poco dopo gli arriva un suo messaggio "Okay scusa, come sei permaloso. Sono contento per te e lo sai benissimo. Ti vogliamo bene e chiama quando arrivi"
Sorride e gli risponde che lo farà senza ombra di dubbio e che anche lui vuole bene ad entrambi.
Passa un'ora dall'inizio del viaggio e sta per addormentarsi. Per sicurezza ha messo la sveglia cinque minuti dell'arrivo. Quando sta per chiudere gli occhi il telefono gli suona per avvisarlo dell'arrivo di un messaggio. Sorride vedendo che è lui.
"Non vedo l'ora che tu sia qui, voglio baciarti."

Insieme, nonostante tutto || tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora