5. Capitolo cinque

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Punto di vista: Mattia

La situazione a casa non accenna a migliorare anzi, peggiora: mio padre oltre a picchiare me e mia sorella, ora maltratta anche mia madre, la minaccia di non pagarle più le cure. Deve solo provare a fare un atto del genere, lo distruggo anche se fosse l'ultima cosa da fare. Mia madre, d'altra parte, non può fare niente perché sa anche lei che non ne vale la pena e che può morire da un momento all'altro e non c'è cosa che mi fa stare più male.

Non parlo quasi mai, a casa, tranne con mamma per starle vicino. Mia sorella si chiude in se stessa ogni giorno di più e non so come aiutarla senza dare nell'occhio o senza che mio padre sospetti qualcosa. Ho bisogno di parlare, oggi più degli altri giorni, non so perché ma so che devo sfogare quello che ho dentro. L'unico problema è che, fino ad ora, con chiunque ci provi mi blocco e mi metto sulla difensiva. Anche con Denis.

L'università invece procede meglio delle aspettative, comprese le sedute con la psicologa fissate due giorni alla settimana: lunedì e giovedì. Non riesco ancora a fidarmi di lei nonostante mi trasmetta sicurezza. Ho fatto solo le prima due sedute ma direi che mi sono già aperto abbastanza e questo un po' mi spaventa.

Mercoledì. Oggi è mercoledì. L'appuntamento fisso con la psicologa è domani, lo so, ma sono stanco di ascoltare. Anzi, sono stanco e basta. Vado a passo veloce verso l'ufficio della psicologa e non guardo nemmeno se c'è qualcuno in sala d'attesa. La porta è chiusa. Faccio per afferrare la maniglia ma qualcuno mi blocca.

"Hey!" mi urla contro una ragazza "Non sei in corsia preferenziale!" Mi volto e la ragazza che mi sta urlando contro è la stessa ragazza che mi ha urlato contro per averla bagnata lunedì. In quel momento non mi ero accorto di quanto bella fosse ma ora ne sono meravigliato: capelli biondo scuro, occhi verdi, forme incredibili. Bellissima! La sua giacca in jeans e i suoi leggins le donano molto.

"E' urgente!" le rispondo amaramente

"Non mi interessa! Ci sono prima io, rispetta il tuo turno" mi dice. Di certo non le mancano i peli sulla lingua.

"Togliti di mezzo, ci metto due minuti" dico prendendola per le spalle e spostandola ma lei parte di nuovo alla carica, con le mani sui fianchi.

"Cosa non ti è chiaro della frase rispetta il tuo turno?"

"Il fatto che non ho un turno" sbotto "Devo solo parlarle due minuti e poi sarà tutta tua!"

"Che casualità! Anche io devo parlarle e, indovina un po', ho il turno" mi dice. Sto per controbatte ma la psicologa esce raggiante e un po' infastidita.

"Oh, vedo che vi siete conosciuti" dice "Mattia, lei è Clarissa, Clarissa, lui è Mattia" Faccio finta di non aver sentito le presentazioni.

"Dottoressa devo parlarle" le dico

"Certo, dopo Clarissa" dice invitandola ad entrare. Clarissa mi mostra il dito medio ed entra. Chissà che problemi ha quella ragazza per venire dalla dottoressa Caruso. Non so perché ma il sesto senso mi suggerisce di scoprirlo e che conoscere quella ragazza ne varrà la pena.

Clarissa sta con la dottoressa per 40 minuti ma non riesco a sentire granché, a parte la dottoressa che ogni tanto la sprona a raccontarsi. Appena esce noto che è seria, ha il naso rosso e il mascara colato, sussurra uno "Stronzo" che mi eccita e mi fa rabbrividire allo stesso tempo. Entro nell'ufficio e la dottoressa mi chiede cosa sia successo.

"Non parlo con nessuno a casa" dico "A parte mamma"

"Potresti farti qualche amico, qui all'università" propone "Per esempio, Clarissa potrebbe essere un'ottima amica."

"Ci odiamo già" dico "E poi ho già un amico" Silenzio, così continuo. "Sono stanco. Mamma è l'unica ragione per cui sono qui" Lei non parla. Mi osserva in silenzio.

"Vuoi parlarmi di tuo padre?" mi dice. Mi agito, inizio a sudare freddo e a tremare

"No" esclamo serio e me ne vado via, sbattendo la porta.

Damage - Una rosa dal cementoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora