78. Capitolo settantotto

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Punto di vista: Clarissa

Sono tornata a casa qualche ora dopo aver parlato con il preside e con me c'è anche Mattia. Ora abbiamo una casa solo per noi. Ogni tanto viene Luca a farmi compagnia mentre Mattia non c'è e Marco mi ha regalato la carrozzina. Mattia, oltre allo studio, si è dato all'edilizia nell'ultimo mese e sta preparando la stanza di Ryan che dovrebbe nascere tra poco meno di mesi cinque mesi. Io, d'altra parte, non posso fare altro se non studiare anche se mi piacerebbe aiutare Mattia con la stanza ma l'unica cosa che mi permette di fare è guardare e meravigliarmi perché dice che non devo fare sforzi eccessivi. Abbiamo comprato l'armadio e la culla e dovrebbero consegnarceli a giorni, quindi Mattia sta cercando di ultimare tutto il prima possibile e abbiamo deciso anche di colorare le pareti di un azzurro tenue.

Ormai è un mese che non sono più al campus e mi mancano i miei amici, le lezioni, ridere, scherzare e sentirmi chiamare LittleC per tutta la giornata però sono sicura che li rivedrò presto i miei amici; a volte facciamo videochiamate di gruppo per aggiornarci delle novità e ci sentiamo per messaggio ogni giorno. Il più presente è Austin che mi manda messaggi in ogni momento della giornata, alcuni sono veramente buffi mentre altri mi fa pensare solo perché. A Liam manca molto Mattia perché con lui aveva creato un legame diverso ed ora ha solo Austin ma non è la stessa cosa. Pure il preside si fa sentire ogni tanto tramite mail per chiedermi come procede e se ho bisogno di qualcosa. Non ho bisogno di niente se non di trovarmi qualcosa da fare perché, a forza di passare giornate a studiare, ne sto uscendo pazza.

"Che dici, dovremo prendere un cane?" chiedo a Mattia, ultimamente sto pensando anche a questo

"E se il bambino fosse allergico?" mi chiede lui di rimando

"Che probabilità ci sono? Potremmo prendere un cucciolo così cresceranno insieme" ipotizzo

"Potrebbe starci, che razza?" mi chiede poi dopo averci pensato

"Un Samoyedo?" chiedo illuminandomi. Ho sempre avuto una passione per i samoyedo perché sono così belli e teneri, super morbidi e credo che siano perfetti anche per i bambini.

"Vedremo dai" dice "Lasciami concludere qui, ci penseremo più tardi" Sta finendo di pitturare la stanza e in tuta da imbianchino sporca di colore devo dire che è molto provocante.

Sbuffo. "Va bene, imbianchino sexy. Credo che andrò a fare una passeggiata per liberare un po' i pensieri"

"Non ti affaticare troppo babe, mi raccomando" mi dice, roteo gli occhi ed esco.

La giornata è molto soleggiata e c'è una leggera brezza che la fa diventare perfetta. Mi avvio verso casa di Luca e di mio fratello ma non faccio in tempo a fare cinquanta metri che mi trovo mia madre davanti, di nuovo, ma stavolta ha un uomo affianco.

"Pure qui no" dico arrabbiata

"Tesoro, ascoltami" mi dice lei

"Come fai a sapere sempre dove sono? Mi segui? Hai pagato qualcuno?" chiedo, sento la rabbia ribollirmi nel sangue

"Tuo fratello ha la localizzazione accesa sul telefono ed ho immaginato che ci fossi anche tu qui" mi dice tranquilla. Ha un aspetto da vera donna, non è più trasandata "Voglio solo parlarti, poi se mi vorrai ancora nella tua vita, bene altrimenti pazienza, almeno saprò di averti parlato"

Sbuffo roteando gli occhi e incrocio le braccia sotto il seno.

"Vedo che sei in dolce attesa" dice indicando la mia pancia

"Vai al punto" le dico fredda. Lei sospira e da un'occhiata all'uomo affianco a lei. La lascerò parlare  senza interromperla così il nostro incontro sarà breve e io mi godrò la passeggiata.

"Mi dispiace di averti lasciato tutti quei soldi da pagare e mi complimento con te per averli estinti però mi piacerebbe che tu capissi che non ce la facevo più a sostenere quel peso, avevo bisogno di andarmene anche se significava abbandonare mia figlia. Scusa veramente. Sono tornata dai nonni, nell'Illinois, e sono sbocciata di nuovo come un fiore, ho risolto il mio problema con l'alcol, ho un lavoro stabile e ho trovato lui, si chiama John, è il mio compagno. Sono diventata una persona migliore, che non ero da chissà quanti anni. Ti prego di perdonarmi" dice con aria pentita. Durante il suo emozionante discorso avrei avuto da ridire su molte cose e, mi dispiace, ma non è cambiato niente.

"No" dico "Ho dovuto vendere casa nostra per pagare quei maledetti debiti e ho vissuto nei dormitori dell'Università mentre tu eri qui a ritrovare te stessa. Tu, i tuoi problemi con l'alcol e il tuo egocentrismo mi hanno tolto gli anni migliori della mia vita perché mi sono dovuta prendere cura di te dopo ogni singola sbronza. Ti sei mai chiesta come sarebbe andata se invece di spendere soldi in alcol li avessi spesi per sanare i debiti? Immagino di no, altrimenti non saremo qui a parlarne, beh te lo dico io: saremo ancora una famiglia felice e tu saresti una nonna felice. Mi hai fatto soffrire mamma, mi hai fatto penare le pene dell'inferno con i tuoi giochetti ed ora non puoi venire qui a chiedere perdono"

"Tuo fratello però l'hai perdonato" mi dice, con le lacrime agli occhi

"Perché mi ha dimostrato di essere cambiato. Io ti ho dato molte, forse troppe opportunità per rimediare e per diventare una persona migliore ma tu le hai sprecate tutte. È per questo che non mi fido più di te e non credo ad una sola parola che dici. Sono una persona felice ormai, ho solo vent'anni ma mi sono sposata, aspetto un bambino ed ho una casa dove sono veramente amata quindi mi dispiace mamma ma per te non c'è posto nella mia vita"

"Per favore, tesoro, cerca di metterti nei miei panni, cosa avrei potuto fare? Perdonami. Fallo almeno per mio nipote, chiederà dove si trova la nonna un giorno"

"Avresti potuto prenderti le tue responsabilità quando era il momento, ora che è tutto risolto è tardi. E non ti preoccupare perché quando mio figlio chiederà della nonna, io gli racconterò della nonna e di tutto quello che ha fatto a sua madre ma non per odiarti, perché sappia la verità. Crescerà con persone per bene attorno e stai pur cerca che farò la madre" le dico. Le lacrime rigano il suo volto e io sento come uno sfarfallamento nella pancia. Il compagno di mia madre non ha detto una parola probabilmente non capendo niente visto che abbiamo parlato in italiano ma quando la vede piangere la abbraccia. So di essere stata dura con le parole nei confronti di mia madre ma me ne ha fatte di cotte e di crude durante questi anni ed io voglio solo dimenticarmene. Per rispetto verso me stessa, le ho dovuto dire di no anche se è mia madre.

"Con permesso" dico e sorpasso mia madre e il suo compagno che la rassicura per continuare la mia passeggiata, ormai rovinata.

L'unica cosa che conta adesso per me è la mia famiglia, i miei amici ma soprattutto Ryan. Dalla conversazione con mia madre ho capito una cosa e cioè che io sono pronta per essere una madre e, anche se sbaglierò molte volte, sono certa di dare a mio figlio quello che mia madre non ha dato a me. Grazie mamma, una cosa utile l'hai fatta oggi.

Damage - Una rosa dal cementoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora