Punto di vista: Mattia
Ho preso la stanza di Clarissa così almeno starò con qualcuno. A casa mia non entro da un paio di settimane perché non mi serve più: ho portato tutto al dormitorio, a Clarissa non le è più utile dormire lì. È andata a vivere con suo fratello ed è felice anche se, inizialmente, le faceva strano trovarsi suo fratello in giro per casa. L'altro giorno mi ha perfino detto che è riuscita a raccontare alla psicologa l'intera storia e che lei è riuscita a farla ragionare così è riuscita a perdonare Marco. Ora non si può dire che hanno un legame così solido ma ci stanno lavorando per far sì che diventi tale.
Sono stato tra i primi clienti di Marco, anche se Clarissa non lo sa: mi sono fatto modificare qualcosa per far diventare la mia macchina un po' più rumorosa. È illegale lo so, ma non me ne frega niente.
Penso di dover andare a sistemare casa, buttare via le cose che non servono più e farla diventare solo una casa con meno ricordi possibili. Mi prendo una pausa dallo studio e decido di andarci. Avverto Alex e salgo in macchina. Lo scoppiettio che fa appena accelero mi fa impazzire. Entro in casa con un po' di timore ed il fatto che è tutto come l'avevo lasciato due settimane fa mi mette addosso nient'altro che tristezza. Inizio a sistemare dalla stanza con più brutti ricordi di tutte: la camera dei miei genitori. Ormai non serve più niente di quello che resta in questa stanza quindi prendo un sacco e inizio a svuotare gli armadi e i comodini; dietro al comodino vicino alla parte dove era solita dormire mia madre c'è una piccola cassaforte chiusa da una combinazione. Provo codici semplici come il PIN del telefono di mia madre, la sua data di nascita per poi scoprire che il codice è la mia data di nascita. La cassaforte si apre rivelando al suo interno qualche mazzetta da 50 e qualche lettera: sono tutte indirizzate a mia madre. Preso dalla curiosità le leggo tutte dopo averle messe in ordine cronologico, il mittente è un uomo di Diego Pepe. Le leggo, una ad una, e faccio una spiacevole considerazione che non mi sarei mai aspettato: io e mia sorella siamo il frutto di una relazione extra coniugale ed il mio vero padre non vuole saperne di me, di mia sorella. Da quello che ho dedotto i miei genitori si sono sposati qualche settimana prima che mia madre facesse questa scappatella con questo uomo. Ma perché non dirselo per telefono? All'inizio degli anni 2000 c'era già, perché non usarlo? Mi siedo qualche minuto sul letto e mi metto in tasca le lettere; dopo essermi ripreso invece prendo le mazzette e conto quanti soldi siano: cinque mazzette da 10 banconote da 50 euro per un totale di 2.500 euro. Intasco anche quelle e, seppur ancora sconvolto, continuo a riordinare le altre stanze: la mia camera, quella di mia sorella, il bagno, il salotto e dalla cucina prendo quello che è rimasto nella dispensa per poi portarlo al dormitorio. I vestiti li darò in beneficienza. Mando un messaggio a Clarissa dicendole quello che ho scoperto.
Vieni di me, Marco non c'è mi risponde ed io chiudo a chiave la casa. Prima di andare da lei sistemo le banconote e le lettere nello zaino e porto i vestiti in uno di quei cassonetti gialli per la Caritas. Casa di Clarissa è un po' distante da casa mia quindi ci metto un po' ad arrivare da lei. Busso al suo portone e vedendo la mia faccia avvilita mi fa entrare subito.
"Come stai?" mi chiede mentre mi siedo sul divano
"Non sono figlio di mio padre" dico "Sono tanto felice quanto triste"
"Vuoi cercarlo?" mi chiede e si siede accanto a me. Scuoto la testa.
"Non vuole conoscermi" Faccio una pausa. "Non ho lo stesso sangue di mio padre e di questo ne sono felice ma sono anche triste perché tutta la mia vita è stata una bugia e poi..." Lascio la frase in sospeso. Spero di sbagliarmi su quello che sto per dire "...credo che mio padre ci picchiasse per questo. Non ha avuto nessun motivo per volerci bene, eravamo solo degli impostori nella sua vita"
"Lui aveva un motivo per volervi bene anzi, ne aveva molti ma non tutti sono in grado di fare il padre" mi dice "Mi dispiace vederti così" Mi abbraccia e mi da un bacio sulla guancia.
"Ho trovato anche dei soldi" le dico. "Posso togliermi qualche sfizio in più"
"Bene" mi dice "Posso offrirti qualcosa?"
"Dammi un bacio e sarò più che felice" le dico. Lei appoggia dolcemente le sue labbra sulle mie e mi da un bacio, uno di quelli veri. Poi si stacca e mi abbraccia accarezzandomi la nuca. "Grazie"
"Shh, non dire niente" mi dice e la stringo forte a me. Inizio a baciarle la guancia, la mandibola per poi fermarmi al collo, senza malizia. Bacio e succhio la sua pelle mentre lei ansima leggermente. Mi stacco e vedo il mio capolavoro violaceo. Sorrido e le do un bacio.
"Credo di averti marchiata" le dico sulle sue labbra. Lei ride.
"Sono stata ferma apposta" mi risponde di rimando. Vorrei tanto infilarle le mani sotto la maglia ma non lo faccio. Non voglio usare questa situazione come scusa per avere dell'intimità con lei. "Stai qui stasera"
"Non posso" le dico. Lei sorride.
"Non era una domanda. Stasera stai qui" mi dice
"Non posso" le ripeto ridendo. "Il custode si accorgerà che non ci sono"
"Sei stato preso di mira dal custode?" mi domanda ridendo
"Beh, quando giri tutto il dormitorio con solo l'asciugamano addosso, è facile" Rido anche io.
"Penso di star invidiando tutte le ragazze che ti vedono" mi dice lei. Evito di farle una battuta sconcia e rido. "Allora vengo io" Eh? Stavo pensando alla battuta sconcia, non può dire queste cose.
"Al dormitorio?" domando per rientrare nel discorso. Annuisce e cita qualcosa in cui c'entra una montagna e Maometto. "Tu mi farai impazzire, lo sai vero?"
"Proverò a portarti al limite" scherza ma non sa che dicendo così mi ha eccitato da morire. Si alza e va a prendere qualcosa in cucina.
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Damage - Una rosa dal cemento
ChickLitClarissa Stevenson, una semplice 20enne, deve affrontare numerosi problemi dopo il tradimento del fratello, finito in carcere. Non ha praticamente nessuno eccetto il suo migliore amico Luca. La madre è costantemente ubriaca e suo padre è fuggito las...