43. Capitolo quarantatré

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Punto di vista: Clarissa

"Quale occasione per venire qui?" mi chiede Luca parcheggiando al Damage. Ho bisogno di parlare con lui di quello che provo per Mattia. Non gli ho ancora detto che mi sono resa conto di essermi innamorata però glielo dirò oggi perché deve urgentemente avere un consiglio.

"Devo dirti una cosa" gli dico e prendiamo posto in uno dei tavolini fuori. C'è il sole che scalda e mi mette positività.

"Dimmi, sono qui" mi dice

"Avevi ragione quando hai detto che Mattia mi piace" gli confesso. Lui si sistema sulla sedia come a dirmi che era ora.

"Lo so. Ho quasi sempre ragione" Sorride. "Lui lo sa?"

"Sì, lo sa" dico "Però non ci siamo ancora detti che stiamo effettivamente insieme"

"Fammi indovinare: vuoi che ti dica come glielo potresti dire?" Annuisco imbarazzata.

"Il fatto è che quando sono con lui sento emozioni bellissime, ho sempre voglia di baciarlo e gli salterei addosso ovunque" dico, so che posso essere un libro aperto con lui. Arriva la cameriera a prendere gli ordini.

"Ciao ragazzi, cosa posso portarvi?" chiede gentilmente. Luca mi guarda.

"Una lattina di coca e un milk-shake alla fragola" dice Luca. Accavallo le gambe.

"Perfetto, arrivo subito" dice e rientra. Luca ride guardandomi.

"Sei proprio cotta, amica mia" mi dice sorridendo. Annuisco perché so di esserlo.

"Cosa posso fare?" gli chiedo

"Mi sembra piuttosto facile" dice ridendo "Vai da lui e glielo dici" Resto in silenzio. La fa facile lui. "E dimmi un po', a sesso come siete messi?" Mi sorprende quella domanda.

"Noi, ehm..." inizio in imbarazzo, poi lo guardo confusa "Perché vuoi saperlo?"

"Per vedere se anche la mia teoria delle scorse vacanze di Natale è giusta" mi dice. Io sbuffo, come fa a ricordarselo ancora?

"No Luca, non è giusta" dice e la cameriera ci porta l'ordine. Luca si apre la lattina mentre io bevo un sorso di milk-shake.

"Ok, facciamo così" mi dice e beve un lungo sorso "Finito qui ti accompagno al suo dormitorio e me ne vado così potete fare le vostre cose" La mia faccia assume l'espressione da 'certo, come no'. Non mi da fastidio che parli di sesso anche perché lui non sa che tutte le volte che lo volevo dare con Mattia mi sono tirata indietro per colpa di quello che aveva fatto mio fratello. Ora che sono riuscita a perdonarlo non so se riuscirò a farlo, ho sempre paura di lasciare Mattia in bianco per l'ennesima volta e mi dispiace perché posso immaginare cosa significa per un ragazzo. Però per ora chiederò a Mattia di essere il mio ragazzo, farò il primo passo. Alla fine non l'ha detto nessuno che devono essere sempre i ragazzi a fare la domanda.

Finiamo le nostre bevande con calma e dopo aver pagato, Luca mi accompagna davanti al dormitorio, ferma la macchina e si volta verso di me guardandomi con quell'affetto negli occhi che sono lui mi sa far vedere.

"Tranquilla, so per certo che andrà bene" mi dice. Nel profondo lo so anche io. Mi sorride e mi da un bacio sulla fronte. "Sono orgoglioso di quello che hai fatto negli ultimi mesi, Puffetta" mi dice poi, usando il soprannome che usava quando eravamo bambini.

"Grazie" gli dico e scendo. Lo sento sgommare mentre se ne va. Io entro nel dormitorio e mi fermo all'entrata per fare un respiro profondo poi vado diretta verso la sua stanza. Busso e mi apre proprio lui con un sorriso a trentadue denti.

"Hey bellezza, come mai qui?" mi chiede spostandosi per farmi entrare. Chiude la porta ed io sento l'adrenalina scorrermi nelle vene.

"Voglio che tu sia il mio ragazzo" dico di getto "Ho bisogno di te nella mia vita perché ti amo come non ho mai amato nessuno" Lui mi guarda sorridendo dolcemente e con gli occhi che sarebbero a forma di cuore se fossimo in un cartone.

"E io che davo per scontato che lo fossi già" scherza lui e mi prende le mani "Sarò il tuo ragazzo se tu sarai la mia" Gli salto in braccio e lui, per prendermi, mette le mani sul mio fondoschiena. Ci baciamo con passione, mi porta con dolcezza fino al muro e mi fa scendere. Le nostre labbra sembrano incollate, mette le sue mani sotto la mia maglia mentre la sua bocca passa al collo per poi fermarsi in mezzo ai miei seni. Mi provoca brividi lungo tutto il corpo. La porta di apre: è appena tornato Alex con i capelli ancora umidi. Ci stacchiamo imbarazzati e noto che Alex si è coperto gli occhi con le mani.

"Non volevo interrompere niente, vi lascio soli" dice imbarazzato. Mattia si gratta la nuca arrossendo.

"Non hai interrotto niente, Alex" dico. Sono felice e mi sento come se niente e nessuno potesse rovinare questa giornata.

"Non credo a quello che hai detto ma farò finta di niente" dice stendendosi sul suo letto "Come stai?" Guardo Mattia e sorrido.

"Molto bene direi"

Mattia si avvicina al mio orecchio: "Ti amo anche io, babe" Mi viene la pelle d'oca a quelle parole, specialmente per il nomignolo che mi ha appena dato.

"Sabato c'è una festa studentesca in una discoteca privata, volete venire?" chiede poi. Io e Mattia ci guardiamo e alzo le spalle.

"Certo" diciamo all'unisono

"Invito anche Luca" dico io e penso a cosa potrei mettermi visto che si terrà tra un paio di giorni.

Damage - Una rosa dal cementoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora