3. Ci conosciamo per caso?

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JIMIN

"Ci conosciamo per caso?" chiesi in tono stranito alla persona di fronte a me dopo il suo saluto, pensando, inoltre, che se la risposta a quella domanda fosse affermativa allora dovevo essere stato proprio perso, quando l'avevo conosciuto, per non ricordarmi di quei tratti leggermente marcati e dello sguardo che avevo cercato per tutta la vita.

"N-no, in realtà. Non so nemmeno perchè ti ho salutato in questo modo" mi rispose lui in leggero imbarazzo, iniziando a passarsi una mano tra i capelli a livello della nuca rivolgendomi uno sguardo quasi mortificato.
"Non fa niente, tranquillo. Ti...vedo un po' perso" gli dissi in tono rassicurante, azzardando le ultime parole con aria un po' insicura.

Insomma, non si poteva mai sapere. Magari aveva sempre questo sguardo spaesato dipinto in faccia...

"Hai perfettamente ragione. Sono appena arrivato in questa scuola e non ho la più pallida idea di dove andare. Sai dov'è la 5B per caso?" mi domandò in un piccolo impeto di coraggio, mettendosi, poi, a guardarmi con aria quasi incuriosita.

Probabilmente quello sguardo era dovuto più al fatto che stesse aspettando la mia risposta piuttosto che al fatto che stesse osservando me, ma, nonostante questo, mi convinsi della seconda solamente per qualche istante.
Così, giusto per sognare un attimo ad occhi aperti...

"Certo. Devi finire di percorrere il corridoio e, poi, girare a sinistra. Da lì prosegui dritto fino a quando non ti trovi davanti l'unica porta con una targhetta sopra.
E, mi raccomando, non entrare nella stanza senza targhetta perchè è lo stanzino dei bidelli. Io l'ho fatto al primo anno e sono stato ricordato come il "ragazzo stanzino" da tutta la mia classe per i due anni seguenti. Quindi, fidati, non è un errore da commettere" gli spiegai con serietà, assumendo, però, un tono molto più ironico durante le mie ultime parole, che riuscirono pure a strappargli un leggero sorriso.

E fu quando una piccola espressione divertita spuntò anche sul mio volto che mi resi conto di come stavo conversando tranquillamente e con facilità con quella persona appena conosciuta quando, in realtà, sono sempre stato un tipo che ci metteva un po' prima di riuscire a dar confidenza alle persone.

Il punto era che...i suoi occhi e le minuscole fossettine che gli comparivano quando le sue labbra si incurvavano all'insù mi sembravano così familiari...

Come se le avessi viste ogni giorno per anni.
Come se io, in realtà, quel ragazzo lo conoscessi da una vita.

E forse, a pensarci bene, era questo quello che mi ha portato a pensare alla fatidica frase: "L'ho trovato", che avrebbe condizionato tutti i mesi seguenti a quell'incontro, non appena ho posato gli occhi su di lui.
Perchè credevo che, dopo aver scovato la persona che stavo aspettando da tutta la vita, non avrei mai mollato fino a quando non l'avrei ottenuta.

*******

Alla fine, dopo qualche altra parola ed un piccolo cenno di saluto, il "ragazzo del corridoio", chiamato così perchè, effettivamente, non ci eravamo ancora presentati, si è diretto verso la sua classe con molta più sicurezza.
Cosa che, qualche istante più tardi dalla sparizione della sua ombra oltre il muro di cemento bianco, feci anche io, raggiungendo Yoongi e sedendomici vicino.

"Perchè ci hai messo tanto?" mi chiese quest'ultimo con aria quasi infastidita, spostando il suo zaino dal banco accanto al suo, posizionato lì per far capire che fosse occupato, ai suoi piedi.
"Uno che non sapeva dove andare mi è finito addosso e l'ho aiutato a capire dove fosse la sua classe" gli risposi con tranquillità, posandomi comodamente sulla sedia ed attendendo che lui finisse di parlare per potermi mettere a dormire.

Nel caso in cui ve lo steste chiedendo, sì, ero una persona molto pigra e nullafacente. Ma ero sveglio...e questo è sempre bastato per avere dei voti decenti.

"Incredibile che riesci a fare sempre l'eroe" fu il suo commento finale prima di darmi la buonanotte con aria divertita, aggiungendo che avrebbe preso gli appunti anche per me.

E che vi devo dire? Yoongi era il miglior compagno di banco di sempre, tanto che riuscì a non svegliarmi ed a coprirmi, cosa resa più facile dal fatto che fossimo sempre in ultima fila mezzi nascosti dietro ad una parete, fino all'ultima lezione, dopo la quale ci dirigemmo con passo lento fino all'uscita dell'edificio.
Ma, poco prima di mettere piede fuori dalla porta d'ingresso, un volto diventato ormai noto, che fissava con aria confusa la bacheca annunci, mi fece fermare all'istante.

"Che fai?" mi chiese Nam con aria stranita, facendomi cenno di raggiungerli.
"Andate pure. Devo fare una cosa" risposi con aria sbrigativa, salutandoli con una mano ed andando di filato dal ragazzo di quella mattina.

Sinceramente...allora non sapevo ancora perchè, solo dopo una misera chiacchierata, ero già così "preso" da essere andato da lui quando non ne avevo motivo.
Solo molto tempo dopo ho capito che, forse, quel nostro primo incontro e quella mia irrefrenabile voglia di andare da lui in quel momento erano cose già scritte da qualcun altro per noi...

"Ancora tu, ragazzo disperso" esclamai in tono divertito non appena lo raggiunsi, rivolgendogli un sorriso di circostanza.
"Beccato" fu la sua unica risposta, dopo la quale alzò leggermente le spalle con aria quasi spensierata.

"Stai cercando un gruppo pomeridiano dove iscriverti?" gli chiesi con curiosità, sperando che non mi reputasse troppo invadente.
"In realtà, mi sono già iscritto a quello di nuoto fin dal principio visto che l'ho praticato a livello agonistico per anni. Però...avevo anche voglia di provare qualcosa di nuovo" mi rivelò con sincerità, riposando lo sguardo sulla bacheca davanti ai nostri occhi in cerca di qualcosa che attirasse la sua attenzione.

"Un mio amico ed io siamo diventati i presidenti del club di danza. Non so se ti può interessare come cosa, ma..." iniziai a dire in tono convinto, preso da non so che momento di coraggio, venendo, però, interrotto dalle sue parole successive.
"Io amo ballare. Effettivamente sarebbe molto meglio di tutto quello che ho letto fino ad adesso" mi disse con aria quasi entusiasta, facendo aprire nuovamente le sue labbra in un sorriso.

"Perfetto. Allora...mercoledì pomeriggio facciamo delle specie di audizioni in aula C3. Se vuoi, vieni pure" conclusi con aria cordiale, cercando di trattenere tutta l'eccitazione che stavo sentendo sottopelle, prima di lasciar spazio a svariati secondi di silenzio.

"Io vado, al..." mormorai dopo un paio di secondi, bloccato nuovamente, però, da altre sue parole.

"Comunque io sono Jungkook" mi disse in un sussurro, girando la testa ed incatenando i suoi occhi color cioccolato con i miei.
"J-jimin" balbettai un po' in soggezione, percependo, di nuovo, una sensazione di familiarità nel suo sguardo.

"Buono a sapersi" rispose dopo qualche istante in tono sincero, iniziando ad incamminarsi spontaneamente verso l'uscita.

"Ti aspetto alle audizioni, allora?" gli chiesi io all'improvviso, non riuscendo a contenermi, poco prima che se ne andasse, rimanendo fermo sul posto.
"Contaci" fu la sua risposta finale, dopo la quale mi rivolse un piccolo cenno di saluto e si incamminò lontano da quelle mura e da me.

E...devo dire che, alla sua presenza, iniziai a contarci sul serio. Forse un po' troppo considerando che avevo parlato con quel ragazzo per un totale di cinque minuti.
Ma ero talmente sicuro che fosse lui la persona che stavo cercando che mi sembrava tutto perfettamente normale...

•We will meet again {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora