31. Capitolo trentuno

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Punto di vista: Clarissa

Le mie ferite stanno guarendo bene ma so che resteranno le cicatrici. Luca quella sera, dopo avermi messa a letto, è andato a svegliare mia madre che dormiva ancora e l'ho sentito urlare contro a mia madre. Nel frattempo lei non diceva una parola, probabilmente era ancora stordita. L'ha minacciata, dicendole quello che mi aveva detto in macchina sull'andare a vivere da lui. Dopo essersi sfogato ha pulito il mio sangue ormai secco da terra, ha raccolto e buttato via lo specchio in frantumi ed è andato a fare una piccola spesa. Penso non potrei volergli più bene di così, dopotutto ci sarà pur un motivo se è il mio migliore amico.

Mia madre un paio di giorni dopo mi ha lasciato il primo post-it dopo tanto tempo: Il bastardo ci ha dato altri 10.000 euro di debiti. L'aveva detto che mi avrebbe rovinato la vita ma ormai i debiti sono passati di moda per rovinare la vita. Mia madre ha venduto i comodini ai lati del suo letto ed ha venduto tutti i regali che le ha fatto mio padre per la bellezza di 3.000 euro di cui poco più di 2.000 solo dei regali.

L'unica cosa che mi rende felice è aver fatto pace con Mattia e le giornate ora sono ancora più belle. Mi ha detto che si è iscritto alla squadra di football per non pensare a me ma riusciva sempre a farlo lo stesso e mi ha chiesto più e più volte di andare a vederlo agli allenamenti. Gli ho promesso che prima o poi ci sarei andata così lui mi ha dato giorni e orari.

Ho appena finito di prepararmi: jeans neri, camicia azzurrina e una leggera giacca nera. Mi metto un filo di mascara e prima di uscire mi devo ricordare di mettere un po' di lucidalabbra. Vado in cucina a prendermi un bicchiere di latte; ovviamente c'è un post-it sul frigo: Non riesco più a reggere. Me ne vado. Paga tu i debiti per favore. Mi dispiace. Mamma. Non può essere vero. Vado a controllare in camera sua e nel sottoscala pensando sia uno scherzo. Non c'è in nessuno in nessuno dei due posti. Esco per vedere se almeno c'è la macchina. Non c'è. Mia madre è scappata. Sono sola. Ha lasciato debiti, fatture e bollette da pagare a me che non ho un soldo. Mi viene da piangere. Mando un messaggio a Luca e uno a Mattia, stesso contenuto: Mia madre è scappata lasciando i debiti a me. Damage. Con le lacrime agli occhi esco e faccio quei pochi passi che mi separano dal bar. La fame se n'è andata lasciando spazio a rabbia e delusione. Come faccio a pagare tutto senza lavoro? Sono obbligata a lasciare l'università.

Avendo la macchina, Luca e Mattia arrivano prima di me e preoccupati mi stanno aspettando fuori. Entriamo per scaldarci e nel mentre penso che devo essere forte. Ordinano un paio di cappuccini e un paio di cornetti visto che li ho chiamati così presto. Mentre loro si gustano la loro colazione e il mio stomaco si chiude sempre di più racconto degli ultimi post-it.

"Quanto devi ancora pagare?" mi chiede Mattia, pensando

"Non lo so, penso sui 60.000" dico

"Vendi la casa" mi suggerisce Luca "E vieni a vivere da me" Noto Mattia guardarlo in cagnesco.

"No Luca, non posso vivere da te. Non voglio fare compassione a nessuno" Sospiro. "Mollerò l'università"

"Che cosa?! Sogni di diventare un medico da quando avevi otto anni" mi dice Luca

"E avevo una vita felice" dico "Non ho altre soluzioni" Sposto lo sguardo su Mattia.

"L'università ha un dormitorio a circa 500 metri. Potresti vendere la casa, saldare i debiti e prendere una stanza lì"  mi suggerisce Mattia. "L'hanno fatto per i fuorisede ma dovrebbe andare bene anche per te. Parla con il preside" Pensandoci, ammetto che è una cosa fattibile.

"Avresti vitto e alloggio" dice Luca. Annuisco penso che potrebbe andare.

"Proverò a parlare con il preside" dico "E vi tengo aggiornati" La mia giornata è iniziata male ma forse finirà bene.

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Prima di vendere la mia casa devo parlare con il preside, spiegargli la mia situazione e sperare. Così busso alla porta del suo ufficio e dopo avergli raccontato la storia della mia vita fallimentare, omettendo alcuni dettagli per me importanti mi da una risposta.

"Controllo se c'è qualcosa di disponibile" mi dice e per interminabili minuti controlla al pc. "C'è un posto disponibile" annuncia. "Ti va bene stare in stanza con un ragazzo?" La mia mente pensa al peggio.

"Non ci sono posti liberi con le ragazze?" dico. Lui controlla meglio ma scuote la testa.

"Mi dispiace, no" dice. Sono obbligata, o così o dovrò rinunciare a tutto.

"Va bene" dico. Mi porge un modulo e il regolamento. Compilo il modulo velocemente.

"Il tuo compagno di stanza si chiama Alex. Appena hai concluso tutto, presenta al custode questo" mi porge un badge "E ti accompagnerà alla tua stanza"

"Grazie, preside" dico ed esco felice. Aggiorno Luca e Mattia.

Nel pomeriggio chiamerò un esperto  che venga a valutare la mia casa e poi prenderò degli scatoloni per liberare le stanze. Tra qualche mese Marco uscirà di galera e non mi va di fargli la cattiveria di buttare via i suoi vestiti. Chissà, magari è arrivata l'ora della svolta anche per me. Lo spero tanto. Dovrò controllare anche quanti soldi devo rendere a vari enti e persone. Mi arrivano delle notifiche: Mattia e Luca.

Sono felice per te. Ti offro un succo più tardi mi scrive Luca

In camera con un maschio? Dimmi che scherzi scrive Mattia. È geloso ma penso sia normale vista la sua situazione. Mi fa piacere, però, la sua gelosia.

Damage - Una rosa dal cementoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora