16. Ti stanno bene

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JUNGKOOK

Jun si stava incamminando tra le corsie a serpentina, non riuscendo a trovare da nessuna parte il latte al cacao che la sua sorellina di soli cinque anni l'aveva mandato a prendere.

Fu solo all'ennesimo sbuffo, e all'ennesima corsia, che si ritrovò davanti la scena di un ragazzo, rivolto di schiena, che si stava allungando sulle punte dei piedi, cercando di prendere fin l'ultimo millimetro disponibile, per afferrare un piccolo sacchetto di plastica contenente delle semplici gocce di cioccolato.

Quasi decise di sorridere davanti a quella scena piuttosto ironica, ma poi, invece, si avvicinò furtivamente al ragazzo, apprezzando la sfumatura ramata dei suoi capelli, prendendo "l'oggetto dei desideri" al posto suo.

E...quando le narici di Jun furono riempite dal profumo inebriante di fragola e vaniglia, si rese subito conto di chi avesse di fronte.
Ipotesi che venne confermata non appena il più basso si girò con un misto di paura ed incertezza dipinte in volto, rilassandosi visibilmente non appena si rese conto di conoscere la persona che lo stava fissando con stupore.

Ed i due erano tremendamente vicini...

"E-ecco, tieni..." mormorò improvvisamente Jun, allontanandosi di qualche passo e porgendo il piccolo contenitore a Minho.
"Grazie dell'aiuto. Sai, sarei stato qui per ore a tentare di arrivarci altrimenti" gli rispose Minho in tono divertito, passandosi ironicamente una mano tra i capelli e, con questo gesto, attirando l'attenzione del più alto su di essi.

"Li hai tinti?"gli chiese quest'ultimo in un impeto di coraggio, maledicendosi mentalmente, poi, per essere rimasto lì a conversare con quel ragazzo che continuava a tentare di parlargli e di conoscerlo, senza grossi risultati ovviamente, ad ogni dannato pranzo alla mensa dell'università.
"Li ho giusto scuriti un po', sì" disse Minho con un piccolo ed adorabile sorriso dipinto in faccia, domandando, poi, a Jun se avesse finito il suo giro di spesa.

"In realtà...sono venuto qui solamente perchè mia sorella ha bisogno del latte al cacao, ma non so dove sia" ammise sinceramente Jun, sperando che l'altro potesse aiutarlo in qualche modo.
"Terza corsia nel piccolo banco frigo".
"Ti vedo...esperto".
"Vengo qui spesso per prendere gli ingredienti per le torte che faccio con mia madre. E...mi piace il latte al cacao, inoltre" gli spiegò con leggerezza, aggiungendo, poi, che fosse il caso che entrambi continuassero con i loro acquisti.

Jun concordò, salutando, poi, Minho con una mano, rendendosi conto del fatto che quella conversazione fosse stata molto inopportuna visto che, sempre Jun, aveva deciso di fare il lupo solitario dell'università e, quindi, stesse "respingendo" ogni tentativo di contatto da parte di Minho.

E, forse, stava agendo in quel modo semplicemente perchè nell'università precedente tutti quelli che aveva lasciato avvicinare alla fine si erano rivelati dei bastardi doppiogiochisti.
Tutto per suo padre, ovviamente...

"Minho" aggiunse, però, all'ultimo, non riuscendo a trattenersi.
"Dimmi".
"Credo che questo sia proprio il tuo colore. Stai molto bene" gli disse con un filo di imbarazzo, abbassando lo sguardo per non dare a vedere questo ultimo fatto, ma, dopo qualche secondo, rialzandolo per vedere la reazione di Minho.
"Grazie" gli rispose lui con uno scintillio negli occhi, rivolgendogli un enorme sorriso e, poi, andandosene veramente da quella corsia.

Ecco, fu quello il giorno in cui Kao Jun-hoe, chiamato da chiunque semplicemente Jun, si rese conto che quello che provava per Lee Minho non era una semplice indifferenza, come gli stava facendo credere.
Nemmeno lontanamente...

"Già" mormorò Jimin, facendomi rinsavire all'improvviso.
"N-non avevo capito che fossi tu" gli rivelai con un po' di vergogna, aggiungendo, poi, una battutina di scherno per alleggerire un po' la situazione. "Altrimenti ti avrei prima preso un po' in giro per il centimetro che ti mancava e, poi, ti avrei aiutato".

"Peccato, ti ho fatto perdere una scena molto divertente con i miei nuovi capelli fiammeggianti" mi rispose lui in tono divertito, lasciando, poi, andare una piccola risata delle sue.

Ovvero una di quelle che, al solo sentirle, facevano ridere anche me...

"Perchè questo colore?" gli chiesi dopo un paio di secondi di silenzio, dimenticandomi completamente dei cereali al miele che servivano al mio ragazzo in coda per pagare.
"Non lo so. Cioè, forse lo so...ma è una motivazione un po' stupida" mi rispose lui con imbarazzo, stringendosi tra le spalle ed abbassando la testa.
"Voglio sentirla".

"Hobi ed io avevamo fatto una specie di gioco, ancora l'anno scorso. Del tipo che avevamo scelto una tinta di capelli per ogni cosa che pensavamo ci sarebbe potuta succedere e, se una di queste fosse successa, avremmo dovuto tingerli sul serio" mi spiegò brevemente, attendendo una mia risposta con aria guardinga.
"Voi sì che sapete come passare il tempo" gli risposi marcando bene le mie parole in modo da fargli capire che non stessi scherzando.

"Non lo trovi stupido?" mi domandò lui di rimando, aggrottando le sopracciglia quasi come se non riuscisse a credere che fosse possibile.
"No, lo trovo divertente. Per cosa stava il rosso, quindi?" chiesi in tono curioso, iniziando a mordermi il labbro inferiore nel momento in cui vidi Jimin fare lo stesso.
"Non ti posso rivelare tutti i nostri segreti, Jeon Jungkook" mi rispose con ironia, lasciando, poi, spazio a svariati secondi di silenzio.

"Ti stanno bene, comunque" dissi dopo questo arco di tempo, cercando immediatamente il contatto tra i nostri sguardi in modo da capire quale sarebbe stata la sua reazione.

Anche se non mi sarebbe dovuto importare, in realtà...

"Grazie. So che non c'entra, ma...tu stai bene sempre" mi rispose in tono caldo e dolce, facendomi, dapprima, perdere qualche battito e, poi, realizzare finalmente cosa stesse succedendo.

"Tae...mi sta aspettando in fila" mormorai con aria sbrigativa, salutandolo senza nemmeno aspettare una sua risposta e scappando da lì il più rapidamente possibile.

Il motivo era semplice: Jun aveva capito di essere attratto da Minho proprio in quella stessa situazione. Ed avevo la netta sensazione che, sempre essa, stava facendo fare realmente i conti anche a me con quello che il mio corpo mi diceva di sentire in compagnia di Jimin.

La gambe che tremavano, il cuore che pareva stesse facendo una gara di velocità, il sorriso perennemente stampato sul mio viso...
Nulla di tutto ciò era casuale.

Come non erano casuali le occhiate di Jun a Minho quando quest'ultimo era con i suoi amici o la sua irrefrenabile voglia di scoprire di più su quel ragazzino.

C'era una differenza sostanziale, però: Jun, nonostante fosse una piccola anima incompresa, non aveva nessuno al suo fianco. Nessuno che non poteva permettersi di trascurare. Nessuno che aveva così paura di perdere da continuare una relazione che stava portando solamente ad un vicolo cieco.
Mentre io sì...

SPAZIO AUTRICE:

Salve a tutti e spero che abbiate passato un buon Natale. Volevo ringraziarvi per le 2mila letture, sperando che anche questo capitolo vi sia piaciuto❤️.

•We will meet again {Jikook}•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora