5. Solo che c'è un piccolo problema

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JIMIN

"Abbiamo ancora un po' di tempo, no?" chiesi a Hobi dopo qualche secondo di silenzio, sbattendo un paio di volte gli occhi per riprendermi dalla scena che avevo appena visto nella mia mente e, poi, spostando lo sguardo su di lui con insistenza.
"Certo. Posa pure le tue cose su quella sedia libera laggiù, dimmi la canzone su cui ballerai e, poi, quando sei pronto posizionati qui in centro che faccio partire la musica" gli spiegò Hobi nel suo solito tono raggiante e cordiale, mettendosi successivamente a smanettare sul telefono nell'attesa che Jungkook facesse tutto quello che lui gli avesse chiesto.

Io, dal canto mio, non riuscii a fare altro che fissare quest'ultimo senza sosta, seguendo ogni suo movimento con lo sguardo e sbarrando leggermente gli occhi, cercando di non arrossire visibilmente, quando si tolse dalle spalle il maglioncino nero, rimanendo in maglietta a maniche corte, mostrando per qualche istante un lembo di pelle nuda a livello dell'elastico dei pantaloni sportivi che aveva indosso.

Nel momento in cui si girò nuovamente verso la scrivania dove eravamo seduti Hobi ed io distolsi lo sguardo da lui all'istante con aria lievemente imbarazzata, quasi che potesse capire dal contatto tra i nostri occhi che fossi stato lì a fissarlo per tutto quel tempo senza riuscire a smettere.

E, Dio, quel ragazzo mi stava facendo un effetto che non avrebbe dovuto farmi una persona appena conosciuta. Un effetto che, a pensarci bene, non mi aveva mai fatto realmente nessuno...

Forse è perchè era il suo sguardo quello che stavo cercando per poter sentirmi in questo modo e per poter provare tutto questo.

"Vorrei ballare su When the party's over, se non è un problema" ci disse dopo qualche istante di silenzio, nei quali io osai rialzare lo sguardo verso il suo viso e, invece, Hobi lo osservò con calma ed attenzione.
"Assolutamente no" gli rispose Hobi con educazione, alzandosi dalla sedia e dirigendosi verso la cassa che usavamo, dalla colletta di due anni prima, per mettere la musica, facendo partire la canzone desiderata da Jungkook sul suo telefono.

Quest'ultimo aspettò un attimo prima di iniziare a muoversi, lasciandosi poi andare, però, in dei movimenti sinuosi ed eleganti, resi, allo stesso tempo, intensi dall'espressività che aveva dipinta in volto e che ci stava trasmettendo chiaramente.

I passi erano precisi, forse fin troppo per uno che non aveva mai preso lezioni...e...beh, fu in quel momento che capii che quello non era solamente un talento naturale.

Riuscivo a percepire tutta la solitudine, la malinconia e la tristezza di cui parlava quella canzone. Riuscivo a capire come si sentisse quasi schiacciato dal peso di tutto questo.
Riuscivo...a rivedere il modo di ballare di Youngmin in lui...

La musica finì all'improvviso e lui cadde sulle ginocchia, alzando lo sguardo verso il soffitto dell'aula e chiudendo gli occhi.

Io, dal canto mio, non riuscivo a credere che fossero già trascorsi quattro minuti da quando aveva iniziato, prendendo ad applaudire con vigore dopo che gli applausi partirono con fervore dai ragazzi che avevano appena fatto l'audizione e da Hobi al mio fianco.

"Grazie" disse Jungkook lievemente imbarazzato, facendo un piccolo inchino e, poi, prendendo a battere ripetutamente la punta del piede destro sul pavimento, ritmicamente, per alleggerire un po' il nervosismo.

"Tu...hai preso lezioni, vero?" gli chiese Hobi dopo qualche secondo di silenzio, mettendosi ad osservarlo con interesse.
"In realtà, sì. Fin da bambino. Poi, però, qualche anno fa ho dovuto smettere perchè la mia famiglia mi aveva imposto di scegliere tra il ballo ed il nuoto. Ed io sapevo benissimo cosa volevano che scegliessi..." ci rivelò con un filo di amarezza, lasciando poi, però, aprire la sua bocca in un sorriso accennato.

"Balli in modo molto simile a quello del ragazzo che dirigeva il gruppo prima di noi, sai?" aggiunsi io visto il silenzio quasi sinistro che si era creato, ricambiando quel suo sorriso.
"Ed è una cosa positiva?" mi chiese Jungkook con curiosità, fermando improvvisamente il movimento del suo piede sul pavimento.
"Molto" gli risposi solamente, stringendomi, poi, tra le spalle.

"Quindi...sono dentro?" azzardò dopo un po', scrutandoci con attenzione e con gli occhi leggermente sbarrati nell'attesa di una risposta.
"Certo. Quindi...visto che siamo in dieci, cioè il numero minimo per poter tener aperto questo club, direi di passare alle spiegazioni ed alle regole principali di questo posto. Jungkook, vai pure a sederti" disse Hobi con estrema calma, iniziando, poi, a definire i punti fondamentali di cui avrebbe dovuto parlare aiutandosi con la lista, che aveva stilato la mattina stessa, tra le sue mani.

Io, lasciandogli quasi completamente il comando, intervenni solo quando vedevo passare negli occhi dei ragazzi davanti a noi un pizzico di paura, insicurezza o confusione, chiarendo delle cose o specificandone delle altre in modo che non sembrassero così estreme come le stava facendo apparire Hobi.

Insomma, meglio dire: "C'è la possibilità che il nostro gruppo possa essere selezionato per qualche gara interscolastica e, quindi, dobbiamo impegnarci sempre al massimo" che: "O vi fate il culo oppure vi faccio fare mille piegamenti sulle braccia o, in alternativa, vi caccio a gambe levate", no?

Ma, quando si trattava di questo punto, Hobi era sempre poco controllato e molto irascibile...

"Tutto chiaro?" chiese poco dopo la conclusione del suo discorso, percependo vari mormorii d'assenso da parte dei presenti.

"Solo che c'è un piccolo problema..." azzardò Jungkook con aria quasi impaurita, facendomi salire un improvviso vuoto allo stomaco a causa del piccolo stato di ansia che quella frase mi aveva causato.
"Del tipo?" chiesi in tono confuso praticamente all'istante, pensando che così mi sarei tolto quella preoccupazione di dosso.
"Che...io ho gli allenamenti del gruppo di nuoto negli stessi orari di questo club di danza. Possiamo leggermente cambiarli per venirmi incontro, vero?" ci chiese in tono speranzoso, rimanendo a guardarci in attesa di una risposta.

Lo sguardo di Hobi scattò subito verso il mio con insistenza dopo quelle parole. Sguardo che io ricambiai piuttosto in fretta con la stessa urgenza.
E, quando vidi gli altri due ragazzi che erano in quel gruppo con noi da due anni con la nostra stessa espressione dipinta in faccia, mi resi conto che anche loro stavano pensando esattamente quello che frullava nella testa mia e di Hobi.

Ovvero che, dopo la morte di Youngmin, quegli orari erano diventati quasi "sacri" in suo onore, visto tutto quello che aveva fatto per quel piccolo gruppo di danza scolastico.
E non potevamo non mantenere la promessa che ci eravamo fatti riguardante il mantenere sempre quegli orari fino a quando non ce ne saremmo andati...altrimenti non ce lo saremmo mai perdonati...

•We will meet again {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora