39. Capitolo trentanove - SPIN OFF

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Punto di vista: Marco, fratello di Clarissa

Sono passati 10 mesi da quando sono stato messo in prigione e me lo sono meritato. In questi mesi ho capito molte cose e mi sono pentito di quello che ho fatto a Clarissa ma se lei sapesse che non avevo altra scelta capirebbe più cose. In questi mesi ho imparato a collaborare con gli altri detenuti, essere sufficiente a me stesso e a barattare per ottenere qualche porzione di cibo in più. Ho avuto moltissimo tempo per pensare e per rendermi conto che voglio che il rapporto tra me e mia sorella diventi quello che era prima che facessi quella stronzata. Sono cambiato qui dentro ed ho imparato ad apprezzare cose che al di fuori davo per scontato.

Oggi vengo rilasciato, ho scontato la mia pena con molte difficoltà e molta sofferenza. Non so più niente della mia famiglia, non so come sta mamma, come sta Clarissa, se si trova bene all'università, cosa pensa. Mi sono perso tanto ma sono ancora in tempo per recuperare. Non mi aspetto che Clarissa mi abbia perdonato ma voglio dimostrarle che non sono quello che le ha fatto del male, sono ancora il suo fratellone con cui passava pomeriggi interi a giocare.

Esco dal penitenziario accompagnato da due poliziotti e mi avvio lentamente verso casa mia godendomi la bellezza della libertà. Ad ogni passo che faccio mi allontana dal penitenziario mi sento un po' più libero. Raggiungo casa mia in poco più di quaranta minuti e noto che la vecchia macchina di mia madre è stata sostituita da una Nissan nera ibrida. Che bello, è riuscita ad estinguere i debiti. Suono il campanello emozionato. Mi apre una signora prossima al parto. Non capisco cosa sta succedendo.

"Salve", dico "Sto cercando mia sorella. Lei...io abitavo qui"

"Cerchi Clarissa?" chiede lei "Mi dispiace ma non abita più qui" Come? Cos'è successo? Quella è sempre stata casa nostra. Saluto cordialmente e mi scuso per il disturbo. Mia sorella dovrebbe essere a scuola a quest'ora quindi mi avvio verso la sua università. Adesso è il contrario, ad ogni passo mi sento più pesante. Raggiungo la sua università e c'è qualche ragazzo fuori che sta studiando e chiedo al primo che trovo se l'ha vista o se la conosce.

"Sei fortunato che è la nostra pausa questa" mi risponde ed entra in caffetteria a chiamarla. Aspetto qualche minuto e Clarissa esce. È cresciuta la mia sorellina, i suoi capelli biondo scuro le arrivano a metà schiena, è dimagrita ed è bellissima. Alle sue spalle esce Luca che la segue mentre si avvicina.

"Come sei bella" le dico. Lei incrocia le braccia sotto al seno.

"Sei uscito, complimenti" mi dice "Perché sei qui?" Luca si posiziona accanto a lei.

"Per vari motivi" dico "In primis per dirti che mi dispiace per tutto ma ti dimostrerò che sono sempre il tuo fratellone che tanto adoravi, e poi per chiederti tutto quello che è cambiato in mia assenza, iniziando dalla casa" Lei cambia espressione.

"Mamma è scappata lasciando a me i debiti" mi spiega "Ho venduto la casa e mi sono presa una stanza al dormitorio dell'università. Vivo lì adesso"

"E non hai pensato a dove avrei dovuto vivere io?" chiedo. Lei scuote la testa.

"Volevo solo essere felice. Ci sono stati altri problemi che ho dovuto risolvere" mi dice

"Se me li dici, capisco. Quanto hai intascato?"

"95.000 euro ma me ne sono rimasti 41.000 perché ho pagato tutti i debiti" mi dice. Rimango sorpreso perché finalmente abbiamo un po' di soldi da parte. "Per quanto riguarda gli altri problemi, la maggior parte riguardano mamma, altri no"

"E chi riguardano?" domando, lei si tocca il braccio e noto un anello. "E quell'anello?"

"Riguardano mio...un...Mattia" mi dice. E chi è questo? "L'anello diciamo che ha fatto parte dei problemi ma non ha nessun significato per me"

"Chi è Mattia?" le domando. Vedo che è un po' titubante nel rispondere.

"Non deve interessarti per il momento" si mette in mezzo Luca. Io annuisco, penso di meritarmela una risposta del genere. È già tanto se Clarissa mi ha spiegato tutto questo. Sospiro pensando al fatto che non ho un posto dove vivere. Potrei far vivere anche mia sorella con me, se trovassi qualcosa. Nel penitenziario ho guadagnato qualche spiccio riparando malfunzionamenti vari ma non sono abbastanza nemmeno per pagare un affitto. Penso che i miei guadagni ruotino intorno ai 300 euro. Devo pensare a come e dove campare.

"Usa la tua passione per i motori per andare avanti" mi suggerisce Luca come se mi leggesse la mente. Ha fottutamente ragione.

"Devo andare" mi dice Clarissa

"Prima che tu vada sappi che farò di tutto per farmi perdonare da te e che ti voglio bene" le dico. Lei annuisce stringendo le labbra.

"Vedremo. Hai una possibilità" mi dice e se ne va. Ha ragione anche lei, ho sbagliato e riparo io. Ho già in mente cosa fare e sarà una cosa che sorprenderà Clarissa.

Damage - Una rosa dal cementoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora