30. Capitolo trenta

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Punto di vista: Clarissa

Novità della settimana: mia madre è ricaduta nell'alcol. L'avevo avvertita, non me ne prenderò cura questa volta. Infatti lei se ne va via verso le 22 e torna a casa ubriaca marcia verso le 7 del mattino. Non so dove passa la notte e cosa faccia oltre all'ubriacarsi ma non importa. Ora non mi parla nemmeno con i post-it e a me va benissimo così. La parte negativa è che la casa è piena di polvere, ragnatele e tutto lo sporco possibile quindi direi che tocca a me pulirla. Tanto mia madre dorme e oggi è sabato.

Inizio dalla cucina: svuoto il frigo dal cibo ormai in decomposizione, pulisco i ripiani e i piatti che hanno riempito il lavello per poi passare alla dispensa e al tavolo. Dopo andrò a fare anche la spesa altrimenti muoio di fame se aspetto che la faccia mia madre. Passo al salotto: in realtà non c'è molto da pulire visto che è praticamente vuota così spazzo solamente e lavo per terra. Lavo anche il pavimento della cucina, del corridoio e delle scale. Il sottoscala è piuttosto faticoso da pulire visto che lì c'è il 90% dello sporco quindi mi ci vuole un po' per sistemarlo. Ci sono anche le bottiglie di vino di mia madre ma non le butto via. Al piano di sopra l'unica stanza che non pulirò sarà quella di mia madre. Nelle altre pulisco da cima a fondo. Nello sportello dei medicinali in bagno ho trovato una quindicina di medicine scadute quindi li porto in cucina per poi metterli nel bidone apposito. In camera mia non trovo nulla fuori posto a parte un po' di polvere sotto il letto. In camera di mio fratello, d'altra parte, c'è il disastro: vestiti sopra e sotto il letto, senza materasso che è in salotto, e sulla sedia della scrivania e preservativi usati dentro il comodino. Metto in lavatrice tutti i vestiti di mio fratello e butto via, disgustata, i preservativi prima di pulirla. Mentre pulisco l'enorme specchio che c'è sopra al comodino, mi cade letteralmente addosso facendomi perdere l'equilibrio e cadere. I pezzi dello specchio mi si conficcano nella pelle del braccio destro e della gamba sinistra. Caccio un urlo e vado in cerca del mio telefono per cercare Luca. Se mi togliessi i pezzi probabilmente sanguinerei di più e proverei anche molto dolore. In tutto questo mia madre sta dormendo come un bambino. Trovo il telefono e compongo il numero di Luca.

"Luca..." dico piangendo dal dolore appena risponde

"Hey, tutto bene?"

"Ho bisogno che tu mi porta al pronto soccorso. Mi è caduto addosso uno specchio e i pezzi sono nel mio braccio e nella mia gamba" gli spiego

"Ti stavi uccidendo di nuovo?" mi domanda e sento che accende la macchina

"Stavo solo pulendo casa" sbotto

"Ok, arrivo" mi dice e riattacca. Ad ogni movimento è come se i pezzi mi lacerassero la carne e piango sempre di più. Vado in cucina a sedermi ma scendendo le scale mi sento debole e nel frattempo ci sono gocce del mio sangue ovunque. Luca entra correndo e mi aiuta a salire in macchina ripetendomi che va tutto bene.

"Che ne pensi di andare a chiedere una benedizione?" mi dice, ironizzando

"Se ci credessi, ci sarei già andata" gli rispondo. Scendo dalla macchina proprio davanti all'entrata del pronto soccorso, metto il braccio sano dietro il collo di Luca e zoppicando entriamo. Non c'è molta gente per mia fortuna quindi forse mi visiteranno presto.

"Eccovi" dice Mattia sbucando alla mia sinistra "Ero preoccupato"

"Che cosa ci fai qui?" chiedo mentre un'altra lacrima scende

"L'ho chiamato io" mi dice Luca aiutandomi a sedere "Stai qui, vado a parlare con qualcuno"

"Come hai fatto?" mi chiede Mattia preoccupato

"Pulendo. Uno specchio si è staccato" taglio corto

"E tua madre?" mi chiede mentre appoggio la testa al muro dietro

"Io non ho una madre" dico e chiudo gli occhi "E' di nuovo ubriaca" Arriva Luca con un infermiere ed una sedia a rotelle. Lentamente mi sposto lì e mi porta in un ambulatorio con un lettino e un'enorme luce bianca sopra.

"Ti devi stendere, ce la fai?" mi chiede l'infermiere. Provo a salire sul lettino e caccio un urlo. "Ti faccio un po' di anestesia prima che arrivi il medico. Sentirai un po' di pressione" Con una siringa mi inserisce l'anestesia sia nel braccio che nella gamba. Arriva il dottore che chiede informazioni all'infermiere, poi si avvicina a me e guarda con attenzione le mie ferite. Inizia ed ogni tanto sento i pezzi dello specchio che sbattono contro del metallo. Mezz'ora dopo il dottore mi annuncia che ha suturato una decina di ferite. L'infermiere mi inietta qualcos'altro, lo guardo confusa.

"Antidolorifico, molto potente" mi dice e mi aiuta ad alzarmi. "Tieni, il dottore te li ha prescritti. Una al giorno per una settimana" Mi porge una scatola e la afferro. Non ho ancora la completa sensibilità delle parti anestetizzate ma riesco comunque a raggiungere Luca e Mattia.

"Ora riposati" mi dice Luca mentre saliamo alla macchina

"Devo finire di pulire e andare a fare la spesa" dico mezza intontita

"Lo farò io, basta che ti riposi" mi risponde, non ho voglia di discutere quindi non ribatto. "E parlo anche con tua madre perché non può abbandonarti a te stessa così. Sono stanco di questa situazione, se ce ne sarà bisogno verrai a vivere da me" E' arrabbiato ed io non posso che dargli ragione ma non posso accettare di andare a vivere da lui.

Damage - Una rosa dal cementoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora