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Era dentro quell'ospedale da una settimana e non ne poteva veramente più. Gli facevano esami su esami ed era stancante, più di quanto si immaginava. L'unica nota positiva è che Tancredi passava più tempo con lui e ha capito che prova qualcosa per lui. Tanche ancora non gli ha detto quello che doveva dirgli, ma crede che una volta che sarà fuori da sto ospedale lo farà.
Oggi è un po' stanco perchè stanotte non ha dormito molto: una donna nella camera affianco stava partorendo, perciò urlava e basta. Decide di alzarsi e andare a farsi una doccia: fino ad ora è sempre stato aiutato ad alzarsi dalle infermiere perché ha ancora dei capogiri, ma oggi vuole provare a fare da solo. Non può restare qui finchè non sarà capace di alzarsi da solo.
Si siede con le gambe fuori dal letto e conta fino a tre, finchè non si alza. E va bene, finchè non arriva il capogiro che lo costringe a reggersi al letto. Proprio in quel momento si apre la porta, ma non riesce ad aprire gli occhi a causa del capogiro.
"Oi Le, ma che fai?"
Tancredi, che si avvicina a lui e lo mantiene. Apre gli occhi e li incrocia con quelli verdi di Tancredi che lo guardano preoccupato.
"Niente, Tanche. Volevo annà a fa na doccia."
"Ma chiama qualcuno che ti aiuti ad alzarti dannazione. Madonna Le, mi farai crepare di preoccupazione"
Ridacchia appoggiando la testa sulla sua spalla e borbotta uno "scusa" mentre si fa coccolare.
"E' okay, Le. Sono solo preoccupato. Hai ancora questi capogiri ed è passata una settimana"
"Tanche, oi. Il medico ha detto che è normale perchè ho preso una brutta botta. Non ti preoccupare più del dovuto" e rialza la testa guardandolo negli occhi.
"Lo so, ma mi preoccupo lo stesso" risponde alzando una mano ed accarezzandogli la guancia. Lele a quel contatto sorride e chiude gli occhi.
"Oi, tutto bene?"
"Si, Tanche. Sono solo rilassato, tutto qui" afferma tenendo sempre gli occhi chiusi.
"Le..."
Al suo richiamo apre gli occhi e lo trova che gli fissa le labbra.
"Dimmi Tanche"
"Io..." e non continua la frase che lo vede avvicinarsi alle sue labbra. E' confuso, ma sa benissimo che lascerebbe che lo baci. Ma proprio in quel momento la porta si apre di scatto e loro di allontanano subito, guardandosi mordendosi le labbra.

Voleva baciarlo.

"Ei, Le." Diego. In quel momento l'avrebbe ammazzato. Esasperato appoggia la testa sulla spalla di Tancredi, che ridacchia e gli accarezza i capelli.
"Oi Die"
"Tutto bene?"
"Sisi, tutto bene. Quando sono entrato si era alzato da solo. Sai, i soliti capogiri"
"Devi chiamare qualcuno Le"
"Vabbe, me lo vuole dire qualcun altro?"
"Cosa?" ed ecco che adesso sono al completo.
"Che per alzarsi deve chiamare qualcuno"
"Devi chiamare qualcuno Lele quando vuoi alzarti"
"Tancheee"
"Ha ragione raga, ha capito. Voleva solo fare una doccia" dice, mentre continuava ad accarezzargli la testa "Su, vai. Ti accompagno fino al bagno, ti lascio un attimo lì, ti prendo i vestiti e te li porto. Poi ti fai la doccia e quando hai finito me chiami, così ti riaccompagno a letto, okay?"
"Ma non voglio stare a letto. Sto in quel letto da una cazzo de settimana. Sto a fà a muffa."
"Le"
"No."
Tanche sbuffa e lo accompagna fino al bagno e poi gli porta i vestiti "Sbrigati" e poi esce. Sa che si è incazzato perchè non vuole fare come vuoole lui, ma sta facendo veramente la muffa a stare continuamente in quel letto. Non ce la fa più.
Sospira e va a farsi sta doccia, decidendo di pensare dopo a come farsi perdonare. All'improvviso sente i ragazzi parlare con qualcuno e poi la porta della camera chiudersi.
Finisce di docciarsi e si veste, ma neanche il tempo di mettersi i boxer che ha di nuovo un capogiro. Vede i ragazzi entrare di corsa, ma subito dopo chiude gli occhi.
"Le, ma che cazzo è successo"
"Ma che ne so, un ennesimo capogiro" sente che gli altri lo alzano da terra e lo mantengono. Riapre gli occhi ed è tutto apposto.
"Okay, okay. Sto bene. E' passato, raga. Lasciatemi" e lo mollano, controllando che stia bene. Una volta assicuratosene lasciano il bagno, tranne Tancredi.
"Tanche, sto bene"
"Lele."
"Dimmi"
"Vorrei riprendere da dove ci siamo interrotti prima, ma non so se tu lo voglia o meno. Prima stavo dando via libera alle mie sensazioni ed emozioni senza nemmeno fregarmi di quello che..." e non lo fa nemmeno finire di parlare che lo bacia. Si, lui Emanuele Giaccari, sta baciando Tancredi Galli. Questi sta un attimo fermo, sorpreso dal suo gesto, ma poi ricambia il bacio e gli vengono i brividi quando sente che gli stringe i fianchi. Lui mette le mani nei suoi capelli, stringendoglieli.
Si staccano dopo un paio di minuti e si guardano. Tancredi sta sorridendo come non gli ha mai visto fare e di conseguenza anche lui lo fa. Se Tancredi è felice, lo è anche lui. Appoggia la fronte sulla sua e chiude gli occhi, sentendo per l'ennesima volta quei brividi quando Tancredi inizia ad accarezzargli i fianchi.
"Le, ti aiuto a vestirti dai."
"Tanche... non è il freddo che mi fa venire questi brividi, lo sai?"
"Ah no? E che cos'è allora?" e gli sorride furbo, sapendo benissimo che in realtà è lui che lo riempie di brividi.
"Lo sai e non te lo dico, stronzo"
"E tu dai dello stronzo a chi finisci di baciare?"
"No, solo a te"
"Onoratissimo Lele di essere il primo"
"Si dovresti"
"Mh... sarò anche l'ultimo coglione." e lo bacia, di nuovo.

Può dire che non vedeva l'ora di sentire quanto sono morbide le sue labbra?

Fa un verso contrariato quando Tancredi si stacca.
"Continuiamo quando vuoi tesoro, ma adesso dobbiamo veramente vestirti e riportarti a letto. Non mi interessa quello che dirai, ma non mi è piaciuto per niente il fatto che hai avuto un altro capogiro." dice accarezzandogli una guancia, che sicuramente era rossa per quello che ha detto.
Si staccano e non si aspettava che Tancredi lo aiutasse letteralmente: si è inginocchiato per permettergli di indossare i pantaloni per poi alzarglieli e mentre si allacciava da solo il bottone, Tancredi gli infila la maglia.
Solo quando ha finito escono e Tancredi lo trascina verso il letto, obbligandolo a mettersi seduto.
"Tutto apposto? Ci avete messo un casino"
"Sisi, Gian. Ha solo avuto un altro capogiro, ma niente di che"
"Le tutti sti capogiri nun ce piacciono"

"Sono normali, non vi preoccupate" interviene il medico "ecco perchè l'abbiamo tenuto sotto controllp sta settimana. Ma non preoccupatevi okay? Continueranno ancora per una in più e poi dovrebbero smetterla. Comunque Emanuele buona notizia. Puoi uscire. Stanno già firmando i documenti, tu preparati e poi passa da me che ti dò tutte le medicine che devi continuare a prendere per altre due settimane." detto questo esce dalla stanza.
Può finalmente uscire e tornare a casa?
Sembra un sogno.
"Dai Le, preparati ed andiamo, sususu"
Tancredi è anche più felice di lui. Sorride ed annuisce, alzandosi con l'aiuto di Tancredi e preparando le sue cose. Passa dal medico e finalmente dopo una settimana esce da quell'ospedale, godendosi il sole sulla sua pelle.

Arrivati a casa lo fanno sedere sul divano, mentre gli altri vanno a mettere le sue cose nella sua camera. Suo zio si siede affianco a lui e lo abbraccia.
"Lele mi hai fatto preoccupare un sacco. Dovevi parlarmi di quei messaggi"
"Scusa è che non volevo farti preoccupare e non volevo addossarti altri problemi. So che stai avendo problemi al lavoro ultimamente"
"Come te ne sei reso conto?"
"Nelle ultime settimane torni più stressato del solito, più incazzato e non mangi la cena che ti lascio nel frigo. Sono ottimi indizi che mi hanno portato a questa conclusione"
"Si è vero. Il mio capo sta parlando di licenziarmi, ma sto cercando di convincerlo a non farlo. Anche perchè è stato lui che ha deciso di farmi trasferire a Milano, quindi se mi licenzia adesso è proprio uno stronzo"
"Anche parecchio, ma zio posso confessarti una cosa?"
"Dimmi"
"Non me ne voglio andare da Milano. La mia vita è totalmente cambiata e nonostante quello che è successo... ho incontrato delle persone veramente speciali che non voglio abbandonare."
E il padre di Diego sorride e lo abbraccia
"Non ce ne andremo, okay? Se mi licenziano cerco un altro lavoro qui."
"Mi dispiace tu debba prendere questa decisione per me però"
"Ma che per te, Lele. Ti dispiaci per troppe cose. Lo faccio anche per Diego. Ho notato che è cambiato in meglio da quando è qui. A Roma non avevate delle amicizie così belle eh! Erano orribili. Invece Gian e Tanche sono amici veri, lo vedo. E poi ammettilo dai."
"Cosa?"
"Le non fare il furbo con me"
"Ma di che stai parlando?"
"Tra te e Tancredi c'è qualcosa?"
E crede di non essere arrossito così tanto in tutta la sua vita.
"AH BECCATO" dice suo zio mentre si alza e fa un balletto imbarazzante. Scoppia a ridere e non riesce a fermarsi anche perché non dà cenni di voler smettere di ballare.
"Ma che sta succedendo qui?" si gira verso la porta e ci sono i tre che li guardano confusi.
"Ho azzeccato su una cosa e sono felice"
"E su cosa?"
"Oh beh, non vi interessa. Una cosa tra me e lui. Non fare l'impiccione Die" e si allonatana andando in cucina.
"Ma di che stavate parlando?"
"Raga ma fatevi gli affaracci vostri su, che facciamo?"
"Non lo so Le, tu che vuoi fare?"
"In realtà voglio dormire"
"Cosa? E perchè mai?"
"Perchè stanotte non ho dormito un cazzo per colpa di una donna partoriente della camera affianco; perciò vi dò la buonanotte. Dormo solo un paio d'ore, per recuperare. Poi vi raggiungo"
Si dirige in camera e si sdraia sul suo letto, finalmente. Non vedeva proprio l'ora, gli era mancata la sua stanza. Sta per addormentarsi, ma la porta si apre rivelando un Tancredi preoccupato.
"Tanche che è quella faccia?"
"Stai bene?"
"Si Tanche, vi ho spiegato il motivo. Tranquillo"
"Okay. Posso mettermi di fianco a te?"
"Perchè?"
"Perchè non voglio giocare alla play e quindi non so che fa."
"So che disegni"
"Si e quindi?"
"Ho tutto il necessario per disegnare se vuoi, dalle matite ai pennarelli"
"Davvero?"
"Sisi, tutto nel cassetto della scrivania"
"Sei la mia salvezza, posso stare qui o ti disturbo?"
"Non disturbi mai, Tanche."
Gli sorride e si sorprende quando Tancredi si avvicina a lui.
"Mi piaci Lele" ed è sorpreso. Non pensava che glielo dicesse così.
"Mi piaci anche tu, Tanche" e si baciano. Un bacio più dolce rispetto a quello che si sono dati in ospedale.
E Lele si ritrova sempre di più in paradiso.

Insieme, nonostante tutto || tankeleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora