Aaron
Ero già a terra quando la vidi sbucare da dietro un abete, sembrava piccola il doppio ma coraggiosa il triplo. Purtroppo quei bastardi non la smettevano di tormentarmi dall'anno prima, quando in una discussione in classe riguardante chi fosse a favore dei matrimoni gay io dissi che l'amore aveva tante forme, e che non spettava a noi esseri umani stabilire quali siano corrette e quali no. Avevo deciso che fosse arrivato il momento di farli sfogare, almeno magari avrebbero smesso. In fondo non era un problema, guarivo piuttosto in fretta.
Un urlo: «Hey, stronzi!» Quasi riuscì a strapparmi un sorriso nonostante avessi lo stomaco distrutto dai calci e il naso che non voleva smetterla di sanguinare. Era giusto. Me l'ero cercata. Avrei dovuto reagire e combattere invece di rimanere in silenzio facendo incazzare quel coglione. E dannazione non doveva andare così, lei non doveva arrivare all'improvviso, me la sarei vista con loro da solo, non avevo tempo di pensare anche a lei. Una cosa che odiavo di Matilde era che non sapevo mai cosa le passasse per la testa.
E invece... Vedevo come tremava eppure emanava così tanta forza che avrebbe potuto spazzar via il mondo. E più o meno era stato così. Dannazione, non sapevo come diavolo avesse fatto e cosa avesse detto a quella testa di cazzo ma lui e la sua banda erano scappati via come conigli.
Una bella vista, non c'è che dire.
Poi la vidi cadere, perdere conoscenza, e senza rendermene conto già ero in piedi proteso verso di lei per ammortizzare il colpo a terra. Feci appena in tempo a prenderla.
«Nooo! Cazzo!» mi ritrovai ad urlare.
«Matilde? Matilde mi senti?» Niente da fare... era già nel mondo dei sogni. Mi scappò un risolino pensando che lei fosse un po' come Dante, che sviene sempre alla fine del canto come trucco narrativo. La presi in braccio, e preferii portarla a casa mia, mia madre non sarebbe tornata fino all'ora di cena e lei aveva bisogno di calma.
Non volevo che si imbattesse di nuovo in sua madre, ubriaca magari. Lei aveva protetto me, adesso era il mio turno. Non la sentivo quasi fra le braccia, era un peso piuma. Le scostai con estrema attenzione un ciuffo di capelli che le era caduto sulla faccia, accarezzandole delicatamente la guancia. Era bagnata di lacrime.
Non mi importava se eravamo entrambi sporchi di fango, la stesi sul divano e la coprii, speravo solo che si svegliasse presto.
Nel frattempo andai in camera e preparai alcuni vestiti puliti, pensai che dato che anche lei era sporca, al risveglio potesse voler farsi una doccia: andai in camera di mia sorella adottiva, che ormai faceva l'università di criminologia a Roma e si era trasferita là, e presi un paio di suoi jeans chiari, una maglia più leggera nera e una felpa verde. A Matilde probabilmente sarebbe piaciuto il verde... Che cazzo Aaron, così non va. Non ti sei mai fatto domande su che colore stia bene ad una ragazza. È solo Matilde. Fatti meno seghe mentali.
Parlavo con me stesso qualche volta. O forse era il mio subconscio che parlava con me, per la maggior parte.
Tornai in camera e mi tolsi la maglia, quando mi girai per chiudere la porta due occhi color del cioccolato fecero un bel frontale con i miei. «Merda. Mi hai spaventato» quella che voleva sembrare un'esclamazione sorpresa mi era uscita dalla bocca come un ringhio.
Lei li aprì ancora di più, e arrossì spostando lo sguardo verso il basso. «Scusami, io... Grazie per avermi portata a casa tua. Se vuoi posso andarmene adesso che mi sono svegliata. Posso uscire e tornare a ca...» mentre parlava camminava verso l'ingresso ma non fece in tempo a finire la frase che si appoggiò al muro per non crollare a terra. La ripresi al volo. «Ora mi spieghi, dove vorresti andare tu? Nemmeno ti reggi in piedi!» adesso ringhiavo a ragione.
Improvvisamente provai una rabbia divoratrice, mi usciva dalla bocca senza controllarla, avrei voluto urlare, imprecare contro tutti gli dei; ero arrabbiato con lei. Arrabbiato perchè come al solito aveva fatto l'eroina. Se solo fosse entrata a scuola. Se solo non fosse stata così maledettamente curiosa. Perché? Perché lo aveva fatto? Me la sarei potuta cavare da solo.
«Non farlo mai più » la sgridai «Se ti becco un'altra volta a seguirmi sarò io a denunciarti per stalking. Cazzo. Ma come ti è venuto in mente?! Da sola contro quattro bulli. Cos'hai nella testa? Mi distruggi il sistema nervoso! »
Vidi i suoi occhi spalancarsi, ricoprirsi di un velo di lacrime e poi chiudersi mentre gocce come pioggia imperlavano le sue ciglia e le sue guance.
Rimasi di sasso.
Non mi era mai successo. Non avevo mai fatto piangere nessuno. Non avevo mai perso il controllo con nessuno, non c'era stata mai persona in grado di farmi arrabbiare così. Che mi stava succedendo? Forse ero pazzo. Sì, ero davvero irrimediabilmente andato fuori di testa, avevo perso la ragione. Perchè era così facile con lei perdere il controllo? Non riuscivo mai a capire come dovevo comportarmi, se assecondarla in tutte le sue stranezze o fargliele notare, se combatterle, scontrarmici o semplicemente accettarle come avrebbe fatto lei con chiunque altro. Eravamo troppo diversi, lei così gentile, timida, emotiva; io assurdamente apprensivo, orgoglioso, introverso e forse anche ottuso. Mi resi conto solo dopo averla depositata sul divano ed essermi seduto accanto a lei che ero a petto nudo. Le mie cicatrici visibili come solchi nella terra arida.
Non so cosa mi passò per la testa in quel momento ma...
Presi la mano di Matilde, ancora addormentata e me l'appoggiai sul cuore. Mi dispiace.
Fu un secondo, un attimo, un millesimo dentro un mare di tempo, ma vidi balenare nella mia mente quelle parole. Lei era abituata a scusarsi col mondo di colpe che non aveva, e adesso, nell'ultimo attimo prima di perdere nuovamente conoscienza, aveva ancora pensato a me, di nuovo si era convinta che fosse tutta colpa sua. La odiavo, ma non perchè mi faceva perdere il controllo. La detestavo soltanto perchè ogni cosa che usciva dalla sua bocca mi faceva tremare le gambe.
Mi alzai, e andai a farmi la doccia sperando che almeno lei riuscisse a dormire tranquilla.~~~
Spazio autrice:
Devo ringraziare chiunque legga questa storia, e sono felicissima che vi piaccia! Ringrazio tutti per i voti e per i commenti e spero di pubblicare il prossimo capitolo il più velocemente possibile!
Un bacio.
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La figlia dell'Inferno.
FantasyUn filo che è come la lama di un rasoio a unire i tre regni. Inferno, Terra, Paradiso. Qualcuno ha mai sentito parlare di: lettori di anime? Una ragazza destinata alla gloria o alla dannazione. A voi la scelta, ma vi avverto.. « Lasciate ogni sper...