JUNGKOOK
Minho arrivò davanti a casa di Jun ad una velocità che pensava non fosse nemmeno immaginabile, preoccupandosi ulteriormente quando trovò la porta d'ingresso socchiusa.
Ma, almeno, potette entrare senza dare nell'occhio e senza dover gridare fino a quando qualcuno non gli avesse aperto, fiondandosi all'istante verso la stanza del suo ragazzo, sapendo dove fosse solo perchè circa tre mesi prima, quando il padre di Jun era dovuto stare fuori qualche notte per una causa importante, Jun l'aveva invitato a passare la notte con lui.E...non appena varcò la porta della camera e sentì il rumore di qualcuno che piangeva nel bagno, spostandosi, quindi, in quella stanza, la scena che gli si piazzò davanti gli fece mancare il respiro.
Jun si trovava disteso dentro la vasca la cui acqua era, ormai, diventata rossa dal sangue che il ragazzo aveva perso dai polsi, con la testa ciondolante all'indietro. Il padre di Jun, invece, era appoggiato con una mano e la schiena alla vasca, che si stava lasciando andare in un pianto disperato, mentre, con l'altra mano, teneva una pistola.
Minho iniziò a singhiozzare senza nemmeno rendersene conto, portando una mano alla bocca e crollando a terra, sulle ginocchia, mentre il padre di Jun si accorgeva, finalmente, di lui.
"Aveva pensato di spararsi, a quanto pare. Ma poi ha cambiato idea" gli disse il padre di Jun cercando di trattenere le lacrime, facendo scivolare la pistola che aveva in mano sul pavimento fino a farla fermare a metà strada tra lui e Minho.
Quest'ultimo rimase solamente in silenzio, non sapendo cosa avrebbe potuto rispondere a quelle parole, soprattutto nella situazione di puro sconcerto in cui si trovava.
"Mio figlio è morto. Ed è tutta colpa degli sciocchi sentimenti che provava per te. Sei tu che l'hai rovinato. Sei tu che me l'hai portato via" constatò dopo qualche secondo di silenzio, più che per sfogare il dolore che gli stava attraversando il petto che perchè lo pensasse veramente, non osando alzare lo sguardo verso Minho.
"Mi spari, allora" gli rispose quest'ultimo in tono maledettamente serio invece di far uscire dalla sua bocca le parole che aveva pensato a primo acchito, ovvero: "La colpa, qui, è di chi ci ha impedito di essere felici"."Per quanto tu e lui mi abbiate ritenuto un bastardo, non sparerei mai ad una persona che, a me personalmente, non ha mai fatto niente" gli spiegò l'uomo, incontrando, per la prima volta da quando si erano ritrovati in quella stanza, lo sguardo del ragazzo di fronte a lui.
"Ho ucciso suo figlio, no? Me l'ha detto qualche secondo fa" lo provocò Minho non sapendo nemmeno cosa stesse cercando di ottenere, ricevendo solo indifferenza, però, dal padre di Jun alle sue parole.
"Sfortunatamente, invece ha fatto tutto da solo" mormorò dopo un paio di istanti, dando un ulteriore sguardo a Jun e spingendo Minho a fare lo stesso.E, con quello sguardo, il ragazzo si accorse di una cosa...
"Mi ha mandato un messaggio circa mezz'ora fa. Probabilmente prima di fare tutto questo. Sa, mi ha scritto che...non avrebbe voluto vivere se questa vita fosse stata senza di me.
Ed ora, che lo vedo così e mi rendo conto che, seriamente, non lo avrò mai più nella mia vita, ho capito che nemmeno io voglio vivere" disse, in un tono stanco ma, allo stesso tempo, sereno, al padre di Jun, vedendo l'uomo sbarrare gli occhi all'istante.Da lì, accadde tutto rapidamente. Minho che si allungava sul pavimento per prendere la pistola a metà strada tra lui ed il padre dell'unico ragazzo che avrebbe mai amato, e quest'ultimo che faceva lo stesso, cercando di impedire alla persona di fronte a lui di compiere il gesto stupido e sconsiderato che aveva fatto il figlio.
Ma, purtroppo, il più giovane dei due fu più veloce...L'ultima cosa che Minho sentì , dopo aver premuto il grilletto, fu il rumore di uno sparo. Poi, più nulla.
Mi svegliai di soprassalto, mettendomi una mano sul petto nel tentativo di fare dei respiri lenti e profondi, in modo che potessi calmarmi.
Solo non appena questo successe sbarrai gli occhi, rendendomi seriamente conto di cosa avevo sognato e, di conseguenza, avendo, sfortunatamente, scoperto come era andata a finire la storia tra Jun e Minho.Ero a dir poco sconvolto. Insomma, tutti i loro sguardi, tutti i loro sorrisi, tutte le parole che si erano rivolti, tutto il loro amore...erano diventati il nulla.
Era tutto finito in questo modo. Perchè nessuno dei due credeva che sarebbe riuscito a vivere senza l'altro...
E non avete idea di che preoccupazione mi salì a livello dello stomaco quando ipotizzai che Jimin potesse aver sognato la stessa cosa, non riuscendo ad evitare di pensare a come si stesse potendo sentire.
Perchè, insomma, anche se non ce l'eravamo detti, avevamo capito entrambi, dopo aver scoperto che anche l'altro sognava quei due ragazzi da anni, che noi...eravamo legati a loro.
Io, sinceramente, non ho mai pensato che noi fossimo loro. Nel senso, tipo delle reincarnazioni per poter stare di nuovo insieme.
Per me...era grazie a loro ed al fatto che le nostre storie erano così simili che Jimin ed io ci siamo innamorati. Ma...sapevo che io non ero Jun e che non mi ero innamorato di Minho. Sapevo benissimo chi ero e, soprattutto, sapevo che i miei sentimenti erano rivolti a Jimin ed a tutte le piccolezze che lo caratterizzavano, non a Minho.Il problema, però, era che avevo la netta sensazione, proprio a pelle, che per Jimin non fosse così. Era un pensiero derivante dall'istinto.
Un pensiero che, però, mi fece riflettere: che avrebbe fatto Jimin dopo quel sogno e dopo aver saputo che Jun aveva infranto la promessa fatta a Minho se lui, internamente, credeva che noi fossimo proprio loro?E la risposta che diede la mia mente mi fece salire un vuoto a livello dello stomaco talmente forte che dovetti alzarmi di corsa dal letto, vestendomi più velocemente che potevo e montando in macchina qualche minuto più tardi, smontando dall'auto solo non appena mi trovai davanti a casa di Jimin.
Aprii la porta con la copia delle chiavi che mi aveva dato qualche mese prima, dirigendomi verso la sua stanza mentre continuavo a chiamare il suo nome senza sosta, non ottenendo alcuna risposta.
E, in tutta sincerità, non so dirvi se mi tranquillizzai o mi preoccupai ancora di più quando lo vidi in piedi, in mezzo alla sua stanza, a rigirarsi una pistola tra le mani con le lacrime che gli rigavano le guance ed un'espressione imperscrutabile.Insomma, non aveva ancora fatto cose stupide, ma...chi mai avrebbe voluto vedere il proprio ragazzo in quelle condizioni?
"J-jimin, cosa stai facendo con quella pistola in mano?" chiesi debolmente dopo qualche secondo, sperando con tutto me stesso che, nel nostro caso, non fosse troppo tardi come in quello di Jun e Minho.
SPAZIO AUTRICE:
In mia piccola discolpa, io vi avevo avvisato🥲🙈.
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•We will meet again {Jikook}•
FanfictionCOMPLETATA Jimin e Jungkook ancora non si conoscono, ma hanno una cosa in comune. Entrambi, ogni notte, sognano vari episodi della storia d'amore di due giovani ragazzi, Minho e Jun, la cui fine è stata tragica. Jimin, inoltre, da tutta la vita è co...