72. Capitolo settantadue

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Punto di vista: Mattia

Non sto passando delle belle vacanze perché da quando siamo tornati a casa mi sento sempre stanco, faccio fatica ad addormentarmi e ho spesso nausea. Sento che c'è qualcosa che non va dentro di me e sono certo che non sia semplice influenza perché solitamente mi dura qualche giorno. Questo invece sta persistendo.

"Dovresti vedere un medico" mi suggerisce Clarissa

"Hai ragione ma dovrei chiedere a tuo fratello se mi ci accompagna perché non ce la faccio a guidare" rispondo. Sono a letto da una settimana e non riesco ad alzarmi se non per andare a vomitare il nulla perché non mangio quasi niente.

"Va bene" mi dice lei. Ha una tazza di the tra le mani che sta profumando tutta la stanza mentre a me fa solo venire la nausea "Ora glielo chiedo" Se ne va, lasciandomi solo. Sento che sale l'ennesimo conato e mi dirigo in bagno il più velocemente possibile con le poche forze che ho. Ritorno in camera e faccio qualche respiro profondo per calmarmi prima di stendermi ancora. Clarissa ritorna da me e si siede accanto a me.

"Marco ha detto che ti porta adesso, se vuoi" mi dice dolcemente

"Aspetto di stare meglio" le rispondo. Non me la sento proprio di alzarmi.

"Più aspetti peggio starai" mi dice. Sbuffo. "Ti aiuto a vestirti?" Annuisco e mi metto seduto con le gambe fuori dal letto. Clarissa prende dall'armadio dei pantaloni comodi e una felpa. Mi tolgo la maglia svogliatamente sentendomi rabbrividire e lei mi infila la felpa, mi sfila poi i pantaloni e mi metto quelli che ha appena preso. Mi alzo in piedi e con l'aiuto di Clarissa riesco a raggiungere Marco al piano di sotto, mi aiuta poi a mettere la giacca.

"Ci vediamo dopo" mi dice dandomi un bacio. Mi mancavano le sue labbra. Esco lentamente e salgo in macchina lasciandomi cadere nel sedile.

"Secondo me se mangi qualcosa stai meglio" mi dice Marco salendo dal lato del conducente. Io deglutisco.

"Non ho fame" dico e chiudo gli occhi. Non so che aspetto ho ma posso percepirlo perché una persona che sta male può avere solo un aspetto orrendo. Raggiungiamo in silenzio la clinica del medico e dopo aver passato l'accettazione restiamo in sala d'attesa.

"Devo vomitare" dico all'improvviso sentendomi avvampare e un movimento nello stomaco. Mi alzo e vado verso il bagno. Il problema è quando sono sul punto di farlo non esce niente perché nello stomaco non ho niente.

"Terzi!" sento chiamare dalla sala d'attesa ed esco dal bagno per entrare nello studio del medico. Chiudo la porta alle mie spalle per poi sedermi sulla sedia di fronte alla scrivania.

La visita del medico mi è sembrata abbastanza inutile visto che mi ha fatto delle domande che, a mio parere, erano ovvie ma per avere una diagnosi ho risposto anche se mi sono sentito abbastanza intontito. Dopo di che mi ha visitato con lo stetoscopio sul petto e sulla schiena. Mi ha prescritto degli esami del sangue e delle urine da fare il più presto possibile.

"Spero non sia quello che ho pensato, se vai in questa clinica e dici che ti ho mandato io ti fanno passare" mi dice e scrive un indirizzo in un post it

"Pensa che sia una cosa grave, per un po' di vomito?"

"Non è il vomito, è l'insieme" mi risponde "Ma per ora non c'è di che preoccuparsi"

"Potrei avere un cancro?" domando ricordarmi di quando ho scoperto che il cancro che aveva mia madre poteva essere ereditabile.

"Niente di così tragico, Mattia" mi dice. Che fastidio quando le persone restano nel vago. Mi alzo ringraziando ed esco. Consegno l'indirizzo e i documenti a Marco che li legge prima di salire in macchina.

Damage - Una rosa dal cementoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora