68. Capitolo sessantotto

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Punto di vista: Clarissa

Mi sarebbe veramente piaciuto andare alla festa in quel locale vicino il campus per staccare un po' ma a pochissimi giorni dall'esame non mi posso permettere di distrarre. È un esame che vale tanto ed ho intenzione di darlo al meglio. Leslie ci andrà mentre Lisa resta qui con me perché ha anche lei un esame da dare domani. Almeno ci facciamo compagnia. Io sono seduta sul letto mentre lei è seduta alla scrivania perché ha molti appunti su cui studiare quindi ho preferito lasciarla a lei. Mi arriva una notifica nel pc che mi comunica che si sta scaricando quindi mi alzo e prendo il caricatore per poi caricarlo alla spina vicino al letto. Mi risiedo e continuo a digitare.

"Vado a prendermi qualcosa, vuoi approfittarne?" mi chiede Lisa

"No, grazie" dico e lei va alle macchinette. Il dormitorio è quasi completamente vuoto perché la maggior parte delle persone sono a quella festa. Qualche minuto dopo, Lisa torna con un cappuccino tra le mani e dei biscotti secchi dall'altra e la seguo con la coda dell'occhio mentre torna a sedersi.

"Sta prendendo fuoco qualcosa lì infondo" mi dice guardando fuori dal finestrino. Mi alzo e vado a vedere accanto a lei. Mi serve qualche secondo per realizzare.

"Lì è dove sono tutti" esclamo e prendo velocemente il telefono per chiamare Mattia. "Dai rispondi, cazzo" Il telefono squilla a vuoto. Lo richiamo ancora.

"Chiama i pompieri, no?" mi dice ma io ho già avviato un'altra chiamata mentre guardo il fuoco e il fumo che proviene da lì come se potesse venire fuori Mattia. Vedo il lontananza delle luci blu muoversi velocemente.

"Stanno già andando lì" dico indicando le luci "Dobbiamo andare anche noi"

"Cosa? Stai scherzando?" chiede lei con occhi spalancati

"Ti sembra che possa scherzare in una situazione del genere?" dico mentre prendo il giubbotto "Se non vuoi venire con me, pazienza, andrò da sola"

"È una follia, non troverai niente" mi dice lei

"Senti, lì dentro c'è il mio ragazzo, c'è Austin e Leslie, io non me ne starò con le mani in mano ad aspettare che succeda un miracolo"

"Non li salverai comunque" mi dice "È triste da dire ma probabilmente saranno già morti" A quella frase apro la porta ed esco sbattendola. Corro verso il locale pregando che i miei amici e Mattia siano ancora vivi. Appena arrivo lì, ci sono tre camion che spruzzano acqua sul locale e i pompieri che fanno avanti e dietro portando fuori le persone che erano all'interno. Alcune vive, altre sfortunatamente morte. Qualche ambulanza dei paramedici si sta già prendendo cura dei feriti. Sento un nodo alla gola al solo pensiero che potrebbe uscire Mattia tra le braccia di quegli uomini. I ragazzi privi di vita li stendono poco lontani, sopra dell'erba mente quelli vivi vengono portati in ospedale se sono gravi oppure stanno lì, con le lacrime agli occhi perché magari hanno qualcuno di caro lì dentro o perché sono spaventati. Ci sono già una quindicina di corpi stesi, inermi e io mi avvicino per vedere se c'è Austin, Leslie o Mattia; per mia fortuna non c'è nessuno per ora. Un pompiere esce con Leslie tra le braccia e non riesco a capire se è viva o morta finché non si gira e vedo che si sta coprendo la bocca con la manica della felpa per non respirare il monossido di carbonio presente nell'aria. La mettono seduta su un muretto, vicino ai corpi morti, ed inizia a tossire. Mi avvicino a lei correndo.

"Leslie" la chiamo, lei alza la testa e dopo aver realizzato che sono io si alza e mi abbraccia piangendo.

"Ho rischiato di morire" mi dice tra le lacrime

"Lo so, adesso va tutto bene, stai tranquilla, sei al sicuro" dico accarezzandole i capelli mentre continua a singhiozzare.

"Ho avuto così tanta paura" mi dice sciogliendosi dall'abbraccio

Damage - Una rosa dal cementoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora