46. Capitolo quarantasei

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Punto di vista: Mattia

Credo di non aver mai aspettato la fine delle lezioni con così tanta ansia come oggi, non perché ho qualcos'altro da fare ma perché non vedo l'ora di uscire di qua e andare da qualche parte con Clarissa tanto per staccare qualche ora dallo studio e passare del tempo insieme. Lei ha terminato le sue lezioni un'ora fa ed è tornata a casa con l'autobus visto che suo fratello non è potuto venire a prenderla. Salgo in macchina per andare da lei. Busso e aspetto un paio di secondi che Clarissa venga ad aprirmi. Sento dei passi provenire dall'interno e la porta aprirsi. Clarissa ha indosso dei pantaloni morbidi della tutta, una maglia a maniche corte nera e un paio di occhiali enormi che la fanno essere ancora più bella.

"Hey" mi dice felice

"Ciao", la saluto "Vorresti venire a fare un giro con me?"

"Non posso" dice lei triste "Domani devo dare sanitaria"

"Allora posso aiutarti io che l'ho già dato" propongo e lei mi fa entrare. Saliamo in camera sua e le faccio ripetere quello che ha studiato prima del mio arrivo. Ha ottime basi per poterlo passare con il minimo ma so che può andare oltre quindi le do qualche dritta e qualche spiegazione affinché possa farlo.

"Che ne dici di una pausa?" propongo poi dopo un paio di ore. Lei annuisce e si toglie gli occhiali. Si avvicina e mi da un bacio sussurrando un "grazie". Mi stendo sul suo letto con le mani dietro la nuca.

"Vuoi qualcosa?" mi chiede, io declino la sua offerta e resta ferma vicino alla porta per qualche secondo poi si avvicina e si mette sopra di me, a cavalcioni, facendo toccare le nostre intimità e si porge in avanti. Capisco cosa vuole.

"Non ti toccherò finché non me lo dirai tu" le dico mentre inizio a sentirmi accaldato

"Penso che sia l'unico modo per provare ad andare avanti" mi sussurra "Facciamolo" Io annuisco ed inizio a baciarla con passione mentre le tolgo la maglia. Accarezzo i suoi seni da sopra il reggiseno e lei mi osserva, guardo le cicatrici sulle sue braccia e lei sembra vergognarsene ma non sa quanto è bella. Mi toglie la maglia mentre mi guarda negli occhi e poi riprende a baciarmi. La abbraccio per metterla stesa e poi inizio a baciarle il petto, tra i seni, la pancia mentre geme e mi tocca i capelli. Le slaccio il reggiseno e so che prova vergogna quindi mi avvicino al suo orecchio sussurrandole: "Sei bellissima" e nelle mie mutande qualcosa è arrivato al punto massimo. Le tolgo i pantaloni lentamente e faccio viaggiare le mie mani fino all'interno delle sue mutandine, entro in lei con solo l'indice ed il medio e lei inizia a gemere, muovo le dita mentre ansima e si lecca le labbra. Mi tolgo tutto di dosso e mi posizioni tra le sue gambe, senza entrare in lei. Lei mi prende il viso tra le mani e mi bacia.

"Sei sicura?" le chiedo per conferma

"Proviamo" mi dice annuendo e chiudendo gli occhi. La osservo, voglio vedere le sue espressioni per sapere se sta bene. Lo posiziono appena fuori, dopo averle spostato le mutandine, spingo leggermente quando vedo che le apre gli occhi di colpo, terrorizzata. "Non riesco" dice mettendosi seduta ed io mi metto di fronte a lei. "Pensavo che se avessi resistito sarei riuscita, invece no" Vedo che sta piangendo. "Mi dispiace tanto di lasciarti con la voglia ogni volta" E' proprio disperata. Si alza ed inizia a vestirsi.

"No piccola, va tutto bene" le dico fermandola e guardandola negli occhi "Posso comprendere quello che provi, stai tranquilla"

"Scusa" mormora tra le lacrime ed io la abbraccio per confortarla. Poi mi rivesto mentre lei va al piano di sotto. Mi siedo sul letto a metà tra l'incredulo di quello che è appena successo e la tristezza perché Clarissa non è ancora riuscita a superare quella paura. Voleva farlo ma non ci è riuscita e le dispiace: è vero, mi lascia con la voglia però non è un problema perché so cosa ha passato e non voglio forzarla o farla sentire in colpa. Torna qualche minuto dopo con gli occhi velati e uno snack per me. Non parla, non mi dice quello che prova e si vergogna tantissimo perché crede che ci sia rimasto male ma la verità è che avevo una parte di me che se l'aspettava. Mentre mangio il mio snack, lei si mette a studiare, sempre senza dire una parola.

"Clarissa..." la chiamo. Non si volta. "Babe?"

"Non dire niente" dice con voce strozzata

"Volevo solo dirti che ti amo" le dico, a questo punto si gira "Ti aspetto" Accenna un sorriso.

Mi rimetto ad aiutarla e qualche ora dopo me ne torno al dormitorio. Entro nella mia camera senza salutare Alex e prendo quello che mi serve per la doccia. Resto sotto il getto per una buona mezz'ora a pensare al pomeriggio appena trascorso. Mi dispiace che la mia ragazza si senta così ma se non si libera con me non so come aiutarla. Non posso dirle un semplice "Tranquilla, io non sono tuo fratello" perché non servirebbe a niente anzi, potrebbe pensare che l'unica cosa che voglio da lei sia il sesso. E non è affatto così. Ho bisogno di scrivere a Denis per sfogarmi e per sapere che c'è qualcuno pronto a consigliarmi su cosa fare: lui non sa tutta la storia di Clarissa però comunque sa che ha dei problemi che le impediscono di fare certe esperienze. Conosco così bene Clarissa che sono sicuro che parlerà con Luca perché di lui ha completa fiducia, infondo, se non ci fosse Luca nella sua vita lei probabilmente non sarebbe qui quindi anche io, come lei, gli devo tanto.

Damage - Una rosa dal cementoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora