45. Perchè l'amore, infatti, non si sceglie

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NAMJOON

Sapevo che Jimin, alla fine, avrebbe chiamato me. Insomma, Hobi era a Busan, Yoongi sapeva solo il cielo cosa stava facendo e, beh, rimanevo solamente io.

Non ero assolutamente offeso per questa cosa, visto che, comunque, tra me e lui non c'era mai stato un rapporto di grande confidenza dove ci raccontavamo tutto quello che succedeva nelle nostre vite per filo e per segno. Quel rapporto l'aveva con Hobi.

E, a questo punto, probabilmente, visto quello che vi ho appena detto, vi starete chiedendo come io sia venuto a sapere di quello che fosse successo tra Jimin e Jungkook qualche giorno prima del momento in cui mi presentai alla porta di casa sua, sperando di poterlo aiutare in qualsiasi modo.
La risposta è parecchio semplice: Jungkook ne aveva parlato con Tae, essendo quest'ultimo ritornato la cosa più vicina ad un migliore amico per Jungkook, e, conseguentemente, Tae si era fiondato a casa di Jin estremamente preoccupato per la situazione proprio quando, a casa del mio ragazzo, c'ero anche io. Così, avevo saputo tutti i dettagli sulla situazione praticamente alla cieca.

E...detta sinceramente tra di noi, era difficile da digerire per me, quindi, anche quando Jimin mi aprì la porta con un sorrisetto forzato dipinto in faccia, non osavo nemmeno immaginare come si sentisse lui.

"Ehy" decisi di dirgli solamente, entrando con aria leggermente imbarazzata quando lui tese la mano verso di me per prendere il cappotto che mi stavo sfilando dalle spalle, facendomi, poi, cenno di dirigermi in camera sua.
Feci come disse, sedendomi in un angolo del materasso nell'attesa che lui comparisse nella stanza, accomodandosi di fronte a me.
Ma, invece, sobbalzai quando, svariati secondi più tardi, sentii la sua voce provenire dalla porta, notandolo posato con la schiena allo stipite, a guardarmi con aria assorta.

"Come fai già a sapere tutto?".

Gli spiegai rapidamente dell'improvvisata di Tae a casa di Jin, lasciando, poi, spazio ad una sua risposta. Ma, purtroppo, Jimin rimase solamente in silenzio, a guardare alternativamente me ed il pavimento con l'espressione più preoccupata che io gli abbia mai visto in faccia fin da quando l'avevo conosciuto alle elementari.

"Jimin...hai paura che tu possa di nuovo provare a..." iniziai a chiedergli allora, pensando che il motivo di quello sguardo potesse essere quello, venendo, però, interrotto dalle sue parole successive.
"No, no. Assolutamente no" si affrettò a rassicurarmi con convinzione, allontanandosi dalla porta per venire a sedersi, finalmente, di fronte a me.

"Allora che siate tipo "la reincarnazione" di Jun e Minho?".
"Nemmeno. Non più. Ho capito che Jun e Minho e Jungkook ed io siamo delle entità ben distinte. Certo, c'è qualcosa che ci collega, altrimenti Kook ed io non li avremmo mai sognati per così tanto tempo, però loro sono loro e noi siamo noi".

"E di che hai paura, quindi?" gli domandai dopo un paio di secondi di silenzio, decidendo di averne abbastanza di provare ad indovinare sbagliando completamente.
"Che questo amore con Jungkook, forse l'amore in generale, non l'abbia scelto io. E non riesco a capire perchè mi sento questa sensazione addosso" mi rivelò quasi con disperazione, guardandomi, poi, alla ricerca di una qualsiasi forma di conforto o, in alternativa, di spiegazione.

"Perché l'amore, infatti, non si sceglie. Jimin...non puoi svegliarti una mattina e decidere in autonomia di innamorarti di una persona per un motivo qualsiasi" decisi di dirgli, allora, solo dopo aver soppesato con cura le parole da usare, rendendomi conto, solo dopo averle pronunciate, che mi ero convinto io stesso di quello che avevo lasciato uscirmi dalle labbra soltanto recentemente.

Ovvero da quando era entrato Jin nella mia vita...

"Puoi spiegarti meglio?" replicò Jimin, squadrandomi con aria confusa.
"Ti innamori di una persona per quello che ti fa sentire mentalmente e fisicamente la sua presenza. Ti innamori di una persona perchè, quando sei con lei, il tempo passa talmente veloce che non te ne accorgi. Ti innamori di una persona perchè, nonostante tutti i problemi che possano derivare da questo, solo con lei riesci ad essere felice.
Non puoi scegliere di chi innamorarti. Non puoi pianificare una relazione" risposi con sicurezza, non riuscendo a non provare una sorta di malinconia nel notare il dubbio piuttosto evidente ancora dipinto negli occhi spenti di Jimin, che, dal canto suo, aveva deciso di rimanere semplicemente in silenzio dopo la mia spiegazione, quasi che avesse paura di dire qualcosa di sbagliato.

"Secondo te, l'amore tra Jun e Minho com'era?" gli chiesi allora, sperando di riuscire a smuoverlo almeno un minimo.
"Vero. Il più vero che io abbia mai visto. Era...come se fossero destinati a stare insieme. Come..." mi rispose semplicemente, stringendosi tra le spalle, non riuscendo a trovare un altro modo per spiegarmelo.
"Come se ci fosse il filo rosso ad unirli" conclusi io per lui, sapendo che quella era la definizione perfetta per un amore del genere.

"Cos'è il filo rosso?".
"Non la sai la storia?".
Jimin scosse debolmente la testa, guardandomi, poi, con aria incuriosita nell'attesa della mia spiegazione.
"Il filo rosso del destino è quello che unisce le anime gemelle. Non si può vedere ed è proprio questo il motivo per cui non si può tagliare e, quindi, due persone possono essere legate per sempre" raccontai brevemente, tralasciando tutta la parte della leggenda di Wei.

"Tra Jun e Minho c'era il filo rosso. Nel senso, loro erano anime gemelle. Senza ombra di dubbio" constatò Jimin al termine delle mie parole, guardandomi con una luce completamente diversa negli occhi.
Quasi che, dentro la sua testa, stesse facendo un ragionamento che lo stava facendo uscire dal vortice di dubbi nel quale era sprofondato.

"E se tu e Jungkook avete sognato la loro storia perchè il filo rosso c'è anche tra di voi?" ipotizzai allora dopo qualche secondo di silenzio, sapendo, già da me, che anche loro due erano anime gemelle.
Insomma, era evidente. Forse non per Jimin, a questo punto, ma...significavano così tanto l'uno per l'altro che avrei fatto di tutto per convincerlo della cosa.

"Credo di aver capito" fu l'unica risposta che uscì dalla bocca di Jimin solo qualche minuto dopo che io ebbi pronunciato quella domanda, dopo la quale mi guardò alla ricerca della mia reazione alle sue parole.
"Cosa?" chiesi solamente, non avendo capito nulla di quello che fosse appena successo.
"Che devo andare da Kook" constatò in autonomia, continuando ad annuire, per un paio di volte, dopo aver lasciato uscire quella frase dalle sue labbra.

"A dirgli?".
"Non ti posso dare l'anteprima così come se nulla fosse" scherzò con un pizzico di ironia, aprendo le sue labbra nel solito sorrisetto divertito che gli avevo visto fare fin dall'infanzia.

E...fu allora che mi convinsi del fatto che lui "avesse capito" veramente. Non avevo bene idea di cosa ancora, ma sapevo che, prima o poi, sarei riuscito a comprendere cosa vorticava nella testa di Jimin.
"Bene. Mi arrendo" conclusi, allora, nello stesso suo tono, iniziando a ridere in modo un po' inopportuno.
Ma, considerando che Jimin mi seguì a ruota qualche istante più tardi, non ebbi nemmeno il tempo materiale per imbarazzarmene.

"Grazie, Nam" mormorò non appena ci ricomponemmo leggermente, in un tono talmente sincero che mi scaldò veramente il cuore.
"Ti sono stato veramente utile?".
"Forse molto di più di quanto lo sarebbero stati Hobi o Yoongi".
"Mi fa piacere sentirlo" conclusi sinceramente, mettendogli una mano sulla spalla destra in segno di ulteriore conforto prima di lasciare che le mie labbra si aprissero in un sorriso spontaneo.

Per una volta, una soltanto, finalmente ero riuscito a dare a qualcuno il consiglio giusto.

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